Dopo un travaglio quasi decennale, è spuntato il 22 ottobre 2009 il capino del Servizio Nazionale di Valutazione. Il bimbo per intero lo vedremo presumibilmente nella primavera 2011, quando la rilevazione degli apprendimenti in italiano e matematica verrà effettuata nelle classi seconde e quarte degli istituti di istruzione superiore.



La circolare ministeriale n.86 della Direzione Generale per gli Ordinamenti del Sistema Nazionale di Istruzione e per l’autonomia scolastica, a firma del Direttore Dutto, stabilisce infatti che nell’anno in corso verranno effettuate sulle classi seconde e quinte della scuola primaria e sulle prime della secondaria di primo grado (scuola media) le rilevazioni di italiano e matematica già inaugurate l’anno scorso.



A differenza dell’anno scorso, però, la rilevazione sarà obbligatoria per tutte le scuole ed all’interno delle scuole per tutte le classi. Non vi sarà cioè più né l’adesione volontaria delle scuole, né il campionamento di 35 allievi al loro interno.

La circolare del 22 ottobre ricostruisce l’anello di volontà politica che l’anno scorso era mancato fra le Direttive e le Leggi istitutive di tale attività e la loro concreta attuazione, offrendo l’interpretazione autentica di tali dispositivi per loro natura generali e pertanto non sempre univocamente leggibili.

Di conseguenza i decisori politico-amministrativi, i ricercatori e le scuole stesse avranno a disposizione dati validi come indicatori degli apprendimenti degli allievi italiani. Nella versione dell’anno scorso il campionamento all’interno delle scuole probabilmente non metteva tanto in discussione l’attendibilità dei risultati, tuttavia li rendeva meno interessanti, poichè non permetteva una lettura dei livelli sezione per sezione. Era però la volontarietà dell’adesione delle scuole alla rilevazione a rendere il tutto meno attendibile e meno efficace.



Ciò detto, quando le macchine ripartono è bene non innestare subito le marce più alte.

L’esperienza dell’anno scorso, vista con gli occhi dell’osservatore esterno, è servita a mettere a punto i quadri di riferimento cui ispirare le prove, a rodare la macchina organizzativa ed a ricreare attenzione e consenso nel mondo della scuola e fra l’opinione pubblica in generale.

La seconda edizione della prova esterna nell’esame finale della scuola media ha completato il quadro, consolidandosi definitivamente sia per attendibilità sia per fattibilità.

 

Poiché si parlato di “ripartenza”, vale forse la pena offrire ai numerosissimi non-cultori della materia un piccolo riassunto delle “puntate precedenti”.

Dopo un decennio di autovalutazioni di processo disseminate a livello territoriale che non avevano dato luogo ad alcun dispositivo nazionale, il ministero Moratti nel luglio del 2001 istituì un “Gruppo di lavoro per la predisposizione degli indirizzi per l’attuazione delle disposizioni concernenti la valutazione del servizio scolastico”, presieduto da Giacomo Elias. A partire dalla primavera del 2002 il Gruppo elaborò, per ogni anno successivo, tre Progetti Pilota, allo scopo di testare la macchina organizzativa per costruire una valutazione censuaria – cioè per tutti i ragazzi delle classi prefissate, non solo a campione – e per valutare il grado di adesione volontaria. Una relazione presentata il 15 luglio 2004 dal Presidente del Gruppo dava conto dei risultati raggiunti dalla sperimentazione e dei problemi che erano stati individuati per l’elaborazione dei questionari, per la somministrazione, per la raccolta, per l’interpretazione e per la formazione del personale. La relazione offriva un dato politicamente prezioso: dal primo Progetto Pilota al terzo l’adesione volontaria delle scuole era passata da circa 2.000 a circa 8.000 istituti, a segnalare la sorprendente disponibilità alla valutazione da parte dei Collegi dei docenti e dei Dirigenti scolastici. Il quarto Progetto Pilota per l’anno scolastico 2004-05 proseguì su basi volontarie. A partire dall’anno scolastico 2005-06 la rilevazione divenne obbligatoria per la primaria, ma rimase volontaria per la secondaria, poiché si era istituito un legame fra riforme e valutazione dei risultati, improprio peraltro ad avviso di chi scrive. È notorio infatti che è molto difficile che cambiamenti di tipo strutturale siano in grado di far registrare mutamenti immediati nel livello degli apprendimenti reali.

Poi arrivò Fioroni che, spinto da una parte della sua maggioranza, che aveva sempre cercato di boicottare le rilevazioni, prese una via di mezzo fra prosecuzione e cancellazione, prevedendo una rilevazione a campione e volontaria.

Poiché né in natura né in cultura questo monstrum rilevatorio sembra avere senso, erano già diffuse perplessità su di esso quando arrivò il ministro Gelmini.

Nel frattempo, infatti, il Parlamento all’unanimità aveva varato una legge che prevedeva il ritorno alla valutazione censuaria (o censitaria come dicono les précieuses della situazione, che peraltro la avversano).

Ed è infatti questa legge alla base della attuale impianto che dovrebbe essere realizzato nei tempi e nelle modalità sopra descritte.

Che aggiungere? Buon viaggio e buona fortuna.