Caro Sindaco di Ciampino,
ho appreso dal Tgr radio Uno la notizia flash del crollo di parte della controsoffittatura composta da pannelli quadrati (fonoassorbenti, se non erro) della scuola materna Martin Luther King, sita nel Comune da lei amministrato, ieri poco dopo mezzogiorno. Unica certezza comunicata dai giornalisti: miracolosamente la bambina non è grave e la maestra si è ripresa dallo svenimento conseguente all’incidente. La testa sanguinante della piccola di cinque anni, ma anche i pianti degli altri bimbi presenti in aula e passati dalla tranquillità di una mattinata prenatalizia con vari lavoretti già appesi alle pareti ad una scenografia spaventosa seguita all’improvviso tonfo. Mentre il Dirigente scolastico afferma laconicamente che “poteva andare peggio…” noto che gli esperti tecnici del suo Comune dichiarano “…il crollo non è riconducibile a problemi strutturali dell’edificio”. È ciò che leggo qua e là tra i dettagli dell’accaduto dopo che lei ha decretato la chiusura della scuola fino al 21 dicembre p.v. Non avevo alcun dubbio sul comportamento esemplare della maestra, che si è anche sentita “in colpa” per aver sottovalutato i segni premonitori del crollo stesso, ma nutro – invece – alcune perplessità sull’attendibilità del sopralluogo dei suoi tecnici avvenuto i primi di novembre cui era seguito un solo giorno di chiusura.



Vede signor Sindaco, in generale è così che funziona la mente e il cuore di chi responsabilmente e senza troppi clamori accudisce i figli di altri per libera scelta professionale, probabilmente per troppe ore settimanali rispetto al “carico” di responsabilità nei confronti di creature indifese accompagnate quotidianamente in un luogo considerato “sicuro” dai familiari. Garantire servizi veramente sicuri è indispensabile a costo di inimicarsi il favore dei genitori e le loro pressanti richieste di usufruire del servizio scolastico senza troppe interruzioni. 



Le foto che vedo sui quotidiani m’inducono ad una riflessione. Non le pare che sarebbe stato utile chiudere per verifiche più approfondite già un mese or sono – in via precauzionale – l’edificio, che già dava segni di cedimento collegati all’alimentazione della tubatura degli impianti di riscaldamento? Così facendo lei avrebbe potuto evitare questo episodio difficilmente decifrabile. Non sono altrettanto certa – invece – che quelle “infiltrazioni d’acqua nel solaio tra il piano terra e il primo piano dovute alla rottura di un tubo di riscaldamento” dell’ala dell’edificio che ospita le sezioni della materna siano state prese in seria considerazione dagli addetti ai lavori. 



Tanto per chiarirci, porti pazienza e ascolti la mia esperienza. A seguito della inusuale nevicata del gennaio 1985, anche il plesso scolastico dove insegnavo venne chiuso in via precauzionale per cedimenti vari avvenuti nottetempo e conseguenti al depositarsi di mezzo metro di neve sul tetto.

In quel caso il nostro “direttore” aveva avvisato i tecnici del Comune che avevano preferito dichiarare l’inagibilità temporanea per qualche mese. Scuola chiusa no, ma trasloco in altro plesso sì: a 200 metri di distanza dove erano stati resi agibili ad uso delle varie classi sia numerosi laboratori sia alcune aule vuote. Senza battere ciglio e nemmeno contestare la decisione di lasciare il nostro luogo di lavoro ben organizzato, ricchi di materiale e di sussidi didattici così cari ai nostri occhi, ci venne chiesto di sfilare… una classe dopo l’altra col poco materiale raccolto, verso altri locali ritenuti più sicuri. Ma è solo così che funziona la vera responsabilità degli amministratori locali a “servizio” della loro cittadinanza. Mentre gli insegnanti saranno meritatamente in vacanza (o convalescenza?!) lei si merita davvero un bel tour di visita stop and go tra le scuole di sua competenza territoriale, meglio se in compagnia di validi tecnici. E buon Natale!