Sono partiti i test di ingresso per le facoltà a numero chiuso. Il destino di 90mila persone cambierà a seconda del fatto che il test d’ingresso sarà superato o meno.
Sono partiti i famigerati e temutissimi test di ingresso per le facoltà a numero chiuso, esami in grado di cambiare la vita delle persone per sempre, orientandone in via decisiva il futuro lavorativo. Sono più di 90mila quelli che dovranno cimentarsi con i test e solo una minima percentuale di questi riuscirà a superarli. Si tratta, infatti, di una dichiarata lotta per la sopravvivenza (delle università), finalizzata a ridurre all’osso il novero di coloro che entreranno in determinate facoltà, non potendo queste ospitarne più di un tot.
Oggi è stata la volta di biologia, domani toccherà a medicina, di norma la più temibile: 80 quesiti, suddivisi in logica, chimica, fisica e matematica e cultura generale. Chi ha sostenuto il test si è bruciato le vacanze studiando, per ripassare, o acquisire per la prima volta conoscenze mai avute. Sarà poi la vola di Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e le professioni sanitarie. Come ogni anno, non mancano le polemiche. Per il test di medicina, in particolare, l’Anaao, il più grande sindacato dei medici ospedalieri, ha definito la prova "inadeguata", sostenendo che manca una graduatoria nazionale «per cui il punteggio necessario per l’ammissione presenta una estrema variabilità da una sede all’altra: studenti esclusi da una facoltà sarebbero ammessi con lo stesso punteggio in altre».
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