Alimentazione e studio, la provocazione giunge dalla Francia. Secondo il dietologo Pierre Dukan, infatti, nel suo nuovo libro Lettera aperta al futuro Presidente della Repubblica francese si auspicano forti decisioni nella lotta all’obesità che colpisce molti studenti. Bisogna cioè educarli a mantenere un fisico in forma arrivando al punto di offrire un punteggio più alto a chi arriva alla maturità snello e atletico, e voti più bassi ai “ciccioni”. Il ministero dell’educazione francese non è granché d’accordo con questa idea. Si tratterebbe di discriminazione fisica, dicono i responsabili: i problemi di salute dei giovani sono seri e non vanno presi alla leggera e la scuola è dedita al sapere e alla conoscenza e non a fare esami sulla salute dei giovani. Secondo Anna Di Gennario, contattata da IlSussidiario.net, ex insegnante e attualmente responsabile del progetto Io Ti Ascolto dell’Associazione professionale Diesse Lombardia, “i francesi sono noti per essere degli interventisti anche in ambito scolastico ed educativo”. Di Gennaro cita l’esempio della équipe di psichiatri istituita qualche tempo fa che periodicamente verifica lo stato di salute mentale degli insegnanti: “Può essere certamente discutibile, però dimostra attitudine a vedere le cose e ad agire di conseguenza. Poi se la direzione sia giusta, doverosa o opinabile, questo è un altro paio di maniche e va verificato”. Di fatto, il problema dell’alimentazione dei giovani, aggiunge, è problema serio.



Durante la sua carriera di insegnante ha notato una tendenza all’obesità nei ragazzi?

Certamente, ho notato ad esempio che i bambini figli di persone obese tendono anche loro ad avere lo stesso problema. E ho sempre notato che gli stili di vita della scuola a tempo pieno possono aiutare a migliorare la loro condizione, perché mangiando a scuola e vivendo un clima scolastico di attività e di movimento, nonché di limitazione del cibo e anche di apertura a vari cibi diversi tra di loro come può offrire la scuola, sicuramente si migliora la condizione fisica.



E per quanto riguarda gli studenti dei licei? Ha notato la stessa problematica?

Purtroppo sì, gli studenti delle superiori bisogna portarli, in qualche modo spesso costringerli, a fare attività per evitare si adagino in stili di vita troppo sedentari. Dei bravi genitori e dei bravi insegnanti che sanno che quando c’è il sole è meglio uscire a giocare, piuttosto che stare in classe durante la ricreazione, e devono attivarsi in tal senso. Ho visto spesso insegnanti in sovrappeso che facevano fatica loro stessi a uscire all’aperto, anche perché poi organizzare i giochi dei bambini può essere faticoso. Anche se avevano a disposizione un giardino bellissimo non erano mai fuori con le classi, i bambini trascorrevano l’intervallo seduti nei banchi oppure a giocare in classe e farsi pure male.



Che ne pensa nel dettaglio della proposta di Dukan di valorizzare gli studenti che si tengono in forma?

Non sarei molto d’accordo, anche perché le condizioni del fisico non sono una colpa del ragazzo. E’ un po’ come diceva qualcuno che sosteneva di lasciare a casa gli studenti che non fossero portati per lo studio. Attenzione: non è che non sono portati per lo studio o che mangiano troppo per loro scelta precisa, il fatto è che non hanno ricevuto degli input e a casa loro ricevono degli stimoli e degli esempi culturali che purtroppo li portano a stare da soli davanti alla televisione e al computer, con poche stimoli dal punto di vista fisico. Meglio, molto meglio appena è possibile far capire loro l’importanza di uscire fuori all’aperto, e sbucciarsi pure le ginocchia.

Dal punto di vista dell’alimentazione lei cosa suggerisce e cosa è cambiato negli anni nelle abitudini alimentari dei giovani?

E’ necessario educarli a una alimentazione la più semplice possibile, quella mediterranea ad esempio. Negli ultimi anni poi si sono sviluppati nel commercio decine di tipi di merendine e dolciumi di tutti i tipi proposti come uso anche scolastico, ma personalmente quando insegnavo vietavo loro di portare qualunque tipo di merendina e facevo consumare solo frutta.

Dunque è necessario anche una collaborazione educativa da parte della famiglia.

Certamente, i ragazzi hanno bisogno di prendere consapevolezza del proprio corpo mentre crescono e non lo potranno fare stando immobili davanti a un televisore o a un computer. Per prendere consapevolezza del proprio corpo ci vuole attività, il che vuole anche dire cadere su un prato, relazionarsi in qualche modo con la realtà.

Quanto contribuisce a uno stile di vita sedentario il grande uso della Rete e dei social network?

Moltissimo purtroppo. Oggi si è arrivati al punto che ogni figlio dispone di un computer e in ogni stanza dei bambini c’è un televisore, il che è una scelta educativa pessima. Si isolano i figli, non si sta più insieme nemmeno a litigare per quale programma televisivo scegliere. Meglio litigarsi un solo computer casalingo che seppellire i figli nella propria cameretta isolati dal mondo reale.