La Bibbia e lo Yoga. Due novità, che tra di loro hanno ben poco a che fare, che potrebbero essere introdotti come nuovi elementi caratterizzanti la scuola italiana.
Due proposte innovative per la scuola italiana, di segno opposto, anzi, decisamente aliene l’una dall’altra ma, in qualche modo, in grado di dare entrambe dei benefici: l’una all’anima, l’altra al proprio equilibrio psico-fisico. La prima: la lettura della Bibbia in classe, con la possibilità per i bambini di commentarla. L’idea, strano a dirsi, non è venuta a qualche alto prelato o intellettuale cattolico, ma al presidente leghista del Veneto, Luca Zaia.
Il quale, in una circolare sottoscritta dall’assessore all’Istruzione, e inviata ai genitori di ogni bambino, segnala loro che la Regione regalerà loro il Libro Sacro. Secondo l’assessore Elena Donazzan, si tratta di un’iniziativa volta ad arginare «la deriva laicista, spesso ancorata ai dettami del relativismo e del nichilismo». Nella circolare l’iniziativa viene intesa come il tentativo da parte della politica di dare segnali e stimoli che si fondino su principi condivisi.
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Un’altra proposta, che in verità è realtà già da anni, è lo Yoga nelle scuole, dato il protocollo firmato 5 anni fa dal Ministero dell’istruzione con le principali associazioni italiane della disciplina orientale. Sono già numerose le scuole che lo propongono, o in orario scolastico o con corsi a cui accedono anche le madri. A Barletta, in Puglia, ad esempio, Maria Rosaria Dibenedetto, insegnante di lettere, ha dato vita al circolo didattico “Savio” mentre a Reggio Emilia, la disciplina è praticata anche fin dai tre anni.