La prima prova: italiano – Se le istruzioni per l’uso sono riduttive, dall’altro fanno comodo per cavarsela, soprattutto se in gioco c’è l’esame di stato, già noto come esame di maturità. Ogni studente è di fronte al dilemma: quale traccia mi darà il risultato migliore? Come è noto, infatti, nella prima prova scritta (italiano) dell’esame di stato, conclusivo del quinquennio di scuola superiore, lo studente deve cimentarsi in un testo scritto a scelta tra: analisi del testo (tipologia A); saggio breve o articolo di giornale (tipologia B); tema storico (tipologia C); tema di carattere generale (tipologia D).



Tenuto conto del fatto che la tipologia B si articola in quattro sottoinsiemi, detti “ambiti” (artistico-letterario, socio-economico, storico-politico e tecnico-scientifico), le opzioni a disposizione dello studente vengono ad essere, se non erriamo, ben 11. Sarà opportuno pertanto avere ben chiari quali possono essere i vantaggi e gli svantaggi, le difficoltà e le facilitazioni implicate nella scelta di ciascuna delle quattro tipologie, in modo da poterle commisurare alle proprie competenze e abilità, per giungere alla fatidica mattina del 22 giugno con almeno un’ipotesi di scelta già elaborata, da verificare ovviamente poi al momento della lettura dei contenuti sui quali ci si dovrà misurare.



Tipologia A: analisi del testo – L’analisi del testo o tipologia A presenta indubbi vantaggi: la struttura dello scritto che lo studente dovrà comporre è guidata e sostenuta dalle domande che accompagnano il testo da analizzare (soprattutto nel punto 2, chiamato appunto “Analisi”), le quali, per quanto talvolta non pertinenti o ripetitive, vengono a costituire quella “mappa concettuale” o scaletta dei contenuti” che sarebbe bene elaborare prima di ogni composizione scritta (scolastica e non).

A seconda delle abitudini acquisite e delle consegne ricevute, si potrà scegliere se rispondere a tali domande con un testo continuo o distinguendo ciascuna delle risposte; in ogni caso, i punti da toccare sono esplicitamente indicati: abbiamo già la struttura portante, si tratta di costruire i muri. Né deve spaventare e quindi trattenere il punto 3 della prova (“Approfondimenti”), perché le domande di questa sezione sono pensate in modo da poter essere affrontate anche da chi non abbia mai studiato a scuola quell’autore o quel testo: sono domande a cerchi concentrici, che chiedono o di inserire il testo all’interno dell’opera di cui fa parte, o dell’opera complessiva dell’autore, o del periodo storico-culturale in cui l’autore ha vissuto. Tenuto conto che si tratta di testi al massimo della prima metà del Novecento, non è possibile che ci sia qualche studente che non abbia nulla da dire.



La scelta della tipologia A presenta inoltre l’innegabile vantaggio di disporre favorevolmente il commissario di italiano e chi con lui correggerà lo scritto, e perché è la più “oggettiva” per quanto riguarda la valutazione, essendo sempre ancorata al testo letterario, e perché è una implicita nota di merito per lo studente, che mostra di aver accettato il rischio di confrontarsi, a livello di conoscenze e di metodologia di analisi, con un testo d’autore.

Tipologia B: saggio breve o articolo di giornale – Più rischiosa risulta la scelta della tipologia B (saggio breve o articolo di giornale), essenzialmente per due motivi. 1. Non esiste una definizione oggettiva e univoca di che cosa sia un “saggio breve” e di quali debbano essere le caratteristiche anche formali alle quali esso debba attenersi: ciascun docente, o gruppo di materia, ha stabilito proprie caratteristiche, spesso molto diverse, se non opposte tra loro (citazioni dirette dai documenti sì/ citazioni dirette dai documenti no; bibliografia citata sì/ bibliografia citata no; aggiunta di nuovi dati da parte dello studente sì/ aggiunta di nuovi dati da parte dello studente no); non è detto che chi correggerrà la prova abbia l’elasticità mentale di accettare senza penalizzazioni nella valutazione un testo non redatto secondo regole da lui ritenute imprescindibili.

Il problema può essere evitato se l’insegnante di italiano della classe, che quest’anno dovrà correggere lui le prime prove (ma non da solo!), avrà precisato preventivamente nelle sedi opportune (Documento di classe) come ha insegnato ai propri studenti a realizzare tale tipologia testuale.

2. I documenti ed il loro uso. Non sempre esiste o è facile ricostruire il filo logico che lega la documentazione fornita; quello che è certo è che su di essa non va operato il “copia e incolla” per realizzare un terzo nuovo testo (l’elaborato dello studente). La documentazione viene data perché si ritiene, giustamente, che lo studente non possa essere un tuttologo, e che quindi sulle questioni poste abbia bisogno di dati ed elementi di riflessione, che però tali devono rimanere: lo scritto dello studente deve avere una propria autonomia contenutistica, che solo attraverso la riflessione e la rielaborazione personale si possono ottenere.

Qualora si scelga la tipologia B, occorre ricordare che è necessario: a. precisare se si è scelto il saggio breve o l’articolo di giornale; b. assegnare al proprio eleborato un titolo ed una destinazione editoriale. Quest’ultima non è di secondaria importanza, perché in base ad essa andrà scelto e calibrato il lessico: se, ad esempio, la destinazione editoriale prescelta è “rivista divulgativa”, non potranno comparire nello scritto termini troppo tecnici o specialistici, anche se lo scrivente ne conosce perfettamente il significato, perché non sarebbero adeguati al livello di conoscenze del lettore medio di una rivista divulgativa (cioè a quello che, in termini narratologici, si chiama “il destinatario” del testo). c. Nel caso si sia scelto l’articolo di giornale, creare una notizia di cronaca, di qualsiasi colore, che dia senso all’esistenza di un articolo di giornale.

Tipologia C: tema storico – La tipologia C (tema di argomento storico) è in genere la meno facile di tutte, e può essere scelta se si ha chiaro che il tema storico non vuole verificare le conoscenze storiche (date per scontate), ma la capacità di sostenere o confutare una determinata tesi storiografica: è dunque cosa ben diversa dallo sciorinare nomi, date, fatti, e richiede capacità argomentative e conoscenze non soltanto di ambito storico, ma anche filosofico, politico e giuridico. L’errore principale da evitare è insomma quello di dire: conosco bene l’argomento (ad esempio perché, per citare un caso frequente, è l’oggetto della mia tesina); scrivo tutto quello che so e sono a posto. Ma nel tema di storia (come peraltro in tutte le altre tipologie) non bisogna scrivere tutto ciò che si sa, ma ciò che viene richiesto dalla traccia, la quale contiene sempre, in maniera esplicita o implicita, delle domande, cui il testo dello studente deve rispondere. La difficoltà è capire (ma, ripeto, questo vale per tutte e quattro le tipologie) riguardo a che cosa ci viene chiesto di dire.

Tipologia D: tema generale – La scelta della tipologia D (tema di ordine generale) non presenta particolari controindicazioni, se non quella di evitare che si tratti di una scelta residuale (“non saprei quale altra traccia scegliere”): si opti per essa soltanto se si ha veramente qualcosa di personale o autentico da dire, soprattutto se la traccia dovesse vertere su macro-temi nei quali è facile cadere nei luoghi comuni (pace, diritti umani, globalizzazione, ecc.).

La stesura dello scritto è senz’altro il momento più impegnativo e lungo: si dovrà fare tesoro di tutto quanto si è imparato sull’arte della scrittura nel corso della propria carriera scolastica, a cominciare dall’ortografia…  È sempre consigliabile procedere per periodi brevi, e soprattutto collegati in maniera logica e chiara tra di loro, in modo che chi legge possa ricostruire con facilità il “filo del discorso” (quello che noi insegnanti chiamiamo la coerenza del testo). Per riuscire ad ottenere ciò, è indispensabile, prima di gettarsi nella scrittura, costruirsi uno schema, o scaletta, o mappa concettuale che dir si voglia, di quello che si intende dire.

Terminata la prima stesura, è bene aspettare qualche minuto prima di rileggere per la successiva copiatura in bella copia, in modo da distaccarsi, per quanto possibile, dal testo e poterne poi cogliere gli eventuali errori. Nella copiatura in bella occorre ricordare che anche l’aspetto della pagina ha la sua importanza per chi legge-corregge, perché l’ordine grafico (grafia e paragrafazione) è indice di ordine mentale.

Infine, prima della consegna, un piccolo test di auto-valutazione: sono riuscito ad esprimere in maniera chiara quello che avevo in mente di dire? Ho detto tutto e solo ciò che è necessario a “farmi capire”?

Buon lavoro e, perché no, buon divertimento (scrivere è una gran bella attività!)!

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