Per sei anni ha insegnato senza avere i titoli, ora dovrà restituire gli stipendi percepiti. E’ quello che è accaduto ad una insegnante in provincia di Palermo condannata dalla sezione giurisdizionale d’appello della Corte dei conti. Una notizia che ha dell’incredibile, soprattutto oggi che vi dovrebbero essere test su test per avere i titoli necessari ad insegnare. Invece nella scuola di oggi può accadere anche questo, segno che anche la più perfetta delle organizzazioni, e la scuola lo è solo a parole, può essere tranquillamente aggirata.
Qual è la domanda che pone questo episodio così strano e assurdo? Non certo quello di infittire il controllo della burocrazia scolastica, anche perché dire nella scuola d’oggi che per insegnare bisogna avere i titoli è ovvio, oltre che superfluo. E’ una di quelle cose che non si dovrebbero dire, anche perché si è di fatto all’eccesso opposto, tanto che un giovane per avere i titoli deve passare sotto innumerevoli forche caudine. E poi tocca sentire di una insegnante che per sei anni entra in classe senza avere i titoli! Ma questo è solo un aspetto della questione, ce n’è un altro su cui varrebbe la pena non tacere ed è come possa succedere che un insegnante stia in cattedra senza averne i titoli.
I casi sono due, o non servono i titoli per insegnare, o chi va a scuola non si accorge della differenza, o non vuole accorgersi, o non può far nulla quando se n’è accorto. Sarebbe interessante, al di là del caso specifico, chiedersi cosa c’entrino studenti e famiglie di fronte ad un insegnante che non ha i titoli per insegnare.
E’ evidente che per insegnare si debbano avere i titoli e un problema oggi è che per ottenerli vi è una corsa ad ostacoli e con la sbarra troppo alta. Questo non è comunque il problema serio che pone un simile e inaudito fatto di cronaca. E’ l’altro il corno interessante del problema e suscita una domanda: una classe che si accorga di avere un insegnante non abilitato, oggi che cosa può fare? Se andiamo a vedere quello che accade nella realtà, c’è una sola risposta che si può dare: niente!
E’ questo il problema sollevato da quanto accaduto in Provincia di Palermo, che oggi un insegnante può entrare in classe e fare bene il suo lavoro, un altro può farlo in modo pessimo, ma è la stessa cosa, perché non si entra mai nel merito di ciò che si insegna, e statale significa che devi accettare quello che ti dà lo Stato. Poi un caso come questo fa scoppiare la contraddizione e porta a chiedersi se si potrà arrivare ad un sistema scolastico che valorizzi il merito e allontani chi non solo non ha i titoli, ma soprattutto non sa insegnare.