È arrivato il momento di occuparsi della terza prova di questa maturità 2010. Nel lodevole intento di saggiare, cari ragazzi, la vostra preparazione su quasi tutte le materie dell’ultimo anno e non soltanto su due come prima, i riformatori dell’esame di Stato nel 1998 si inventarono la terza prova. Essa consiste, come sapete – perché ne avete fatto durante l’anno almeno due simulazioni – in domande su quattro o (raramente) cinque materie, formulate secondo tipologie differenti, a cui dovrete rispondere nell’arco di tre ore.
Ci sono a questo proposito varie scuole di pensiero su quale tipo di domanda convenga di più al candidato, se la trattazione breve di un argomento, o i quiz: le uniche cose certe sono che una materia sarà l’inglese e che la tipologia sarà congrua con quanto è stato fatto durante l’anno scolastico. La prova infatti non è ministeriale, ma viene costruita dalla commissione, sulla scorta dei materiali contenuti nel Documento del Consiglio di Classe. È questa una applicazione dell’autonomia scolastica.
Anche in questo caso non nascondo ciò che ho sempre pensato e di cui negli anni mi sono vieppiù convinta, che cioè la terza prova sia stata partorita da una mente malata. In ogni caso voi la dovete affrontare e poco vi importa dei miei pareri.
Come prepararla nel modo migliore, in modo che i 15 punti a vostra disposizione non subiscano drastiche diminuzioni? Naturalmente l’ottimo sarebbe stato l’impegno continuo e costante di tutto l’anno nelle materie prescelte, ma si sa che tale traguardo è difficilmente raggiungibile, o meglio, è raggiunto da pochissimi di voi. Perciò niente lacrime di coccodrillo; fanno perdere tempo.
Il primo consiglio è quello di riposare e di fare qualcosa di bello nel giorno che separa le prime due prove dalla terza. Avrete bisogno di riprendervi e dunque non passate tutto il tempo sui libri.
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Correreste il rischio di confondervi le idee, senza raggiungere alcun risultato utile. Basta una ripassata veloce sui nodi essenziali delle materie papabili. Due orette al massimo al giorno.
Come fare? Avete in mano i programmi firmati dal professore e da due di voi in rappresentanza della classe. Scorreteli e provate a rispondere sinteticamente per iscritto a qualche argomento, tra gli ultimi soprattutto, sui quali in classe il professore ha insistito di più. Potete usare anche l’indice del libro di testo, in genere è una buona guida. Preparate anche una risposta breve e personale sul significato della materia, nel caso remoto, ma pur sempre possibile, che una intelligente domanda verta sul vostro interesse per essa, sull’utilità che ne avete tratto studiandola. Sono cose che non accadono sovente, ma qualche volta sì e in genere permettono a voi di rendervi conto del perché avete studiato e a chi vi valuta di giudicare la vostra preparazione complessiva.
Per la stesura del compito state attenti all’ortografia, alla punteggiatura, all’ordine logico delle vostre risposte. Non dimenticate il dizionario monolingue di inglese, che si può rivelare uno strumento utile a evitare svarioni. Cercate di scrivere con una grafia leggibile: ciò rivela la vostra personalità e permette a chi prende in mano il vostro compito di correggerlo con maggiore facilità. Non è poco.
Con questa prova scritta gran parte dell’esame di Stato è fatta. È probabile e comprensibile che a questo punto siate stanchi. Non pensate subito al colloquio orale, né alla tesina, anche se vi preoccupano. Fate una pausa con ciò che vi diverte e che vi riposa di più. La mente ha i suoi diritti e il corpo pure. Anche se siete i primi, avete tutto il tempo di preparare l’orale. A presto.