Per il Ministro dell’Istruizione Mariastella Gelmini la riforma universitaria è un obiettivo imprescindibile da raggiungere. Deve «arrivare in tempi brevi a conclusione, il prima possibile» non smette di ripetere il Ministro. E anche oggi, ospite della settima giornata della ricerca di Confindustria.
Per il Ministro la riforma è «attenta al capitale umano che punta a sostenere uno spazio europeo della ricerca» e la ritiene uno strumento fondamentale per combattere la famosa “fuga dei cervelli” che porterebbe l’italica genialità fuori dai patri confini per arrivare laddove il sistema educativo, formativo e lavorativo – soprattutto nel campo della ricerca – sia molto più dinamico, sinergico e attento ai più giovani.
«Per la prima volta c’è una riforma organica con una governance più efficiente e con una valorizzazione del capitale umano e la rivisitazione del ruolo del ricercatore». Insomma, un’occasione da non perdere. Ma la riforma, ben lungi dal mettere tutti d’accordo, sta suscitando proteste un po’ in tutta la penisola e gli ultimi aggiornamenti parlano di un clima caldissimo in Sicilia.
E proprio da quanto è emerso dalla conferenza stampa della Cgil Sicilia e Flc-Cgil, contro la riforma ci sarà un’azione davvero dura.
Per il 6 e 7 ottobre la Flc-Cgil annuncia volantinaggi e sit-in, il giorno successivo nelle città siciliane si svolgerà invece la manifestazione degli studenti delle scuole. E l’azione si farà "permanente", perché dall’8 ottobre in avanti la Flc-Cgil ha indetto «lo sciopero della prima ora» nelle scuole, che si ripeterà ogni quindici giorni fino a dicembre.
Flc e Cgil hanno denunciato le difficoltà degli Atenei siciliani come i «buchi» didattici in materie importanti dovuti al blocco del turnover, tetti degli incarichi a contratto, mancato riconoscimento di mansioni e carichi di lavoro dei ricercatori precari.