«Poche ore, pochi maestri e pochi libri»: così dovrebbe essere la scuola secondo Paola Mastrocola, insegnante e scrittrice, e da sempre voce un po’ controcorrente nel giudicare i fenomeni che riguardano i cambiamenti e le evoluzioni del nostro sistema scolastico. In quest’ottica, il ritorno al maestro unico è visto da Mastrocola come un evento da salutare con favore.
Qual è il vantaggio, da un punto di vista innanzitutto pedagogico, di avere una figura centrale di maestro, anziché più figure?
È secondo me un aiuto alla concentrazione mentale dei bambini. Io sono in generale per un restringimento di tutto e per una ricerca di sintesi: viviamo in un mondo troppo confuso e frammentario, e quindi tutto ciò che ristabilisce un minimo di unità e di concentrazione mi sembra che sia positivo e da favorire. Io, ad esempio, tornerei anche al sussidiario, cioè al libro di testo unico. Mi piacerebbe quindi andare ancora più avanti in questa idea. Tornare a una scuola con poche ore, con pochi maestri e con pochi libri.
Quindi è una scelta che ha anche un valore culturale.
Sì, lo vedo come un antidoto alla dispersione, proprio dal punto di vista della mente dei bambini. Io non ho studiato in particolare questi aspetti, ma per quel che ho visto come insegnante mi sembra che la vita che conduciamo e la vita scolastica che abbiamo impostato stiano distruggendo le capacità mentali, cioè logico-razionali, dei ragazzi. Già la vita quotidiana che noi diamo ai nostri figli è del tutto frammentata e convulsa, per cui i ragazzi si trovano con giornate piene. Bisognerebbe tornare a un “vuoto” positivo. Il maestro unico aiuta a ridurre il frastuono mentale, il via-vai a cui siamo sottoposti.
Le famiglie però devono essere rassicurate, nel momento in cui affidano i loro figli a una figura prevalente di maestro: come assicurare che ci sia questo rapporto di fiducia?
Bisogna impostare al meglio il grave problema della formazione degli insegnanti. Io ho letto che una delle obiezioni al maestro unico è: siccome non tutti i maestri sono bravi, almeno il bambino non ha per cinque anni una persona sola che potrebbe non essere all’altezza, ma ne ha tre di cui almeno uno sarà buono. Ma questa impostazione non è corretta: dobbiamo poter garantire una media buona degli insegnanti.
Altro problema che potrebbe preoccupare le famiglie è quello della diminuzione delle ore: sono pronte a gestire la presenza dei figli a casa per un periodo di tempo maggiore?
Il problema deve essere valutato sotto due aspetti: c’è il problema sociale, dato dal fatto che la nostra società è fatta interamente da persone che lavorano; però c’è anche il problema didattico ed educativo, e per me da questo punto di vista l’ideale è fare quattro ore di scuola e non di più. Certo, mi rendo conto che non è possibile. Ma dal punto di vista didattico la situazione è questa. Se bisogna tenere i bambini nell’istituto scolastico per più tempo, facciamolo pure, ma distinguiamo bene la scuola da quello che scuola non è. Non diciamo che è bene che i ragazzi stiano a scuola per otto ore.
Le prime reazioni dei sindacati sono durissime: cosa ne pensa di queste prese di posizione?
Il sindacato fa il suo mestiere, cioè quello di difendere i posti di lavoro. Certo, dal punto di vista dei posti di lavoro la cosa va male, ma forse stiamo correggendo una situazione che ci era sfuggita di mano. Quando sono stati introdotti tutti questi maestri, lo si è fatto per creare occupazione? Se è così, la cosa non è accettabile, perché bisogna pensare innanzitutto al bene dei ragazzi. Certo che se avessi una persona che viene licenziata in casa, mi troverei ad affrontare un problema grave. Ma bisogna saper decidere, e gli italiani devono chiedersi che cosa vogliono. Potremmo fare un sondaggio, visto che vanno di moda: cari italiani, preferite più posti di lavoro o ragazzi meno ignoranti?
Quella del maestro unico è solo una delle proposte che il ministro Gelmini sta portando avanti: qual è il suo giudizio generale sui primi passi del neoministro?
A me piace molto; per adesso secondo me non ne ha sbagliata una. Certo, potremmo dire che in realtà non si è ancora toccata la sostanza, e io aspetto con ansia che venga toccata. E la sostanza è il che cosa insegniamo, cioè i contenuti. Comunque, ripeto, al momento il mio giudizio sulle prime mosse del ministro Gelmini è sicuramente positivo.