Il colloquio dell’esame di stato prevede per il liceo classico e scientifico, tra le varie materie, anche Scienze naturali, affidata quest’anno al vaglio dei commissari esterni, fatto che rende un po’ più temibile la prova. Il programma previsto è piuttosto vasto: si snoda in genere tra tematiche astronomiche (movimenti del pianeta Terra, caratteristiche dei corpi del Sistema Solare, modelli di evoluzione stellare..), geologiche (costituenti della litosfera terrestre, modello dell’interno della Terra, elaborazione della teoria della Tettonica delle placche…), geografico-morfologiche (caratteristiche e fenomeni dinamici dell’idrosfera e dell’atmosfera, agenti e forme del modellamento della superficie terrestre), ma ovviamente ogni docente può proporre contenuti e percorsi differenti. Le aree di studio sono molto ampie, i termini specifici numerosissimi, i livelli di analisi possono diventare sempre più fini ed esigenti, le richieste verranno poste da un insegnante non conosciuto… che cosa può essere utile allora tenere presente, nella fase di preparazione all’esame? Si potrebbe iniziare con il considerare quanto segue.



1. Innanzitutto occorre porre attenzione al programma presentato dal proprio insegnante: la preparazione deve essere curata per ogni voce che vi compare, non è possibile tralasciare nessuna indicazione. Non c’è cosa più irritante, per il commissari esterno, che sentirsi dire “…ma questo non l’abbiamo fatto”. È altresì necessario fare propria la logica del programma presentato: lo sviluppo degli argomenti ha infatti spesso una sua funzione ai fini dell’impostazione e della comprensione delle tematiche.



2. Questione assai importante è il riuscire a focalizzare con chiarezza i concetti di base ai quali corrispondono termini specifici e preoccuparsi di comprenderli bene: “tenere le cose (i concetti), le parole seguono”. Ad es. al termine minerale corrisponde un oggetto preciso, che non è la roccia e neppure il cristallo, che possiede determinate proprietà chimico-fisiche e genetiche. In altro campo, esempio analogo può essere fatto per la nana bianca, oggetto stellare con sue caratteristiche strutturali e con il suo significato evolutivo. Insomma, occorre dare significato ai termini specifici, non usare parole vuote, prive di valore innanzitutto per chi le pronuncia (in questo caso è il candidato!), oppure approssimate, così vaghe da non avere e non saper indicare identità.



3. Nelle molte – e spesso eccessive- nozioni “da tenere a mente” è indispensabile individuare delle chiavi di lettura, di spiegazione di una serie di fatti e fenomeni. Ad esempio nell’evoluzione stellare è decisivo il valore della massa della stella ed il conseguente rapporto di forze agenti al suo interno: intorno a questo parametro ruota tutta la problematica del “destino” dell’oggetto celeste e i relativi modelli. Nel campo delle Scienze della Terra, i tanti fatti e fenomeni geologici si inquadrano nei modelli dinamici previsti dalla teoria della Tettonica delle placche, secondo la quale tutto si gioca ai margini delle zolle, sotto il controllo delle correnti convettive.

4. Ciò che dà valenza culturale alle varie nozioni è l’individuazione, la costruzione dei nessi tra di esse: solo operando così si possono tracciare dei percorsi e dei quadri sintetici capaci di dare significato ai singoli fatti e fenomeni. Anche nello studio del particolare, perciò, è necessario non perdere di vista il contesto, lo scenario più grande in cui esso trova il suo posto e la sua ragione di essere. Ad esempio una roccia sembra una faccenda abbastanza noiosa, ma rappresenta una sorta di documento della storia della crosta terrestre e come tale va indagata: la sua composizione mineralogica, la sua struttura e naturalmente la sua età danno preziose informazioni sulla sua stessa storia, da un lato, e, dall’altro, trovano spiegazione all’interno di vicissitudini e processi più vasti e complessi.

La preparazione per il colloquio dell’esame di stato è sicuramente impegnativa, considerato il numero delle materie e dei relativi programmi; per questo è prioritario che la preoccupazione dominante sia la domanda di consapevolezza sulle cose che si studiano e perciò di comprensione dei concetti e dei nessi. Con questo atteggiamento, il lavoro risulterà più proficuo e – persino! – anche un po’ gustoso.

 

(Anna Carelli, Liceo classico e scientifico “Casiraghi”, Cinisello Balsamo, Milano)

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