Caro direttore,

vorrei raccontare la mia esperienza della prova preselettiva per il concorso a dirigente scolastico.

È stata una vera selezione, e non solo per gli aspetti contenutistici. Infatti, dopo una levataccia, ci siamo ritrovati in migliaia in parecchie scuole dei capoluoghi regionali italiani, alle 8, e, a causa della macchinosa procedura del concorso non abbiamo potuto far niente per quasi quattro ore. Finalmente alle ore 11.43 è partito il cronometro, che inesorabilmente si è bloccato alle 13.23.



E così, in un arco di tempo troppo breve, siamo passati dal cottimo fiduciario a Clemente Alessandrino, dai patti diretti a modificare la disciplina legale della prescrizione alla formazione in servizio degli insegnanti ungheresi, solo per dirle di alcuni quesiti forse non sempre pertinenti con la nostra funzione futura. Davvero ho avuto la netta sensazione che non tutti quelli che veramente avrebbero la stoffa per essere dirigente scolastico lo diventeranno davvero, dopo una preselezione di questo genere. Certe competenze potrebbero emergere solamente in una vera prova scritta o orale, e non nella schedina del totocalcio che ci è toccato di compilare.



Infatti, non è capitato niente di nuovo rispetto a quello che abbiamo vissuto in questo mese di preparazione: domande non pertinenti con il ruolo e con la figura del dirigente, risposte che avrebbero una loro logica e una loro giustificazione razionale, o che addirittura sono segnate come corrette in risposta ad un altro quiz, e che nel quiz che ci troviamo di fronte sono inesorabilmente bollate come uno zero assoluto, esattamente come altre, che davvero potrebbero invece fare gridare allo scandalo se un dirigente le pensasse così, ma la legge dell’input-output, on-off, 1-0, non le discrimina assolutamente.



Il dubbio è che alcuni estensori dei quiz abbiano davvero preso i loro quiz già pronti da tempo per i loro corsi, universitari e non, senza avere in mente un quadro comune di riferimento, e soprattutto lo scopo per cui dovevano essere concepiti questi test, fatti per selezionare appunto dirigenti scolastici e non avvocati penalisti, né sociologi ricercatori, né economisti aziendali.

Non voglio con questo gettare tizzoni sul fuoco, o colpevolizzare gli esperti che hanno elaborato i quiz, anche perché riconosco che fra di loro ci sono persone di grande professionalità e competenza nel campo, forse tra le migliori per un compito del genere, ma accanto ad esse sono state scelte forse persone meno competenti e precise, o, più probabilmente, è stato dato loro troppo poco tempo.

L’esperienza dell’Invalsi ci insegna infatti che una batteria di test deve essere validata e pretestata, prima di essere pubblicata. Invece, il tempo a disposizione di questi esperti è stato risicato (poco più di un mese), e noi siamo stati le cavie di questo primo concorso per dirigenti svolto con questa modalità. Speriamo solo di esserci sacrificati per un miglioramento e che i nostri emuli in futuro avranno più fortuna di noi.

A monte ci sono delle motivazioni politiche, dal momento che qualcuno ha cercato di opporsi fino all’ultimo all’indizione del bando. Così non è stato possibile programmare il lavoro nel modo corretto, e c’è stata una corsa affannosa contro il tempo. Mi chiedo comunque se delle conoscenze ingurgitate così a memoria potranno davvero selezionare una nuova classe dirigente nella scuola, e mi auguro che nelle prossime prove, dove si mostrerà davvero la competenza professionale, le cose possano andare al loro posto, altrimenti si incentiva la pura memorizzazione fine a se stessa, e non la conoscenza e l’esperienza, la pratica organizzativa che pure molti docenti dimostrano ogni giorno nelle loro istituzioni scolastiche.

Devo comunque dire che questa preparazione è stata una straordinaria occasione per conoscere colleghi davvero meritevoli, nei forum, sui blog, ai corsi Disal, al master, tramite e-mail o nei gruppi virtuali, pronti ad aggiornarsi e a studiare, come il sottoscritto, anche d’estate, di sera, al sabato, alla domenica e in tutti i momenti liberi dalle responsabilità, cui comunque non siamo sfuggiti in questo periodo stressante, né a scuola con gli alunni che ci chiedono ogni giorno di rispondere alle loro domande, né dove viviamo, in famiglia o là dove si compie il nostro destino, con le persone cui vogliamo più bene.

Davvero, in questo ci siamo allenati a fare quello che i dirigenti sono costretti a fare ogni giorno: trovare il tempo per le cose davvero importanti, anche quando di tempo non ce n’è, perché rubato dalla burocrazia. A proposito, speriamo che adesso la macchina concorsuale proceda senza intoppi, perché troppe scuole hanno bisogno urgentemente di leader educativi.

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