Il sussidiario anticipa il documento del Miur di presentazione del progetto sperimentale per la valutazione delle scuole e la premialità degli insegnanti, che sarà presentato a Cagliari il 12 gennaio e a Milano il 13 gennaio p.v.
Il MIUR ritiene che l’applicazione dei principi generali contenuti nella legge 150 non possa avvenire nella scuola con le stesse modalità previste per le altre categorie del pubblico impiego, senza riconoscere la specificità del lavoro di insegnanti e dirigenti scolastici.
Questi “caratteri originali” propri sia dell’insegnamento che della dirigenza scolastica devono trovare quindi soluzioni altrettanto specifiche sul piano dei metodi e degli strumenti per la valutazione.
A questo fine sono state avviate due sperimentazioni che hanno quindi l’obiettivo di individuare, attraverso un percorso proposto nelle sue linee generali da una Commissione di esperti, soluzioni da condividere e mettere a punto all’interno e con il contributo di due gruppi circoscritti di scuole: tre province e un numero limitato di scuole di tre grandi città.
Le sperimentazioni affrontano il problema da due prospettive diverse entrambe fondate su principi e risultati di ricerche ed indagini condotte negli ultimi anni. Le caratteristiche ed i principali obiettivi delle sperimentazioni alle quali scuole ed insegnanti possono aderire volontariamente, sono :
– Verificare se i criteri di “reputazione” professionale possano essere alla base di un percorso di valutazione interno alla scuola. La “reputazione” professionale è, infatti alla base delle scelte che comunemente operiamo non solo in campo scolastico (basti pensare alle scelte in campo medico). Rappresenta un elemento che ha quindi una sua “consistenza” e comunque un uso quotidiano diffuso nelle scelte nei diversi campi e settori. Nella scuola è, di fatto, al centro delle scelte delle famiglie sia della scuola che delle sezioni e quindi degli insegnanti. Si tratta, indipendentemente dal fatto che si tratti di un “parametro” corretto od “oggettivo”, di un fattore consolidato con cui i dirigenti scolastici e gli insegnanti si trovano a fare i conti tutti i giorni.
La sperimentazione, inoltre, intende avviare un processo interno alla scuola, in questo caso senza valutatori esterni, accogliendo in questo i risultati delle numerose ricerche condotte di questi ultimi anni (1). Questo percorso quindi si pone l’obiettivo di verificare la possibilità, all’interno di un ambiente professionale, di individuare metodi e strumenti per rendere il criterio della “reputazione” professionale un elemento caratterizzante l’ avvio di un percorso, condotto senza valutatori esterni, che opportunamente associato ed integrato con l’utilizzo di strumenti di analisi che permettano di individuare altri riscontri, porti poi a definire un efficace metodo di valutazione degli insegnanti. Naturalmente si tratta di un’ ipotesi sperimentale che vedrà coinvolte le scuole nella sua messa a punto. Una contemporanea azione di monitoraggio sarà condotta dal Ministero ed una ricerca esterna sarà condotta, in totale autonomia e con risorse proprie, dalla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo sull’intero percorso.
Verificare criteri, strumenti metodi e risorse per la valutazione delle scuole. Il percorso di valutazione, in questo secondo caso, interessa l’intera scuola e si basa su due elementi: il livello di “miglioramento” degli apprendimenti ed una analisi articolata condotta su una serie di aspetti da una équipe esterna ed indipendente.
La valutazione degli apprendimenti sarà articolata all’interno di un percorso pluriennale che utilizzerà le prove INVALSI come strumento per la valutazione degli apprendimenti all’inizio e alla fine della prima classe della scuola media e alla conclusione della terza media. Le metodologie seguite sono quelle già in uso da parte dell’INVALSI che tengono conto anche del contesto socio-culturale nel quale opera la scuola.
Alla fine del primo anno sarà condotta dall’équipe esterna anche un’approfondita analisi su tutta una serie di elementi che interessano la scuola nel suo rapporto con il territorio e con l’utenza insieme ad elementi legati al “clima” educativo, all’integrazione, alla dispersione, all’utilizzo delle risorse finanziarie, all’offerta formativa etc…, tenendo sempre conto del contesto socio-economico nel quale la scuola opera. Queste analisi saranno condotte utilizzando strumenti e sulla base di un “protocollo” comune. Sia il protocollo che gli strumenti rappresentano altrettanti oggetti e obiettivi della sperimentazione.
Le scuole che parteciperanno alle sperimentazioni avranno un ruolo attivo e collaboreranno alla messa a punto degli strumenti proposti oltre che alla valutazione dei percorsi sia per i risultati ottenuti che per le metodologie adottate, proponendo tutti i correttivi che riterranno più utili.
In questa prospettiva tutti gli strumenti proposti saranno discussi con le scuole partecipanti con l’obiettivo comunque di utilizzare strumenti comuni. Gli Uffici Scolastici Regionali coordineranno sul territorio le azioni di informazione, di supporto alle scuole e di monitoraggio delle sperimentazioni.
Dell’andamento della sperimentazione saranno costantemente informate le OO.SS. che riceveranno gli elenchi delle scuole che aderiranno ai diversi percorsi.
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(1) Le indagini IARD del 2000 e del 2010 edite dal Mulino e curate da A. Cavalli e M. Masuelli, L’autonomia incompiuta, 2010 (Indagine condotta su 1000 insegnanti di Torino). Emerge da queste indagini che gli insegnanti preferirebbero una valutazione condotta da un nucleo o esclusivamente interno e a composizione mista, in entrambi i casi presieduto dal Dirigente scolastico.