Per i maturandi dei licei classici incombe la seconda prova scritta, una traduzione dal greco. E se a turbare i sonni dei ragazzi per ora è soprattutto il tema di italiano, a separarli dalla versione c’è solo un giorno in più. La prima prova della maturità 2010 sarà infatti il 22 giugno, la seconda il 23. Tempo concesso per completare la traduzione, quattro ore in tutto. Che per tradurre Platone o Demostene spesso non sono proprio tantissime. Attenzione quindi alle due Scilla e Cariddi che spesso mandano ko la maggior parte degli studenti: da una parte lasciarsi prendere dalla fretta, dall’altra non calcolare bene i tempi e non riuscire a completare la versione.
Se alcuni passaggi risultano incomprensibili meglio evitare di «bloccarsi», perché proseguendo con la traduzione è probabile che si riesca a ricostruire anche quanto veniva prima. Prima regola, per fare una buona versione all’esame di Stato occorrono tre cose: grande concentrazione, l’annotazione durante la prima lettura delle parole che già si conoscono, l’attenzione alle piccole parole in apparenza insignificanti.
Seconda regola: il vocabolario resta chiuso. Almeno per i primi dieci minuti da quando è distribuito il testo della versione. Si leggono il titolo e il nome dell’autore, per capire il discorso generale. Di solito si tratta di un argomento storico o filosofico o mitico: potete dunque cercare di attingere alle vostre personali conoscenze per aiutarvi con la comprensione del testo. Anche il nome dell’autore può aiutare, sia perché possiamo avere studiato i contenuti del suo pensiero durante l’anno, sia perché ogni scrittore ha delle caratteristiche stilistiche diverse dagli altri, che ci possono aiutare durante la versione. La comprensione almeno a grandi linee del testo durante la prima lettura non deve essere considerata impossibile o inutile, ma è assolutamente fattibile. Attenzione però: sono scaduti i dieci-quindici minuti che vi eravate prefissati? E’ il momento di passare alla fase due, senza perdere tempo prezioso.
A questo punto si incomincia l’analisi del testo, frase per frase. Di solito, il metodo migliore è analizzare una frase e tradurla subito dopo, per poi passare alla frase successiva. Dalla prima lettura non avete capito nulla? Non preoccupatevi, vedrete che dopo l’analisi del periodo e quella logica inizierete a vederci più chiaro. Ogni frase (separata da un punto o da un punto in alto, che in greco equivale ai nostri due punti) si divide in proposizioni, ciascuna delle quali contiene uno e un solo verbo. Si cerchia quindi a matita il verbo e si delimita con delle sbarrette la proposizione cui appartiene. Dai tempi verbali si capisce qual è la principale e quali sono le subordinate, che di solito sono introdotte dalle congiunzioni.
Distinguerle è fondamentale, in quanto le proposizioni non vanno tradotte nell’ordine in cui si trovano, ma partendo dalla principale e proseguendo con le subordinate. Per ogni proposizione si individuano soggetto, verbo e complementi distinti dalle preposizioni e dal fatto di essere nei casi genitivo, dativo o accusativo. Anche qui, per fare una buona traduzione la regola è semplice: partire dall’inizio. Prima il soggetto, poi il verbo, poi i complementi. Per questo l’analisi logica non è una perdita di tempo, ma è ciò che distingue lo studente che ha metodo da quello che non ce l’ha. Nelle versioni di greco un elemento di difficoltà è spesso costituito dai participi. Attenti prima di tutto alla concordanza (a chi si riferisce?); se è preceduto da un articolo vuol dire che è sostantivato; altrimenti sarà un participio congiunto o un participio predicativo.
Fatta l’analisi logica della prima proposizione principale, si può iniziare a tradurre incominciando dal soggetto che si trova in caso nominativo e che concorda con il verbo. Un consiglio è quello di non soffermarvi sul primo significato che trovate sul dizionario, cercando il sostantivo più consono al contesto e leggendo per intero quanto vi indica il vocabolario. E’ utile anche controllare con quali casi o preposizioni si costruisce un determinato verbo, per trovare il giusto significato, consultando anche eventuali note sull’autore o frasi idiomatiche. Non cercate mai a caso, perché occorre avere sempre un’idea del significato del vocabolo in base al contesto. Costruite tutta la frase intorno a soggetto e verbo, senza perdere mai di vista la corrispondenza tra casi e complementi. Fissatela subito per iscritto, controllando che abbia un senso logico compiuto, in sé e in rapporto al contesto.
Finito di tradurre, si può passare a migliorare la resa in italiano. Rileggete bene quanto è stato scritto per cogliere eventuali errori grammaticali o di significato. Se alcune frasi sembrano non avere senso, o sono strane o incongruenti dal punto di vista del contenuto, occorre controllare la traduzione dall’originale greco, per verificare di non avere commesso errori grammaticali o di resa semantica. Utilizzare tutto il tempo a disposizione, tenendo però conto della necessità di ricopiare in bella.
Se alla fine ci sembra una traduzione logica e corretta, possiamo anche tentare una resa più libera del testo, ma questo deve tener conto di alcune considerazioni: si può modificare un verbo dalla forma attiva a quella passiva, un singolare può diventare un plurale, ma trasformare una subordinata in principale potrebbe risultare rischioso. In questa fase, lo studente può evidenziare la propria conoscenza dell’italiano nella scelta delle sfumature lemmatiche, con cui intende proporre la sua traduzione. Meglio comunque puntare su un linguaggio il più possibile aderente all’originale, senza pretendere di essere creativi e cercando piuttosto di rendere il testo chiaro e scorrevole. Last but not least, si ricopia in bella e si corregge la stesura definitiva per evitare che contenga errori ortografici.
(Pietro Vernizzi)
Leggi MATURITA’ 2010/ Sette cose da fare per superare la prima prova senza farsi prendere dal panico
Leggi anche MATURITA’ 2010/ Prima prova: analisi del testo o saggio breve, ecco come uscirne “vivi”
Leggi anche MATURITA’ 2010/ Il motore di ricerca per conoscere i membri della commissione esterna