Se c’è una cosa sulla quale, nella attuale tumultuosa fase di discussioni e scontri sul futuro della scuola secondaria superiore italiana, sono (quasi) tutti d’accordo, è che i risultati di apprendimento dei nostri ragazzi in matematica sono del tutto insoddisfacenti. Lo dicono i loro insegnanti, che assegnano debiti a raffica; lo dicono le commissioni dell’esame di Stato dei licei scientifici, che giudicano insufficienti la metà dei ragazzi; lo dicono le valutazioni internazionali, sia quelle orientate a valutare apprendimenti scolastici in senso stretto (TIMMS Advanced), sia quelle costruite su un approccio “per competenze” (OCSE-Pisa).



D’altra parte, la cornice della riforma Gentile prevedeva un ruolo subalterno (e solo funzionalistico) agli insegnamenti delle discipline scientifiche, negandone di fatto il valore formativo: questo imprinting ha fatto sì che si sviluppasse una tradizione di insegnamento centrata spesso su tecnicismi ripetitivi, che ignorava i grandi nuclei concettuali e al tempo stesso non permetteva ai ragazzi di comprendere la centralità della matematica e dei suoi metodi nella moderna visione scientifica del mondo.



Il bisogno di una svolta netta, che ridisegnasse in maniera drastica gli obiettivi di apprendimento era sentito da tutti. Interi ambiti erano esclusi dal panorama dei nostri licei non scientifici: la statistica, tanto per citarne uno che nei curricoli di altri paesi occupa un buon terzo del tempo dedicato alla matematica. L’indagine TIMMS Advanced (la più importante indagine internazionale) fissa 16 obiettivi per i ragazzi di quarta superiore: di questi, solo 4 (e parzialmente un quinto) rientrano negli attuali “programmi” dei licei (escluso lo scientifico).

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D’altra parte, il 50% degli esercizi presenti in molti dei nostri libri di testo è assolutamente improponibile in qualunque altro paese. Buona parte del lavoro fatto in matematica da insegnanti e studenti, va detto, rischia di essere senza scopo e senza utilità. Un grande come De Finetti aveva messo alla berlina la trinomite, l’insistere su una tipologia di esercizi che assorbiva una quantità di tempo spropositato; nella scuola però sono rimaste molte altre malattie dello stesso tipo. Le Indicazioni che sono state proposte per il sistema dei Licei sono partite da questo bisogno di profondo rinnovamento.

 

La prima scelta ha riguardato le differenze tra i diversi Licei. Ad eccezione del Liceo Scientifico e del Liceo delle Scienze Umane a opzione economico-sociale, che hanno un orario rafforzato e quindi programmi specifici, tutti gli altri licei hanno sostanzialmente le stesse Indicazioni, con qualche adattamento minore per favorire i collegamenti interdisciplinari (che sono fortemente raccomandati, per favorire apprendimenti dotati di significato). Si è voluto a tutti i costi evitare licei con una matematica di serie A e una di serie B.

Dal punto di vista dei contenuti gli obiettivi ruotano attorno a tre nuclei :

1. gli elementi della geometria del piano e dello spazio
2. le nozioni elementari del calcolo differenziale e integrale, con particolare riguardo per le loro relazioni con la fisica;
3. gli elementi del calcolo delle probabilità e dell’analisi statistica.

 

 

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Solo i primi fanno attualmente parte del bagaglio del Liceo Classico. L’ampliamento di orizzonti era indispensabile, ma ha posto (e pone agli insegnanti) un problema serio. Come fare ad allargare lo spettro di apprendimenti così radicalmente, in un quadro orario comunque limitato (ma non dimentichiamo che i nostri ragazzi hanno un Liceo più lungo di un anno rispetto ai loro omologhi degli altri paesi europei)?

Occorre avere il coraggio di tagliare: nelle Indicazioni si sottolinea che è necessario evitare dispersioni in tecnicismi ripetitivi o casistiche sterili che non contribuiscono in modo significativo alla comprensione dei problemi… L’indicazione principale è: pochi concetti e metodi fondamentali, acquisiti in profondità.

 

Nelle Indicazioni non si è voluto scrivere elenchi, sia pure suddivisi in conoscenze e abilità. Un elenco non sarebbe stato efficace, perché non è aggiungendo qualche voce a un elenco che si poteva rinnovare efficacemente il curricolo; inadeguato perché il collegamento tra conoscenze, abilità e competenze attese in uscita, in matematica, è qualcosa di molto articolato che una logica elencatoria non può rendere; e scorretto perché in matematica, a questo livello di approfondimento, queste distinzioni sono spesso artificiose, forzate, e non corrette da un punto di vista epistemologico.

Le Indicazioni sono già da una settimana in linea. Ora si apre un periodo di consultazioni e discussioni, per arrivare alla stesura definitiva. Indipendentemente dal giudizio personale che ognuno ha sui cambiamenti generali in atto nella scuola, fornire agli insegnanti e agli studenti delle indicazioni disciplinari chiare e coerenti è comunque fondamentale, e richiede l’impegno di tutti. Un forum di discussione è a disposizione di chiunque voglia dare un contributo.

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