Nella nostra Facoltà le lezioni non sono ancora cominciate, nè cominceranno fino al prossimo 15 ottobre. Lo ha deciso la Preside di Scienze MM. FF. NN. a seguito della discussione avvenuta nella seduta del Consiglio di Facoltà del 29 settembre.

Tale rinvio è l’ultimo atto della protesta di molti ricercatori universitari che, a partire dall’aprile scorso, manifestano il loro dissenso in merito a due punti critici fondamentali attinenti al futuro dell’università. Il primo riguarda la ridefinizione della figura del ricercatore prevista dal disegno di legge attualmente in discussione alla Camera: esso rischia di porre su un “binario morto” gli attuali ricercatori a tempo indeterminato e di escludere un gran numero degli attuali dottori e assegnisti di ricerca dalla possibilità di accedere alla carriera accademica. Il secondo è relativo ai tagli alle risorse destinate all’università nell’attuale e nel prossimo anno accademico, stabiliti dalla legge finanziaria 133/2008.



Per far sentire la propria voce relativamente ai problemi segnalati e nella speranza di ottenere positive risposte, una larga maggioranza di ricercatori ha deciso di utilizzare come forma di protesta la rinuncia ai corsi loro affidati a titolo gratuito, che non rientrano nei compiti istituzionali. Tali insegnamenti hanno spesso contribuito a rendere ricca e qualificata l’offerta formativa dei nostri Corsi di Laurea negli ultimi anni. Le rinunce presentate, seppur legittime, causeranno lacune più o meno gravi all’interno dei piani didattici della nostra Facoltà. Dichiarandosi solidali –non solo con le ragioni, ma anche con le modalità della protesta –, numerosi professori associati e ordinari hanno richiesto all’interno degli organi accademici il rinvio dell’inizio delle lezioni, ottenuto nell’ultimo Consiglio di Facoltà.



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Pur consapevoli della gravità della situazione e del difficile contesto in cui questo anno accademico ha inizio, non riusciamo a condividere la decisione presa sullo slittamento dell’inizio dei corsi:
a) tre settimane di ritardo comportano un danno non facilmente recuperabile rispetto alla organizza-zione dei semestri e delle sessioni d’esame, una riduzione del tempo a disposizione per presentare adeguatamente il contenuto dei corsi e per la preparazione degli esami;
b) la protesta, oltre che dannosa per gli studenti, rischia di essere anche drammaticamente contro-producente e inefficace, se si guarda con realismo alla tempistica del dibattito politico sui provve-dimenti legislativi che riguardano l’università oltre che al contesto politico generale;
c) una modalità di protesta che per difendere l’università lede fortemente la didattica e impedisce l’esercizio del diritto di insegnare e di imparare (che è il cuore stesso della vita universitaria) reca in sé una insanabile e profonda contraddizione.



 

È per questi motivi che in tutte le sedi istituzionali (dal Senato Accademico al Consiglio di Facoltà e ai Consigli di Coordinamento Didattico) abbiamo difeso la possibilità di tutti noi studenti di iniziare l’anno accademico.

 

 

L’estrema criticità del momento presente rende quanto mai necessaria una tempestiva decisione del Parlamento in merito al disegno di riforma (e all’interno di essa un più equo riconoscimento della situazione dei ricercatori a tempo indeterminato e dei giovani) insieme ad una chiara e sicura definizione, da parte dei Ministri Tremonti e Gelmini, delle prospettive di investimento nel sistema universitario. Come affermato dal nostro Rettore, in seguito all’ennesima ricalendarizzazione del DDL in Aula, prevista per il 14 ottobre, “serve un atto di responsabilità [delle forze politiche]. Fuori da ogni retorica, ne va davvero del futuro di questo Paese” (Corriere della sera, 4 ottobre).

 

 

Riteniamo d’altra parte che la presa di coscienza dei problemi che attualmente gravano sull’università può e deve essere l’occasione per riporre, nuovamente e in modo non retorico, la domanda sul valore dell’istituzione che così tenacemente cerchiamo di difendere. Solo da qui può nascere un tentativo di costruzione nel presente, a partire da quei punti di ricchezza che continuamente emergono all’interno di una comunità di docenti e studenti che liberamente studiano e ricercano, dando credito al proprio desiderio di verità.

 

 

Lista Aperta Obiettivo Studenti aderente al CLDS (Coordinamento Liste per il Diritto allo Studio)
Facoltà di Scienze MM. FF. NN. dell’Università degli Studi di Milano