In ogni finale di partita si fanno i conti e nella scuola i conti si chiamano valutazione.

Quest’anno il finale è un Giano bifronte con una faccia – cui tutti si appassionano – rivolta al passato ed un’altra – molto negletta – che guarda al futuro.

Le grandi semplificazioni generano le grandi confusioni.

Cosa c’è di più semplice del voto numerico per premiare il merito e tornare alla serietà? E di ripristinare il principio che senza 6 agli esami non si entra?



Il ragionamento possiede una sua logica: nei passaggi di fine anno si può pazientare e chiudere un occhio aspettando il recupero, ma quando si viene agli esami finali ed alle ammissioni agli stessi, non si scherza. E’vero infatti che mandare un messaggio di maggiore severità può innalzare il livello degli apprendimenti per una maggiore applicazione, ma ciò avviene entro certi limiti. E’ difficile pensare che, con tutti a scuola, tutti raggiungano un reale (e non adattato al contesto) livello di accettabilità in tutti i campi del sapere. E’ sempre successo del resto che agli scrutini una mano lavava l’altra ma una volta non c’era la necessità di chiarezza circa le reali competenze acquisite che c’è ora, quando tutti stanno e devono stare a scuola.



Prendendo le cose sul serio, si innalzerebbero i livelli di ripetenza ad un livello stratosferico, con il guaio che sembra ormai dimostrato che ciò non serve a molto :La ipotesi più probabile anzi sicura nel nostro paese è quella di rendere totalmente illeggibili le certificazioni (voti) rilasciate dalla scuola, imponendo valanghe di falsi in atto pubblico. E quando pur per ragioni non di principio quali il timore di ricorsi si prendono decisioni ragionevoli quali quella sulla media dei voti per l’ammissione alla ex-maturità, la si pasticcia per la gioia dei polemisti ficcandoci dentro il voto di condotta. E’ all’orizzonte un mercanteggiamento da suk arabo ed un diseducativo uso ricattatorio del giudizio sulla condotta che invece richiede una giusta severità ed un giusto equilibrio.



Le ammissioni agli esami fanno parte di quell’aura sacrale da società premoderna che continua nella forma ad accompagnare “esami di stato” svuotati di ogni credibilità dai loro stessi protagonisti, come dimostra l’uso che taluni fanno dell’istituto delle “eccellenze”.

Passaggi semiautomatici con valutazioni (in voti o aggettivi è lo stesso) vere accompagnate dalla descrizione dei livelli raggiunti, esami finali con parti di valutazioni esterne con funzione anche regolativi che li rendano più attendibili: questa è la strada che prima di noi altri hanno preso.

Il secondo volto di Giano è questo. Nella stessa settimana che vedrà infuriare una stucchevole discussione che si concluderà in una notte in cui tutti i voti saranno sei, parte il Servizio Nazionale di Valutazione per la 2° e la 5° elementare.

Ha a che fare questo con il merito? La scarsa mobilità sociale italiana è oramai un dato sociologicamente accertato. Essa non si accompagna ad egualitarismo, ma a differenze di ordine anche economico superiori a quelle di altri paesi. Le radici di queste differenze non si fondano però nella scuola ma nella cooptazione famigliare o per camarilla. L’egualitarismo c’è solo nella scuola che sembra accompagnare dolcemente i suoi allievi verso gli esiti sociali attesi (dalla loro provenienza sociale), fornendoli del bagaglio formativo atteso, anzi ai privilegiati dà meno di quanto potrebbero imparare. Alcuni se ne rallegrano (siamo ignoranti ma equi) e poi si disperano per il trionfo della TV spazzatura. Tanto la differenza la farà il bagaglio culturale famigliare, le occasioni formative aggiuntive, le frequentazioni e le scelte elitarie a livello universitario,

Cosa c’entrano le valutazioni esterne degli apprendimenti? Cosa c’entra il Sistema Nazionale di Valutazione?

Dovrebbero servire a garantire che le scuole facciano del loro meglio per garantire un kit di partenza.

E’ sbagliato dire che Lingua e Matematica sono tutto quello che la scuola deve dare, ma se queste mancano si costruiscono castelli di sabbia in riva al mare.Lo sviluppo delle abilità trasversali nei vari campi, l’acquisizione di un bagaglio culturale e la coltivazione dei più svariati interessi sono necessari, ma sono infausti se ad esse si sostituiscono.

Sembra accantonata l’idea che basti la scuola a generare equità sociale ma certamente escludendo la scuola, non la si genera.

Nel sistema inglese ad opzioni aperte, scegliere Fotografia invece (non accanto a) Matematica, era un forte elemento di discriminazione sociale; fra le lamentele e gli alti lai delle associazioni progressiste degli insegnanti la Thatcher introdusse il National Curriculum che rese la Matematica obbligatoria per tutti anche se in dosi diverse.

I risultati in Matematica e Lingua sono i migliori predittore dei futuri risultati negli studi e nella collocazione sociale ed in particolare la Matematica è meno collegata al background sociale perché il suo codice è diverso da quello linguistico che ne è al massimo condizionato

Valutare non significa bocciare. Il dottore buono fa l’ammalato morto