Molti i temi sollevati dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, durante il discorso tenuto il 21 settembre nel cortile del Quirinale in occasione dell’inizio dell’anno scolastico. “Riformare si deve e con giudizio” ha detto il presidente della Repubblica, nel quadro di un discorso istituzionale cha ha passato in rassegna i principali temi dell’istruzione, dal merito, alla qualità, alle diseguaglianze e, non ultima in ordine di importanza, alla storia. Non si deve dimenticare, ha detto il capo dello Stato, il ruolo che ha avuto l’istruzione pubblica nel ridurre le disuguaglianze sociali nell’Italia postunitaria.



Nel fare le necessarie riforme, ha detto Napolitano, non si devono avere in mente solo i risultati: occorre “superare squilibri, disparità e diseguaglianze che si presentano anche nell’istruzione, che dovrebbe servire proprio a colmare le diseguaglianze”. Senza dimenticare il dovere di “costruire in tutti i campi una cultura e una pratica del merito”.



Molti i temi ai quali il presidente ha riservato una parte nel suo discorso. Missione della scuola è quella di essere “un luogo di incontro e di integrazione per tutti”. di fare le riforme, naturalmente, perché “stiamo correndo più di altri, ma non abbiamo raggiunto i paesi più avanzati”. Il capo dello Stato ha difeso l’unità di intenti nel processo di riforma, i cui obiettivi sono per la gran parte oggetto di un consenso unanime: “più qualità, più rapporto stretto tra istruzione e mondo del lavoro, maggiore spazio alle competenze necessarie nella società contemporanea”. Non ha dimenticato, Napolitano, uno dei punti che più gli preme di sottolineare: quello di riconoscere la “priorità della ricerca e dell’istruzione nella ripartizione delle risorse pubbliche disponibili”.



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