Si pensava di poter ridurre l’educazione alla trasmissione di conoscenze, di dati, ma questo è stato superato dalla furia del terremoto. Il problema dell’educazione è se noi abbiamo una risposta a questa urgenza di ricominciare a vivere e ricostruire delle scuole vive. E’ necessaria una mobilitazione e una presenza di tutte le scuole del nostro Paese per abbracciare i bisogni delle scuole abruzzesi.
E’ inutile negare l’emergenza. Negli istituti scolastici della costa sono stati accolti 2541 studenti aquilani che in questo momento risiedono negli alberghi. Le scuole hanno accolto gli aquilani occupando tutti gli spazi possibili e ricorrendo anche ai doppi turni. Dove la scuola non è agibile i capi d’istituto e i sindaci si stanno impegnando a trovare locali alternativi anche qui con doppi turni, oppure nelle tende. Nelle tendopoli ci sono 4500 studenti. I docenti sono inseriti nei Centri operativi misti (Com) che gestiscono tutte le attività compresa la scuola. Cento docenti fanno attività didattica nelle tende. Nei Comuni dell’area sismica ci sono 52 quinte classi di scuola superiore. Per gli esami faranno il colloquio orale in edifici agibili. Per le medie inferiori le terze classi sono 59. La commissione sarà interna con un solo presidente esterno. E’ la soluzione adottata dopo il terremoto in Friuli. Gli insegnanti delle zone terremotate hanno preso servizio nella scuola più vicina al luogo in cui si trovano ad alloggiare.
Da questo quadro riparte la sfida educativa. Per l’emergenza e per assicurare la continuità dell’impegno per la ricostruzione il Ministero della Pubblica Istruzione ha annunciato “la rete solidale delle scuole d’Italia per l’Abruzzo”. L’obiettivo è quello di raccogliere tutte le proposte e realizzare un piano nazionale di aiuto e intervento a medio-lungo termine che permetta di garantire un sostegno concreto ed efficace per gli insegnanti, gli studenti e le loro famiglie nel loro percorso di ripresa della normale vita scolastica. C’è bisogno di tutto. Davanti ad una prova così difficile, accanto e insieme allo Stato e al Ministero della pubblica istruzione scendono in campo coralmente le associazioni professionali dei dirigenti scolastici e degli insegnanti.
Le Associazioni professionali dei dirigenti e dei docenti della scuola (Adi, Aimc, Andis, Apef, Cidi, Diesse, Disal, Mce e Ucim) collaborano con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca per la ripresa della vita nelle scuole dell’Abruzzo con il Progetto “Scuola adotta scuola”. Si tratta di sostenere la normale ripresa della vita delle scuole e sviluppare la solidarietà attraverso microprogetti di istituto. Le associazioni professionali scendono in campo con la propria rete capillare di dirigenti e docenti per la mobilitazione delle scuole. Una o più scuole italiane statali o paritarie si assumono la coprogettazione, ricerca delle risorse e realizzazione fattiva di attrezzature, laboratori, attività nelle scuole colpite dal terremoto aquilano. Come ci è stato ricordato da chi ha vissuto tutta la grande esperienza di soccorso e ricostruzione del Friuli, i gemellaggi sono stati il metodo più efficace in tutti i settori.
Questa iniziativa dal basso vuole sostenere efficacemente gli sforzi di una popolazione che chiede di ripartire dall’avventura dell’educazione. Le istituzioni scolastiche gemellate interessate si impegnano a ricercare le risorse personali, strumentali e finanziarie per intervenire nei microprogetti adottati. La pratica del gemellaggio contribuirà ad abbreviare i tempi, a far giungere gli aiuti in forma mirata, a ridurre le sovrapposizioni di interventi e gli sprechi e, non ultimo, a ridurre i rischi di speculazioni. Per rendere operativo il loro impegno, le associazioni professionali hanno realizzato un coordinamento sul posto in Abruzzo ed un collegamento nazionale via internet. A fare da apripista a questa iniziativa è l’associazione Disal-Dirigenti Scuole Autonome e Libere. Scuola adotta scuola è un tentativo di sussidiarietà in azione riportando al centro di questa particolare emergenza soggetti caratterizzati da una libertà capace di rapporti, inteso non solo come indipendenza e capacità di scelta, ma anche in quanto desiderio di bene e di relazione vissuta come bene nelle scuole e per le scuole. Un’azione sociale ed educativa che cerca la soddisfazione a un bisogno avendo al suo centro il desiderio di un significato ultimo per sé e per gli altri dentro la ferita aperta dalla furia del terremoto, permeato di una gratuità, amore a sé e agli altri, alla sorte del nostro popolo, più grande di ogni interesse particolare.