Lo scorso 26 marzo, alla Ducati di Bologna, si sono visti una volta di più i possibili i frutti di un sistema scolastico basato sulla libertà di educazione.
Alla presenza delle principali autorità politiche, imprenditoriali e scolastiche locali, oltre ad un nutrito gruppo di studenti provenienti da diversi istituti superiori, è stato inaugurato l’innovativo laboratorio di fisica denominato Fisica in Moto. E’ un vero e proprio “ponte” che unisce scuola e impresa, dedicato a tutti gli studenti delle scuole medie superiori italiane ed europee, nato dalla stretta collaborazione tra la Fondazione Ducati ed il Liceo Malpighi di Bologna, scuola privata paritaria.
Fisica in Moto si sviluppa su una superficie di 400 mq, all’interno della fabbrica Ducati, vanta il coinvolgimento di 80 persone che hanno lavorato attivamente alla sua realizzazione e conta la presenza di 15 nuovi macchinari appositamente costruiti sulla base dei 90 progetti provenienti da 15 università italiane. All’interno del laboratorio è possibile sperimentare, grazie a macchinari interattivi appositamente progettati e realizzati, la concretezza dei principi fisici studiati a scuola e il legame tra questi, la progettazione di una Ducati da MotoGP e la sua fabbricazione. Il laboratorio, che può ospitare circa 10.000 studenti all’anno, a sottolineare idealmente il legame tra i principi teorici e la pratica della produzione, è strutturato in tre sale: una speciale officina Ducati denominata “l’officina della Fisica”, un innovativo laboratorio scientifico denominato “gli attori dei principi fisici” e una sala Ducati Corse, “il MotoGP della fisica”, dove gli studenti si sfidano in un vero e proprio MotoGP della fisica.
Il laboratorio Fisica in Moto si inserisce perfettamente all’interno dei programmi ministeriali e didattici degli istituti medi superiori italiani ed il suo utilizzo è gratuito per tutte le scuole. Fin qui il fatto che chi descrive la scuola libera come un luogo in cui si educa all’oscurantismo ideologico, probabilmente, non avrebbe mai immaginato. Interessanti sono anche le motivazioni di chi ha generato il progetto. Secondo le parole dei suoi responsabili, in polemica implicita con chi riduce la scuola, soprattutto tecnica, a puro addestramento, i suoi veri protagonisti, prima della meccanica, della fisica, della moto, sono le persone che si appassionano a ciò che hanno davanti. Il loro stupore li rende desiderosi di leggere i segni che la realtà propone in modo da riscoprire il percorso dalla ragione dei grandi che, dall’osservazione della realtà, hanno tratto le leggi della scienza, così come le conosciamo. Si tratta di fornire gli strumenti affinché questo metodo virtuoso porti fino all’apprendimento disciplinare. Si tratta però anche di aiutare a percepire un significato più profondo di tutto il reale, senza cui lo stupore iniziale presto si smorza. E’ ciò che sta avvenendo a Bologna con Fisica in moto, ma che avviene in molti altri posti dove c’è chi, anche guardando una poesia o una fabbrica, e ogni cosa, si chiede il perché di tutto e perciò ha già cominciato a conoscere e ad apprendere.



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