La maturità ormai non fa più paura a nessuno, sostanzialmente più neanche a quelli che la fanno. Il colpo di grazia gliel’hanno dato i film sulle notti prima degli esami del generone romano. Fanno più paura gli esami di accesso alle università a numero chiuso, ma di quelli non parla nessuno.

Del resto i riti iniziatici, per essere rispettati, debbono comportare una certa dose di rischio ed avere un contenuto serio. Un po’ di brivido e di emozione ha cercato di resuscitarlo il ministro Gelmini con la faccenda dell’accesso con tutti 6. Una cosa molto seria invece il ministro l’ha detta e cioè che dal 2012 anche all’esame di maturità ci sarà una parte standardizzata esterna come nell’esame di terza media, da quest’anno a regime. I prossimi due anni segneranno l’ingresso di questo tipo di valutazione, a partire dalla seconda classe, nelle scuole superiori. Sarà una scommessa importante, ma impegnativa ed il lancio da parte del pulpito più autorevole, come quello del ministro, le fornisce la necessaria autorevolezza.



Su tutte queste faccende dei numeri della scuola, poi, c’è da dire una cosa preliminare, e cioè che nessuno (del pubblico comune, si capisce) li conosce. All’inizio di giugno c’è stata una breve polemica su ammissioni e non ammissioni, bocciati e promossi. La base? Campionamenti e proiezioni. Oggi si parla di esiti della maturità. La base? Campionamenti e di proiezioni forniti dal ministero sulla base del 10% delle scuole. Ma dati sicuri, niente.



Si dovrebbe da questi dati, secondo il ministero, dedurre che ci sono stati meno bocciati, “perché la selezione è stata più severa al momento dell’ammissione” e che “per i maturi ci sono stati voti più bassi che in passato”. Quest’anno infatti i bocciati sarebbero il 2,05% a fronte del 2,15% di un anno fa. I non ammessi nel 2009 erano stati 17 mila (5,1%), mentre quest’anno sono stati oltre 23 mila (cioè il 6,6%). Il campione analizzato indica anche “una diminuzione dei voti attribuiti dalle Commissioni”. Sono di meno i maturi con una votazione da 81 a 100 e lode, con una diminuzione maggiore nella fascia dal 91 al 99 passando dal 6,2% al 5,2%. I 100 – sempre in questo campione – scendono dal 4,5% al 4% mentre i 100 e lode passano dallo 0,7% allo 0,6%. Percentuali da equilibristi sulla corda, se le proiezioni fossero sulle elezioni.



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A questo punto è doveroso attendere i dati definitivi, sperando che non finisca come negli altri casi ultimamente è finita.

C’è da dire infatti che nel sito del ministero e precisamente nell’Area Studi e Programmazioni era stata iniziata una lodevole produzione di dati statistici su alcuni aspetti del sistema scolastico, ivi compresi gli esiti della valutazione. Sono stati pubblicati i dati sugli esiti degli scrutini ed esami finali del 2007-08 e gli esiti degli scrutini ed esami intermedi 2007-08 e ci si è spinti fino a quelli del 2008-09. Poi più niente. Quanto alla maturità, sempre nello stesso sito è tuttora in linea una “Indagine sperimentale sugli esiti individuali del 2007-08” e l’anno scorso avevano fatto ben sperare le disposizioni date alle Commissioni di esame di caricare tutti i dati, non più con lo sperimentale sistema Conchiglia, ma con una nuova strumentazione, questa volta finalmente obbligatoria. Poi più niente, anche qui.

 

Una mancanza di dati rigorosi da paese premoderno, in cui di conseguenza le discussioni si fanno sugli apriori ideologici o sulle convenienze politiche. Perché c’è anche chi dubita che i dati non escano, perché non corroborerebbero a pieno le tesi sui risultati salvifici della linea “severista” del ministro sui voti.

Del resto, senza fare il piagnisteo buonista sul “non uno di meno”, non è che i sistemi scolastici diventino più efficaci, se si boccia o non si ammette di più. Da decenni i ricercatori che si occupano di economia dell’istruzione ritengono quello delle bocciature un sistema antiquato ed inefficace, a paragone di sistemi di rinforzo non aleatori e di sistemi di certificazione veritieri.