La Regione Lombardia ha portato al ribasso la possibilità di ottenere il buono scuola per chi iscrive i figli alle scuole private, facendo scendere la soglia di chi ne ha diritto dai 46mila euro attuali a 30mila. Il “sostengo al reddito” invece destinato a chi iscrive i figli nelle scuole statali con indice Isee passa sotto i 15.458 euro.
Immediata la protesta delle scuole e delle famiglie cattoliche che hanno mandato una lettera al presidente Formigoni parlando di profonda delusione preoccupazione. Che ha risposto incolpando i tagli effettuati dal governo, un «atto obbligato, come conseguenza dei tagli a livello centrale». L’Agesc, che rappresenta 6.300 famiglie cattoliche, tramite il presidente Giovanni Battista Forlani, ha detto: «Ci aveva promesso che non avrebbe toccato la dote, invece con questi tagli sempre meno famiglie sceglieranno le scuole cattoliche, di conseguenza le rette saranno alzate e l’istruzione cristiana diventerà una cosa per pochi».
La lettera è firmata anche da don Gianni Danesi, presidente di Fidae, il maggiore sindacato delle scuole cattoliche con più di 300 iscritti. Anche l’opposizione ha rivolto parole di protesta sulla decisione. Sara Valmaggi e Fabio Pizzul, consiglieri del Pd, affidano la loro «profonda delusione» a una nota: «Che i tagli del governo nazionale mortificassero la scuola lo si sapeva — si legge — ma la Regione ha perso l’occasione per rivedere in modo profondo il sistema della dote scuola. E la voce di bilancio sul diritto allo studio risulta oggi azzerata».
Che cosa cambia dal punto di vista tecnico: abbassamento della soglia di reddito entro cui si ha diritto alla dote per iscrivere i figli alla scuola paritaria, che da 46.597 (pari a 170mila euro lordi di stipendi in una famiglia con due figli) passa a 30mila. Chi ha diritto ai soldi ne avrà comunque meno: se prima il contributo massimo era di 1.050 euro, in base al costo della scuola scelta, ora il buono diventa fisso a seconda dell’ordine di scuola, fino a un massimo di 900 euro.
Quanto al sostegno al reddito — quell’aiuto che arriva a tutti gli studenti con basso indice Isee familiare anche se iscritti alla scuola statale — i contributi per l’anno in corso riguardano 220mila famiglie e sono compresi fra i 120 e i 320 euro per ogni alunno. L’anno prossimo andranno dai 60 ai 190 euro, per comprare libri, quaderni, penne e astucci.
Quello che la manovra del Pirellone non tocca sono invece i premi in denaro per gli studenti più bravi e gli aiuti agli studenti con disabilità, a cui ogni anno vengono trasferiti 3mila euro a testa, indipendentemente dal reddito.