L’evoluzione del “buono scuola” introdotto nell’anno 2000 dalla Regione Lombardia e salutato con grande favore dalle famiglie con figli frequentanti le scuole non statali, costituisce una significativa tappa nel cammino verso un reale riconoscimento dell’importanza del sistema di istruzione in quanto tale. La dote scolastica, infatti, favorendo tanto la libertà di scelta della scuola paritaria quanto la permanenza nel sistema educativo statale o non statale per le famiglie meno abbienti, introduce non solo una ulteriore innovazione nel senso del “mercato” dell’istruzione e della libertà di scelta, ma anche una chiara sottolineatura del ruolo strategico del sistema di istruzione tout court.



In barba alle continue e strumentali contrapposizioni fra “statale” e “non statale”, “pubblico” e “privato”, la Regione Lombardia ha voluto dare un segnale importante a tutto il Paese, andando a sostenere sia le famiglie che scelgono la scuola paritaria, sia quelle che mandano i propri figli nelle scuole statali. E lo ha fatto attraverso una dote che integra provvidenze di diversa natura, da quelle per le rette delle scuole non statali ai premi per le eccellenze, vera concretizzazione delle tante parole sul merito spese dall’ex Ministro Fioroni durante gli ultimi mesi. Si tratta di un provvedimento di grande significato, perché afferma che la libertà di educazione non è, né deve essere, un diritto a disposizione solo di una parte, ma di tutti.



Questo lo vogliamo evidenziare perché, sia pure come Federazione di scuole paritarie, non abbiamo alcun interesse ad auspicare l’affossamento della scuola di Stato, essendo convinti che una sana concorrenza possa essere di giovamento a tutti e che sia necessario risollevare anche la disastrata scuola statale (erroneamente definita ancora “pubblica” in contrapposizione a quella sprezzantemente definita “privata”). Ci interessa invece, questo sì, che le famiglie possano liberamente scegliere i propri partner nell’educazione dei figli, e che la scelta fatta non gravi ingiustamente sulle finanze familiari. Ci interessa anche che le scuole paritarie (o comunque non statali), così faticosamente messe in piedi e mantenute in vita, siano finalmente riconosciute e valorizzate per il servizio pubblico da esse erogato, che in moltissimi casi, quanto a valore e risultati, non ha nulla da invidiare alle scuole statali, anzi… La dote, introdotta dalla Regione Lombardia, va decisamente in questa direzione ed è, a nostro giudizio, la direzione giusta, che attua un modello di sussidiarietà che ci piacerebbe fosse imitato anche nel resto del Paese. La novità più importante per le scuole è, infatti, il superamento della logica del rimborso: la dote prevede l’anticipo del 25% dei costi previsti per la famiglia (ex buono scuola), da erogarsi direttamente alla scuola frequentata. La possibilità per le scuole di disporre anticipatamente di risorse attraverso la scelta delle famiglie rappresenta davvero una svolta epocale, perché le sottrae alla morsa della concessione, sempre problematica e contestata, di finanziamenti diretti da parte dello Stato: le scuole paritarie preferiscono dipendere dal contributo economico certo e puntuale dei propri utenti (le famiglie) piuttosto che da sussidi statali irrisori e fluttuanti, sempre concessi come “benevola” elargizione di un tributo non dovuto. Da questo punto di vista siamo probabilmente solo all’inizio di un cammino che prevediamo piuttosto lungo e faticoso: le risorse sono ancora inadeguate, soprattutto per le famiglie che hanno più figli (confidiamo, con la nuova legislatura, targata centro-destra, nell’introduzione del quoziente familiare…); le procedure amministrative, inoltre, anche per la mancanza di un apparato istituzionale di gestione, sono sicuramente da perfezionare. Saranno le scuole a dover supportare la Regione, accogliendo le domande in forma cartacea firmate dal richiedente ed inviando successivamente un report alla Regione di quanto pervenuto presso le loro sedi. Non è da escludersi, dunque, un sensibile aggravio di lavoro per le segreterie scolastiche, che tra l‘altro dovranno essere pronte in tempi rapidi a comunicare alle famiglie le rette per l’anno scolastico 08/09 e le eventuali riduzioni accordate (dal 21 aprile le domande saranno on-line). L’innovazione introdotta ha certamente bisogno di un tempo di sperimentazione, ma il valore complessivo dell’operazione è tale che non solo le scuole collaboreranno nell’attuarla, ma potranno anche risultare interlocutori privilegiati, attraverso le Associazioni che le rappresentano, per apportare i correttivi necessari a renderla pienamente efficace e funzionale. Ci auguriamo, pertanto, che il nuovo Governo Berlusconi guardi con favore al modello lombardo di welfare state e che lo esporti su scala nazionale anche in tema di libera scelta educativa, magari partendo proprio dallo strumento della dote.

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