Certo che se un lettore normale dovesse capire come vanno le cose leggendo le cronache locali, certe volte, con quel che mamma stampa gli passa, difficilmente avrà una chiara conoscenza dei fatti. Così mi è capitato di pensare leggendo il resoconto che la pagina di Milano del Corriere ha pubblicato dell’incontro tra il nuovo Direttore Scolastico Regionale dott. Colosio ed i presidi della Provincia di Milano, presente l’attuale Provveditore di Milano, dott. Lupacchino.



Nella scelta, fatta dal giornalista, dei presidi intervenuti si nota un po’ la fonte della notizia. Ma come è andata? Il dott. Colosio, con una serie di enunciati di principio ampiamente condivisi dai presenti e anche con qualche apprezzata ed interessante uscita dal “politicamente corretto”, ha presentato la propria visione dell’Amministrazione scolastica, sottolineando il ruolo decisivo dei presidi (ma poteva fare diversamente con gli interlocutori presenti?) per affrontare i problemi cruciali della scuola milanese. Chi ha lasciato l’incontro al termine si è augurato la consequenzialità tra principi e futura azione.



Nella sua introduzione il neodirettore ha messo a fuoco i problemi cruciali che a breve e medio termine dovrà affrontare: riduzione degli organici, riduzione delle risorse economiche, rapporto con Regioni e Province, riforme che premono a (troppo) breve termine, ristrettezza del personale disponibile negli Uffici Regionali e Provinciali, scadenze delle nomine dei docenti e del personale Ata. Il tutto manifestando un forte interesse ad un approccio pragmatico, di buon senso, possibilmente lontano da schemi ideologici o da confusione di ruoli.

Su quest’ultimo aspetto se l’è presa, senza tanti giri di parole, anche un poco con i sindacati, con le RSU di istituto che talvolta pretendono sostituirsi ai Collegi docenti, augurandosi che il sindacato torni a fare il suo vero mestiere: battagliare per condizioni salariali giuste e rispettose del lavoro di docenti e dirigenti.



Nessun accenno invece all’impegno di richiedere ulteriori organici al Ministero (sapendo benissimo trattarsi di richiesta inutile), o ad un viaggio dell’indomani a Roma. Se un incontro il dott. Colosio ha annunciato per il giorno dopo, si trattava dell’importante riunione con Assessori Regionali e Provinciali all’Istruzione, perché questi si sono già mossi con tanto di circolari per avviare una nuova programmazione degli indirizzi scolastici e delle sedi.

Su questo importante aspetto mi sono permesso, a nome dei colleghi degli Istituti Professionali, di segnalare tendenze dell’apparato regionale all’Istruzione ad entrare nel merito dell’autonomia didattica ed organizzativa delle scuole, con il rischio di uscire dalle proprie funzioni limitate a creare le condizioni strutturali del servizio, tentando invece di entrare nel merito di metodologie e scelte didattiche. Il dott. Colosio ha su questo ribadito che il confronto tra Enti locali e Scuole deve partire dal pieno riconoscimento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, che non è arroccamento autoreferenziale, bensì promozione della libera attività di istruzione ed educazione.

Consapevole della grave situazione economica dei bilanci delle scuole, sottolineata da un caloroso intervento, il nuovo Direttore ha invece sorvolato e taciuto risposte chiare ai quesiti posti sulle riduzioni irrazionali delle compresenze e sul notevole aumento degli alunni per classe, imposti dalle nuove norme ministeriali.

L’appuntamento (al quale chissà perché non erano stati invitati i dirigenti delle scuole paritarie) si è concluso con l’impegno del nuovo Direttore ad un dialogo innanzitutto con i dirigenti scolastici, riconosciuti primi interlocutori dei nodi da sciogliere (chiedendo però altrettanto dialogo e correttezza con la Direzione da parte degli stessi). Non ci sono state invece chiare risposte ai gravi problemi del momento. Sono rimaste,per esempio, sul vago le serie conseguenze che deriveranno dall’avvio delle nomine in ruolo dal 21 di agosto (un mese di ritardo rispetto allo scorso anno, imposto sempre da vicoli ministeriali): un calendario che porterà all’impossibilità di avere tutti i docenti in classe dal primo settembre, perché dopo le nomine in ruolo dovranno partire tutte le nomine annuali dei supplenti. Lo scorso anno, quando la macchina partì a luglio, le ultime supplenze annuali sono state fatte alla fine di ottobre.

Infine non sono mancati riferimenti da parte del nuovo direttore (che tra introduzione e risposte ha parlato per circa due ore), ad una visione corretta dei compiti della scuola: non più da intendersi come erogatrice di assistenza o servizi, ma con la necessità di recuperare il chiaro compito dell’istruzione. Tra gli ostacoli individuati a difesa o recupero della qualità dell’istruzione, Colosio ha ben individuato l’attuale sistema di reclutamento per graduatorie, attraverso il quale tutto avviene con astrattezza, casualità, senza alcun incontro personale e diretto tra scuola e nuovi docenti.