L’esito delle elezioni politiche a livello nazionale ha portato ad un cambiamento radicale dell’assetto politico istituzionale, ma anche nella Regione Friuli Venezia Giulia è avvenuto ‘un terremoto politico’. Non ci si aspettava questo cambiamento, e la riconferma del Governatore uscente era data per scontata.
Di fronte a tutto ciò, oggi, si fa sempre più chiara la possibilità di poter realizzare un sogno iniziato timidamente a giugno 2007 da un gruppo di persone convinte che la questione decisiva è l’Educazione per la Regione e per il Paese. Punto di riferimento è stata la regione Lombardia in cui la possibilità di una nuova scuola stava prendendo forma. Seguendo i principi che hanno guidato l’azione della Giunta Lombarda, presieduta da Formigoni, per la riforma del sistema di istruzione e formazione professionale ( centralità della persona, libertà di scelta, personalizzazione dei percorsi, utilizzo di nuove metodologie didattiche, centralità dell’apprendimento, sussidiarietà) si è avviato un ampio dibattito culturale con tutti i soggetti interessati, alla luce anche della presentazione del DDL regionale n.278/2007 presentato dalla Giunta regionale .
Questo dibattito ha coinvolto le forze politiche di minoranza che hanno presentato una proposta di legge la n. 284/ 2007. La caduta del governo con l’anticipazione delle votazioni regionali assieme alle votazioni nazionali ha bloccato l’iter della legge.



Quali sono le differenze tra l’una e l’altra legge?

Le due Leggi rispondono ad una comune preoccupazione a partire dall’istanza di considerare in modo unitario i segmenti dell’istruzione e della formazione professionale, nella comune prospettiva di garantire alla persona il proprio successo formativo e lavorativo e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, indipendentemente dai diversi contesti (formali e lavorativi) in cui ciò si realizza.
Se però si oltrepassa il livello della dichiarazione dei principi e si considera il merito delle soluzioni proposte, le differenze appaiono in tutta la loro portata. Differenze di impianto, innanzitutto, connesse a vision culturali e politiche per diversi aspetti anche divergenti e derivanti, fondamentalmente, dall’interpretazione dello nuovo dettato costituzionale e circa la natura dell’“istruzione e formazione professionale”.
Nel DISEGNO DI LEGGE 278 dell’ex Maggioranza si nota:



  • il forte dualismo tra sistema di “istruzione” e sistema di “formazione professionale”
  • tutto il disegno si costruisce nell’ottica della minorità della istruzione e formazione professionale.
  • il sostegno all’autonomia scolastica o è formale o, in troppi casi, invasivo della stessa autonomia. Il DDL sostiene infatti indebitamente ben precisi modelli organizzativi e didattici come ad es. il tempo pieno e prolungato o si definiscono gli indirizzi per la programmazione “autonoma” delle Istituzioni scolastiche (e allora che autonoma è?);
  • si prevede altresì una inutile duplicazione degli organismi di rappresentanza e concertazione istituzionale
  • il DDL non riconosce pienamente la funzione pubblica anche delle istituzioni private e di quelle accreditate, riproponendo una vecchia concezione di “pubblico”, arretrata rispetto la stessa Legge n. 62.

Nella PROPOSTA DI LEGGE N. 284 dell’ex Minoranza il sistema viene definito, coerentemente con il quadro normativo nazionale rappresentato dalla Legge n. 53/03, in modo unitario, come sistema educativo regionale, infatti



  • si prevede un atto di programmazione dell’offerta regionale organico e unitario
  • viene esplicitamente riconosciuta la pari dignità dell’istruzione e formazione professionale
  • si sottolinea con forza il carattere pubblico del sistema che si fonda sulla rispondenza e coerenza dei servizi erogati “con la domanda formativa delle famiglie”
  • risponde ad una logica di sussidiarietà orizzontale, valorizzando pienamente l’iniziativa ed il ruolo della famiglia e dei soggetti della società civile
  • viene riconosciuto il diritto dei ragazzi di assolvere l’obbligo di istruzione anche nel sistema di istruzione e formazione;
  • si riconosce il principio e si valorizza l’autonomia scolastica come punto di partenza per iniziative pedagogico didattiche al servizio del percorso personale di ogni ragazzo in ogni istituzione formativa;
  • si riconosce e si valorizza la formazione in servizio del personale docente, al fine di un miglioramento di un sistema educativo, la proposta è nel complesso più rispondente ai criteri della sussidiarietà orizzontale;
  • si prevede un sistema di valutazione con carattere di terzietà, tramite l’istituzione di una Autority esterna che verifichi la qualità dell’offerta e i risultati dell’azione educativa: si tratta di una elemento cruciale per il miglioramento del sistema educativo dotato di autonomia.

Ora la Regione ha bisogno di una legge sulla scuola

Il Presidente Tondo dovrà riprendere in mano la legge di istruzione e formazione ripensando a percorsi in cui si valorizzino i diversi stili cognitivi degli studenti e pensare a percorsi diversificati che permettano ai ragazzi di potersi costruire accanto al core curriculum un loro curriculum vocazionale.
Accanto all’istruzione liceale il futuro e la strada di oggi sono rappresentati dalla nascita di un forte sistema di Vocational Education and Training (VET) cioè di una scuola che accompagna gli studenti allo sviluppo di una adeguata preparazione culturale, di abilità e competenze effettivamente spendibili in maniera flessibile nel mercato del lavoro.
Questo processo è stato avviato dalla grande maggioranza dei paesi dell’UE. Se il sistema di istruzione della Lombardia in Europa è già realtà ora c’è la speranza che anche la regione Friuli Venezia Giulia per sua tradizione storica regione ‘mitteleuropea’ possa seguire le indicazioni che su questa strada ha già percorso un cammino e così anche in questa Regione una nuova scuola può prendere forma!