A poco più di un anno di distanza dall’insediamento dell’attuale Governo sembrano rimanere irrisolte le questioni più urgenti relative ai nostri atenei. Ieri il Clds (Coordinamento liste per il diritto allo studio) ha pubblicato un volantino-appello rivolto all’esecutivo in cui si evidenzia lo stallo, apparentemente irrisolvibile, all’interno del quale versano gli investimenti nella formazione e le tanto auspicate riforme del sistema universitario. I problemi messi a tema sono molteplici e senza dubbio complessi. Si va dalla revisione dei meccanismi concorsuali alle sorti degli atenei rispetto alla legge finanziaria, o ancora dalla creazione dell’ormai arcinoto ANVUR al destino che aspetta il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO). Per tentare di rispondere a molti di questi interrogativi ilsussidiario.net ha interpellato il senatore Giuseppe Valditara, responsabile di Alleanza Nazionale per Scuola e Università nonché segretario della Commissione Istruzione Pubblica del Senato. 



 

Senatore Valditara, quali sono le intenzioni della maggioranza al riguardo dei concorsi già banditi? Il Governo intende incassare i risparmi ricavati con il blocco del turnover e rielaborare le procedure concorsuali oppure si darà seguito al bando già in atto?

Non c’è alcuna intenzione di risparmiare risorse, questo lo escludo categoricamente. C’è piuttosto un problema di complessità nell’organizzazione di questi concorsi. Su questo versante so per certo che il Ministero dell’Istruzione ha chiesto un parere tecnico all’avvocatura dello Stato. Il fine di tale procedura rientra nell’ottica di organizzare nel miglior modo possibile i concorsi, con una normativa chiara e trasparente. Ritengo probabile che con l’inizio dell’autunno si organizzeranno le commissioni per l’espletamento dei concorsi. 



Per quello che riguarda il blocco del turnover, come si risolveranno le assunzioni?

Parlare di “blocco” del turnover è scorretto. È sempre possibile assumere docenti e ricercatori. Lo è però in determinati limiti, basandosi su percentuali ben definite che vogliono ricostituire la famosa piramide nel rapporto fra ricercatori, associati e ordinari. C’è poi il blocco delle assunzioni per quelle università che hanno superato il 90% nel rapporto “spese per il personale/fondo di finanziamento”, e questo mi sembra sacrosanto. Ieri durante un’audizione al Senato anche un rettore, il professor Vincenzo Milanesi dell’Università degli Studi di Padova, ha sottolineato con grande chiarezza che senza quel giusto limite saremmo andati verso lo sfascio del sistema.



Secondo lei i tagli previsti dall’ultima finanziaria saranno ridotti per il 2010 o molte università rischieranno di essere commissariate?

A proposito dei tagli voglio essere ottimista. Il mio ottimismo deriva innanzitutto dalla volontà del ministro Maria Stella Gelmini di ridimensionare drasticamente i tagli previsti nella scorsa Finanziaria per il 2010. Quelle misure hanno costituito oggettivamente un forte stimolo, un incentivo ad avviare quel percorso di risanamento che probabilmente senza una simile scossa l’università non avrebbe mai avviato. Devo dire oggi che l’università ha fatto la sua parte tanto quanto il Governo. Quei tagli vanno dunque ora drasticamente ridimensionati, perché altrimenti il sistema non reggerebbe. In ogni caso preannuncio che opererò in Parlamento perché ciò avvenga.

 

Come intende procedere da un punto di vista finanziario per le università “virtuose”?

Ho lanciato una proposta concreta: trovare delle risorse aggiuntive per finanziare le eccellenze. Su una spesa pubblica di 830 miliardi, qual è quella dello Stato, ritengo che eliminando spese improduttive e parassitarie si possano ragionevolmente recuperare risorse per questo scopo. Un’altra soluzione potrebbe essere anche una tassa di scopo, come quella che introdussi nel 2005 con un mio emendamento che aumentava le accise sui tabacchi lavorati proprio per dare più fondi alla ricerca.

Come darebbe concretamente forma a questi fondi per le eccellenze?

Ho lanciato cinque proposte. La prima riguarda la creazione di un fondo per pagare di più i professori e i ricercatori che per qualità della didattica e della ricerca si siano distinti in modo particolare. Propongo poi un investimento consistente nelle borse di studio per premiare i ragazzi più meritevoli e, in terzo luogo, l’individuazione, ogni due anni, di dieci università di eccellenza che meritino di essere finanziate con fondi extra (non cioè tratti dall’FFO, Fondo di Finanziamento Ordinario). Quarto: è necessario finanziare in modo significativo cento progetti di ricerca considerati strategici e di grande importanza (100 milioni per 100 progetti); infine un fondo specifico per chiamare 500 professori stranieri di eccellenza che possano contribuire a internazionalizzare il nostro sistema che da questo punto di vista è all’ultimo posto tra i paesi OCSE. Sarebbe comunque necessario riformare il meccanismo di assegnazione dei PRIN (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale) che si è rivelato del tutto inadeguato.

C’è in ballo una bozza di ddl in materia di governance, reclutamento, valutazione e diritto allo studio. Che tempi prevede? Pensa che ci sarà spazio per un dibattito parlamentare?

Auspico che il ddl venga presentato al più presto in CdM. Per quel che concerne il dibattito parlamentare sicuramente sarà ampio e dovrà presupporre un confronto serio con l’opposizione. Il ddl rappresenta un passaggio indubbiamente importante per il rilancio del nostro sistema universitario.

Quali sono i tempi previsti per l’avvio dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca)?

L’ANVUR dovrebbe essere portato oggi stesso in Consiglio dei Ministri e quindi credo che nel giro di alcuni mesi potrà essere funzionante. Penso che non sia irrealistico affermare che ciò possa avvenire per la prossima primavera.

Una volta riformate le SISS, come e in quanto tempo si pensa di poter risolvere il problema del reclutamento degli insegnanti?

Quella del reclutamento degli insegnanti è una grande urgenza. Il testo elaborato dal Governo mi sembra molto convincente, è un’ottima sintesi, un’evoluzione in linea con il testo del ministro Moratti che era già una buona proposta. Quindi auspico che possa essere portato rapidamente in parlamento perché si possa avviare finalmente quel reclutamento meritocratico di cui la nostra scuola e il Paese hanno bisogno.