Da stamane si rincorrono voci e smentite sul futuro della riforma Gelmini. Si era partiti con una serie di notizie che volevano addirittura il ministro Tremonti scrivere alla collega Gelmini per comunicarle che non ci sono fondi necessari per il suo progetto. Che tra le altre cose prevede l’assunzione di diverse migliaia di precari nei prossimi anni.



Tremonti, durante la conferenza stampa di oggi pomeriggio relativa all’approvazione del ddl sulla stabilità (la finanziaria) ha negato tutto ciò. Ha anzi promesso che troverà i fondi necessari alla riforma. Stessa cosa ha fatto Bossi: “Nel decreto di fine anno ci sarà certamente lo stanziamento’” ha detto. Intanto stamane sit in di protesta dei precari davanti a Montecitorio mentre domani scendono in piazza i Cobas delle scuole, sempre contro la riforma Gelmini.



Il commento del ministro Gelmini: “Il ministero ha presentato una riforma, moderna e innovativa, che ha l’ambizione di rilanciare l’università italiana. Accolgo positivamente il fatto che il centrodestra ritenga l’università una priorità. Arrivati a questo punto, ha ragione la maggioranza quando chiede di legare e contestualizzare le riforme alle risorse. Ora tocca al Parlamento approvarla e al ministero dell’Economia valutarne la copertura”.

Il disegno di legge, approvato al Senato lo scorso 29 luglio, da allora è stato al centro delle critiche e delle proteste, anche accese, dei lavoratori dell’università. Ricordiamo che il provvedimento è composto da 22 articoli e sono stati oltre 400 gli emendamenti esaminati in aula, 80 quelli della maggioranza.



Le linee ispiratrici sostengono che “il provvedimento riforma l’intero sistema universitario affermando il principio che l’autonomia delle università deve essere coniugata con una forte responsabilità: finanziaria, scientifica, didattica. Le università sono autonome ma risponderanno delle loro azioni”. Questo, per i lavoratori delle università, significa essenzialmente tagli ai fondi.

Nella manifestazione di stamattina davanti a Montecitorio, organizzata da Flc-Cgil non sono stati risparmiati gli slogan anti Gelmini e riforma. “Venticinquemila sepolti vivi nella Gelminiera”. E ancora: “Università pubblica, Gelmini la tua assassina, Tremonti il suo mandante”. Stamattina anche una assemblea pubblica: i ricercatori (in maglietta arancio con la scritta «ricercatore fuori produzione”) e universitari si sono avvicendati, megafono alla mano, per spiegare gli effetti del contestato ddl: prestiti al posto delle borse di studio, tagli ai laboratori e ai corsi di laurea, atenei concepiti come aziende o piccole monarchie con l’aumento a dismisura del potere dei rettori, rottamazione dei ricercatori. Ma soprattutto interventi a costo zero.