Sono molto preoccupato per il ritardo con il quale si sta arrivando all’approvazione del riordino delle superiori. L’approvazione da parte delle camere era attesa per la fine di novembre e la più ottimistica delle previsioni ipotizza oggi un’approvazione a metà gennaio 2010; come se non bastasse, il Consiglio di Stato ha sospeso il giudizio e si attende per oggi un parere definitivo che – anche se positivo – potrebbe ulteriormente modificare l’impianto complessivo.



A prescindere dal giudizio di merito, che non può che essere articolato a seconda che si parli dei Licei, dei Tecnici o dei Professionali, mi permetto di suggerire al Ministro un ripensamento sulla volontà di far entrare in vigore i regolamenti a partire dal prossimo anno scolastico.

Lo chiedo per le famiglie italiane, non per un mero calcolo politico (chi scrive ha – lo dico per correttezza nei confronti di chi legge – responsabilità politiche). Non ci sarebbe infatti bisogno di mettere in evidenza l’incapacità di questo Governo a procedere in tempi ragionevoli: questa incapacità è sotto gli occhi di tutti. Ricordo ad esempio che l’entrata in vigore è già stata posticipata di un anno: come è stato utilizzato questo tempo, visto che oggi non abbiamo ancora nulla di definitivo?



Suggerisco un rinvio dell’entrata in vigore (non dell’approvazione, come dirò) per le famiglie italiane e i loro ragazzi, che non devono pagare sulla propria pelle colpe e responsabilità di altri.

Quest’anno l’orientamento è stato fatto per forza di cose peggio del solito (il che è tutto dire, visti anche gli esiti in termini di bocciature e dispersione); la pianificazione dell’offerta formativa da parte delle province non si è potuta realizzare in un chiaro quadro di riferimento (si è lavorato e si sta ancora lavorando su bozze che si sono successivamente modificate più e più volte e che chissà quante volte si modificheranno ancora); le informazioni alle famiglie da parte delle Istituzioni e dei media sono spesso confuse e contraddittorie; le iscrizioni saranno presumibilmente (e ragionevolmente) ulteriormente rinviate di un mese, con gravi conseguenze sulla definizione degli organici.



 

Ed è proprio la questione degli organici a preoccuparmi maggiormente: in condizioni “normali” le iscrizioni si chiudono a gennaio e a settembre tutti sappiamo quale sia il caos nelle scuole italiane: classi senza la totalità degli insegnanti assegnati, turn-over di supplenti fino a settembre inoltrato. Cosa succederà il prossimo anno con le iscrizioni chiuse a fine marzo e gli organici di alcune discipline stravolti? È in grado il Ministro di garantire il regolare inizio dell’anno scolastico? O per lo meno – bisogna sapersi accontentare – un inizio altrettanto irregolare degli anni scorsi?

Numerose prese di posizione pubbliche del Ministro e dei suoi più stretti collaboratori hanno fatto intendere che l’applicazione il prossimo anno sarebbe solo nelle prime classi: un rinvio di un anno, con successiva applicazione nei primi due anni (ovvero nel primo e nel terzo, per ragioni di organizzazione interna alle scuole), non creerebbe nemmeno un ritardo nella messa a regime del riordino. E se a preoccupare il ministero è il mancato risparmio, potrà tornare utile un ordine del giorno (presentato dal Pd e approvato dalla Camera) che invita il Governo ad utilizzare a questo scopo parte degli introiti del cosiddetto scudo fiscale.

Per scongiurare il fatto che all’ennesimo rinvio corrisponda l’ennesimo nulla di fatto, si potrebbe procedere approvando comunque il riordino nei tempi attualmente prevedibili (febbraio 2010) e rinviando unicamente la sua entrata in vigore.