Era oggi l’ultimo giorno utile per presentare le domande di iscrizione per il maxi-concorso che assegnerà 11.542 posti disponibili per altrettante cattedre nelle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado, nonché di posti di sostegno. Il bando è aperto, esclusivamente, a coloro che sono già in possesso di un’abilitazione all’insegnamento. Le cifre dei candidati sono sorprendenti e vanno dai 280mila candidati (secondo Tecnica della scuola) ai 160mila secondo Miur. Per ilSussidiario.net, abbiamo interpellato Marco Campione, responsabile scuola e università del Pd lombardo.



Secondo lei chi ha ragione?

I dati ufficiali, cioè quelli del ministero, dovrebbero essere i più veritieri. Comunque, gli uni e gli altri saranno facilmente verificabili, non oggi, ma fra qualche giorno.

In ogni caso, che considerazione si sente di fare su questi numeri imponenti?

Sono comunque meno di quanti taluni paventavano all’inizio di questa vicenda. In ogni caso, mi interesserebbe ragionare sulla qualità più che sulla quantità, ed individuare davvero chi è questa moltitudine di persone che ha fatto domanda per partecipare al concorso. Fra pochi giorni finalmente potremmo verificare, con liste di iscrizione alla mano, le classi di età, chi sono gli iscritti e le loro storie. Il ministro Profumo, inizialmente, aveva detto che il concorso sarebbe stato indetto per aiutare i più giovani, ma poi non ha dato retta ad alcuna proposta, il Pd ne ha fatte molte, anche su queste pagine, per aprire anche ai più giovani la professione. Aspettiamo che il ministro presti fede alla sua promessa ed indica un secondo concorso per chi si abilita con i nuovi Tfa.



Perché secondo lei così tanto giovani continuano ad ambire all’insegnamento?

Per i limiti che sono stati posti temo che i partecipanti non siano poi tanto giovani. Detto questo, penso che quella dell’insegnante sia una professione davvero affascinante. Se il numero degli aspiranti docenti fosse davvero alto, immagino che sia per il fatto che questo concorso è stato indetto dopo 13 anni dall’ultimo e sono passati ormai 4 anni da quando l’ex ministro Gelmini aveva interrotto le altre procedure abilitanti.

Qual è la sua opinione sulla prova pre-selettiva?

Intanto mi auguro che si impari dagli errori del passato e non si assista ad errori grossolani nelle domande. In ogni caso, visti i numeri, trovo necessaria una prova pre-selettiva, sebbene io ritenga che sia un’altra la strada da percorrere per la selezione dei docenti.



E sarebbe? 

Intanto, occorrerebbe dare periodicità ai concorsi. Il ministro aveva promesso un concorso ogni due anni e, a questo punto, ci aspetteremmo che fissasse subito la data per quello del prossimo anno. In secondo luogo, da nazionale potremmo arrivare ad un concorso a livello provinciale o addirittura, a mio modo di vedere, sulla base di reti di scuole. Andrebbero poi cambiate le modalità del concorso testando altri tipi di conoscenza e non solo quelle puramente nozionistiche. La simulazione di una lezione in classe è un buon passo avanti, ma andrebbero analizzate le storie personali e i curricula dei singoli docenti, poiché solo così usciremo dalla logica errata che un insegnante può essere indistintamente valido per ogni tipo di scuola. Alcune professionalità valgono e hanno peso solo in alcuni istituti e non in altri.

 

Se davvero verrà impartita una cadenza periodica, che ne sarà del problema delle graduatorie?

 

Si dovrebbe continuare ad assumere per il 50% dalle graduatorie e per il 50% dai concorsi. Maggiore sarà la frequenza dei concorsi e più velocemente verranno smaltite le graduatorie.

 

A Napoli, Carmine Cerbera, professore di arte di 48 anni, si è tolto la vita per disperazione, perché non era riuscito ad ottenere un posto fisso: è un episodio isolato o la spia di una malessere forse trascurato?

 

Questa vicenda è una tragedia e, sicuramente, quando una persona arriva a compiere gesti così disperati ci sono, probabilmente, problematiche che non riguardano solo la precarietà del lavoro. L’incertezza dell’impiego è un dramma che dovremmo affrontare con maggiore attenzione e, in particolare, nel mondo della scuola dove assume connotati particolari per alcune specificità.