Si volta pagina con l’io che non è più in preda della “trascuratezza”. Dopo il Venerdì Santo c’è la Resurrezione dell’io, di un popolo, di un’identità. Un popolo che attraversa la ricostruzione che non può più prescindere dall’io. Un popolo che riparte dalla sua identità. L’Abruzzo terra amara e dolcissima ha attraversato la morte e di schianto ha davanti la resurrezione. Non basta più nemmeno l’amato Silone che fa dire a un personaggio de Il seme sotto la neve: «Da queste parti c’è gente la quale crede invece ch’Egli sia ancora in croce, tuttora agonizzante» dice mastro Eutimio. «V’è gente la quale è convinta che Egli non è mai morto, mai risorto, ch’Egli è ancora in agonia, su questa terra!». Questa percezione siloniana sfalda la speranza che è la stoffa della pazienza di un popolo.
La fatica della speranza è non sottrarsi all’interrogativo che mi ha posto Giulia, una giovane insegnante aquilana ospite di un albergo della costa adriatica: «Fino ad una settimana fa ero consapevole della drammaticità della vita anche se tutto rientrava in un progetto. Ero contenta della vita. Ora ho tutti i giorni davanti la furia del terremoto. Perché si è accanito su di me? Perché il male si è accanito su di me e sulla mia famiglia? Non me lo meritavo. Non avevo mai fatto i conti con un imprevisto così doloroso. Mi porto dietro il fatto che qualcuno o qualcosa ce l’abbia con me». Il guardare in faccia la furia del terremoto ci costringe a ripartire domandando tutto. Domanda o mendicanza a Cristo presente risorto. E’ come se non riuscissimo a rimediare appena appena con la solidarietà. Quando gli aiuti hanno raggiunto tutti resta in piedi il motivo per cui ricominciare a costruire e sperare. Non dobbiamo spiegare o dimenticare qualcosa. Si tratta di metterci al lavoro per tenere aperte le domande di Giulia. Riprendere a sperare dopo la furia del terremoto è un gesto così grande che il poeta Péguy lo definisce “il segreto mistero della speranza”, perché riconciliarsi con la furia del male del terremoto è proprio un mistero. Il segreto mistero della speranza che fa sbocciare dei fiori in mezzo alle macerie. Il segreto mistero della speranza che fa interrompere il pranzo del Lunedì ad un oculista della costa per abbracciare e visitare gli amici aquilani bisognosi di cure. Il segreto mistero della speranza che fa ricominciare dall’educazione di un popolo. La prova più grande della vita, cioè della speranza sarebbero le macerie, se Cristo non fosse risorto e si manifestasse nel desiderio di ricominciare dall’educazione.
L’educazione come introduzione alla realtà totale che cerca di non eludere l’urgenza delle domanda, suscitata dall’esperienza della nostra impotenza di fronte al terremoto. Il sacrificio appare contrario alla natura. Oggi diventa misteriosamente un valore. L’educazione che non ha bisogno di censurare nulla e fa rimettere in moto una compagnia di dirigenti scolastici e insegnanti certi della speranza che fa ricostruire. C’è bisogno di una educazione come avvenimento che ci faccia vedere la pienezza di senso che può avere anche la peggiore delle sciagure. Che ci mostri la bellezza di continuare ad educare i propri figli. Che ci faccia scoprire, in queste circostanze, una corrispondenza al nostro cuore impensabile prima.
Dirigenti ed insegnanti abruzzesi in contatto con tanti altri colleghi e con la direzione dell’Ufficio scolastico regionale desiderano entrare nel merito dei problemi tenendo conto di tutti i fattori. Dopo un’attenta ricognizione delle scuole colpite dal terremoto si tratta di ripartire tenendo conto di tutte le ipotesi in campo. Intanto si è pronti ad ospitare i bambini e i ragazzi degli alberghi costieri. Per tutte le scuole della costa questo fatto può rappresentare un grande occasione educativa. Le associazioni professionali di dirigenti e di insegnanti sono pronti per esser presenti negli alberghi e nelle scuole anche nel pomeriggio con attività e proposte educative in gradi di accompagnare i bambini e i ragazzi. Ci sostiene anche la speranza di favorire in questi giorni una rete solida di scuole italiane che si gemellano con le scuole aquilane. La vicinanza di questi giorni deve diventare una compagnia stabile per continuare a far fiorire la certezza sul futuro.