Stamattina gli studenti impegnati nella maturità 2010 si sono cimentati con la seconda prova scritta dell’esame di stato. A differenza della prima prova, compiuta ieri, l’argomento e la tipologia dello scritto erano differenti a seconda della scuola frequentata: matematica per il liceo scientifico, greco per il liceo classico, pedagogia per il liceo pedagogico, lingua straniera per il linguistico, disegno per il liceo artistico, economia aziendale per gli istituiti tecnici commerciali.
In questa seconda prova della maturità 2010, sarà stato più favorito al Classico chi si è preparato su Platone. Infatti il testo scelto, secondo le indiscrezioni che si rincorrono via internet riguarderebbe Socrate e la politica ed è tratto dall’Apologia di Socrate. La prova di matematica di questo esame di stato avrebbe riguardato una funzione, un polinomio, un limite e un problema di geometria. Il test di Pedagogia potrebbe essere stato sull’e-learning tra Internet e formazione, mentre al liceo di Scienze Sociali sarebbe stata proposta una prova sui Media e sui reality show come il Grande Fratello.
Si attende ovviamente che il ministero diffonda i testi ufficiali delle prove per sapere se i temi da affrontare siano stati effettivamente quelli. Nel frattempo gli studenti potranno prendersi una breve pausa, dato che la terza prova della maturità 2010 si terrà venerdì.
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Da stamattina infatti il web è stato invaso da indiscrezioni sulla seconda prova. Già dai primi istanti dall’inizio si sapeva che nei licei classici gli studenti avrebbero dovuto affrontare Platone, un brano tratto dall’Apologia di Socrate, per la precisione. Da lì in avanti è stato un continuo susseguirsi di segnalazioni e tracce inviate dai cellulari ai siti internet specializzati. In poche ore è trapelato il contenuto delle seconde prove di quasi tutti i licei e gli istituti tecnici e professionali. Contenuto sul quale, tuttavia, non conviene mettere la mano sul fuoco. La bufala è dietro l’angolo, e nessuno può avere la certezza che le prove rifilate ai siti internet, non siano il frutto dello scherzo di qualche buontempone.
