L’Invalsi mette a disposizione un tutorial per aiutare presidi e docenti a leggere i risultati delle rilevazioni. La loro consultazione, infatti, non è cosa semplice, neanche per i docenti più disponibili e aperti all’idea di una valutazione degli apprendimenti scolastici, cosa che fa ancora storcere il naso a molti, anche se le prove ora è obbligatorio farle. 



Da settembre l’Invalsi avrebbe dovuto rendere disponibili i dati conseguiti nelle singole scuole, in modo da consentire ai prof di leggere i dati, interpretarli e, nel caso, tenerne conto nella didattica. La restituzione dei dati però non è ancora avvenuta, tranne che per quelli della Prova nazionale di III media. Roberto Ricci, responsabile del Servizio nazionale di valutazione (Snv) dell’Invalsi, spiega che quest’anno l’istituto ha voluto dare a docenti e scuole dati più raffinati, per facilitare il loro compito e consolidare una cultura non autoreferenziale della valutazione. Oggi l’Invalsi – salvo disguidi tecnici o ripensamenti dell’ultim’ora – renderà disponibile un tutorial per aiutare presidi e docenti a leggere e orientarsi nella enorme mole di informazioni raccolta dall’istituto.



La restituzione dei dati alle singole scuole è in ritardo. Come mai?

I dati della Prova nazionale di III media sono stati già diffusi da qualche settimana; quelli della scuola primaria saranno diffusi entro questo venerdì e a seguire, entro metà dicembre, i dati di tutti gli altri livelli.

Ma a che cosa è dovuto questo ritardo?

Si giustifica con la quantità di dati da elaborare e con il fatto che restituiremo alle scuole molte informazioni in più.

A che cosa si riferisce esattamente?

Restituiremo alle scuole i dati già in termini di valore aggiunto. I dati di una scuola o di una classe saranno restituiti insieme ai dati di una scuola o classe con background socioculturale simile. Vuol dire che per ogni scuola vengono selezionate all’interno del Paese 200 scuole con background socioculturale analogo e il risultato di quella determinata scuola è confrontato con il risultato medio delle altre 200. Dirlo è facile, farlo è un’operazione estremamente complessa. Ovviamente c’è dell’altro.



Di che si tratta?

I risultati degli allievi saranno restituiti anche in termini di livello di risultati, non solo di percentuali. Avremo quindi il livello complessivo di una scuola/classe confrontato con i risultati nazionali, e anche il rapporto in termini associativi che esiste tra il risultato delle nostre prove e i voti di scuola. Poi la variabilità è analizzata non soltanto dal punto di vista dei risultati delle prove di italiano e matematica, ma anche dei risultati all’interno delle classi, tra le classi e tra le scuole in termini di background degli studenti.

Intende dire che è valsa la pena aspettare un po’ di tempo in più.

Sì. Se confrontiamo in modo approssimativo la mole di informazioni restituita l’anno scorso con quella di quest’anno, quest’ultima sarà più del doppio.

Come procede il download da parte delle scuole dei risultati della Prova nazionale di III media?

In modo molto positivo: qualche giorno fa il download dei dati riferiti alla Prova nazionale era avvenuto in misura più che doppia rispetto a tutto lo scorso anno scolastico. Un risultato incoraggiante che attesta l’apprezzamento delle scuole.

Veniamo alla novità: il tutorial per leggere i dati. Di che si tratta?

È uno strumento di lettura che nasce per chi ha meno dimestichezza nella lettura dei dati, che sarà resa in assoluto più facile. Si tratta di un percorso guidato − tutorial, appunto −, in un linguaggio piano ma preciso, di come si leggono le informazioni, cercando di sciogliere tutti nodi tecnici che fino ad ora hanno costituito un ostacolo alla loro fruizione.

Ad esempio?

Ad esempio, cosa vuol dire una differenza significativa; come si legge un dato pulito dal cheating (cioè i comportamenti opportunistici, come le copiature spontanee o consentite, nella peggiore delle ipotesi, da insegnanti consenzienti, ndr); come si effettuano i confronti, come si legge un grafico, cosa si può «trovare» in una determinata tabella. A dirlo sembra semplice, ma nel momento in cui si scende dalla genericità di quello che ho appena detto alla concretezza dei risultati, la lettura non risultava così facile. Il tutorial nasce con l’obiettivo, che a noi pare centrato, di chiarire il portato interpretativo di queste informazioni in modo preciso ma anche accessibile.

Questo «pilota» a disposizione dei docenti a quali dati potrà essere applicato?

A tutti. Il formato con cui restituiamo i dati è identico per tutti i livelli scolastici ed è pensato per i dirigenti e i docenti di tutti i livelli scolastici.

Ma materialmente di che si tratta? Di un fascicolo di istruzioni o cos’altro?

No, è uno strumento consultabile sia online che offline e, per chi vuole, anche stampabile nella comune forma delle più classiche slides con le quali prima o poi tutti abbiamo avuto a che fare.

Che cosa vi aspettate?

Confidiamo in un aumento delle domande: più i dati diventano accessibili, maggiori saranno i quesiti che perverranno sul merito delle prove. Speriamo così di migliorare la nostra restituzione in termini di rilevanza per il lavoro didattico delle scuole.

Avete organizzato un seminario aperto, Voci a confronto, che si chiude oggi con la giornata dedicata alla matematica (dopo quella del 21 novembre dedicata all’italiano). Qual è la sua filosofia?

Una filosofia semplice, ma per ciò stesso anche difficile, come tutte le cose semplici. L’obiettivo è quello di promuovere l’informazione e il dibattito sul contenuto delle prove, per elevarne la qualità e farne capire a chi è interessato i meccanismi.

In occasione delle ultime prove Invalsi le contestazioni aperte sono state poche, d’altra parte i «simpatizzanti» non sono ancora molti. Avete registrato un’evoluzione nelle critiche?

Decisamente sì. Pur avendo a che fare in alcune casi con battaglie estremistiche che però non entrano nel merito delle prove, sono notevolmente aumentati i quesiti provenienti dalla scuola, soprattutto dai docenti, che vanno nello specifico di alcuni nodi fondamentali: la comprensione, gli aspetti argomentativi della matematica, il rapporto e il dialogo non sempre semplice tra trasmissione di conoscenze e acquisizione di competenze, il contributo delle prove e la loro funzione di ponte tra questi due aspetti.

Nella scuola aleggia ancora lo spettro della valutazione dei docenti legato alle prove.

Credo che per certi versi sia ineliminabile, andando di pari passo con l’idea di una valutazione in quanto tale. Torno a sottolineare però, e questo non può che rasserenare gli animi, che la discussione si sta spostando dal «prove sì, prove no» al «che cosa c’è» nelle prove. È un importante passo in avanti.

Avete in piano di fare qualcosa dedicato agli studenti?

Sì, con il nostro solito metodo: si comincia qualcosa in piccolo e, se funziona, lo si estende. Io stesso ho incontrato la consulta studentesca di Roma e provincia ed è stata una cosa positiva oltre ogni aspettativa, grazie anche alla collaborazione impagabile dell’Usr Lazio. Perfino le domande più critiche sono state proposte da allievi consapevoli di quanto dicevano, e questo è importante, perché nella scuola superiore un soggetto col quale dobbiamo dialogare non possono che essere gli stessi studenti.

In futuro?

Le famiglie sono il prossimo interlocutore con il quale vorremmo confrontarci in modo diretto.