Un giorno tanto atteso dal governo e, soprattutto, al Ministero dell’Istruzione. Dopo il via libera della commissione Cultura della Camera ai regolamenti della riforma del secondo ciclo dell’istruzione, la maggioranza ha votato compatta il parere della relatrice Valentina Aprea, presidente di commissione. È la tanto attesa votazione definitiva in Parlamento che per arrivare a questo risultato ha dovuto superare un mare di ostacoli, obiezioni, proteste, esami, consulte, pareri e via dicendo. Ultimo scoglio il parere del Consiglio di Stato recentemente rilasciato con esito positivo.



Entusiasta la reazione della presidente della Commissione Cultura, Valentina Aprea: «fra circa dieci giorni il ministro Gelmini riporterà i regolamenti con le modifiche da noi indicate al Consiglio dei Ministri e si avranno i nuovi regolamenti attuativi. Non si deve più chiedere niente a nessuno, adesso la scuola ha finalmente le gambe per camminare». I regolamenti sono stati approvati in Parlamento a maggioranza. Il fronte delle opposizioni si è invece unito nel voto contrario.



Tanto che l’onorevole Aprea parla di una vera e propria sorpresa. «È stato davvero un colpo di scena: le opposizioni hanno votato contro su tutto. Il PD ha votato anche contro il regolamento degli istituti tecnici. Così facendo ha contribuito meno di quanto ottenuto dalla Conferenza Stato Regioni».  Una presa di posizione che a detta dell’onorevole Aprea «è una cosa vergognosa. Io non ho risparmiato giudizi negativi. Ho detto che è un’occasione mancata per la scuola, una sconfitta per la politica».

E le motivazioni dello sdegno non mancano. «Perché comunque il centrosinistra ha avuto due ministri che si sono “sporcati le mani”, si sono misurati con la riforma degli ordinamenti. E sicuramente questa riforma, oltre che essere il frutto della riforma Moratti e dell’operato del ministro Glemini, porta il segno di numerosi contributi che anche il centrosinistra aveva nel tempo saputo dare. Il fatto che sia stata approvata a maggioranza sta a significare la scelta da parte del centrosinistra di un voto contrario espresso solo per motivi strumentali». L’onorevole Aprea non ha dubbi e continua: «hanno scelto il voto strumentale, il facile consenso elettorale per cavalcare la protesta di chi sarà insoddisfatto. Hanno preferito stare dalla parte di chi ideologicamente si oppone a questa riforma e non hanno voluto invece abbracciare la grande visione delle giovani generazioni che studieranno su nuovi ordinamenti più moderni.



Ma il presidente della Commissione non ha risparmiato giudizi taglienti anche nei confronti dell’altra opposizione, quella dell’UdC. «Ha fatto come Ponzio Pilato se ne è lavata le mani. Se possibile l’UdC era ancora più compromessa del PD in questa riforma. Dico questo rispetto al fatto che insieme a noi hanno approvato la riforma Moratti e che con noi hanno condurre le battaglie contro la statalizzazione dell’istruzione professionale. Credo che per molti la decisione sia stata sofferta, ma fatto sta che alla fine anche loro si sono sorprendentemente attestati sulla stessa posizione del PD, facendo voto contrario su tutto». Ma al di là della posizione espressa dalle opposizioni l’onorevole Aprea, come tutta la maggioranza, non può fare a meno di esprimere contentezza per l’approvazione. «È una grande soddisfazione. Con questo voto si chiude un processo di riforma durato almeno dieci anni, si tratta di una svolta epocale per la scuola e il sistema educativo del nostro Paese».