A pochi passi da Bologna, da oggi, 16 marzo, fino a domenica 18 presso lo Zanhotel di Bentivoglio (Bologna), avrà luogo un interessante convegno nazionale: quello dei gestori e amministratori di scuole paritarie associate alla Foe-CdO Opere Educative. Interessante anche perché riguarda un settore fortemente toccato dalla crisi e dai provvedimenti (come la nuova Ici/Imu) introdotti dall’attuale Governo per fronteggiarla.
L’evento, intitolato Le scuole paritarie di fronte alla crisi: la sfida del cambiamento, intende rappresentare per quanti vi parteciperanno, a dispetto della diffusa sensazione di instabilità e incertezza, un vero e proprio punto fermo, come un blocco di partenza per scattare al via.
La “sfida del cambiamento”, infatti, non è riferita tanto alle strategie gestionali o di assetto aziendale (aspetti sui quali, tuttavia, si lavorerà concretamente), quanto alla concezione personale di fronte alle circostanze attuali.
Se la crisi che attraversiamo è innanzitutto una crisi educativa e dunque antropologica, il primo cambiamento è chiesto a chi, di questo, ha viva coscienza, perché possa mettersi di fronte alla realtà con una posizione non determinata dal lamento o dalla pretesa (possibili per le tante cose che non vanno come ci parrebbe ragionevole e legittimo), ma dal desiderio di ri-conoscere comunque nuove opportunità di crescita e di costruzione del bene comune. La crisi c’è, infatti, e si sente. Le scuole  paritarie ci devono fare i conti quotidianamente, e la tentazione di fermarsi e lamentarsi, aspettando tempi migliori, è forte.



Questo convegno, invece, vuole essere una occasione per aiutare le scuole a non fermarsi e a stare di fronte ai cambiamenti in corso, per rinnovarsi continuamente e rendere sempre più viva e presente l’origine ideale delle realtà educative.

L’introduzione dei lavori, il venerdì sera, sarà affidata per questo a Giorgio Vittadini e Carlo Wolfsgruber, che avranno il compito di rilanciare l’identità culturale e i punti di forza della proposta educativa delle scuole paritarie. Nella giornata di sabato, invece, alcuni gestori racconteranno e descriveranno, dati alla mano, i tentativi in corso per sfidare la crisi (la collaborazione tra scuole, l’ampliamento dell’offerta formativa, la verifica del budget, la cura della comunicazione, etc..). Nella mattinata di domenica, infine, saranno affrontate le tematiche di attualità legate alla parità scolastica, ai nuovi tirocini formativi attivi (Tfa) e alle prospettive dell’immediato futuro.



Il metodo di lavoro, anche in questa edizione, sarà quello abituale della Foe: il paragone tra gestori a partire dalla esperienza delle singole scuole e da alcune sollecitazioni forti sul senso e il valore dell’intrapresa educativa.

Il convegno sarà anche l’occasione per rilanciare pubblicamente l’urgenza di un passo avanti nella strada della  parità, per il futuro del sistema nazionale di istruzione. Per questo si chiederà al Governo, nell’ambito delle riforme fiscali in corso, di introdurre misure concrete a favore delle famiglie, come la detraibilità dalle imposte delle rette scolastiche.



La crisi economica, infatti, sta creando sempre maggiori difficoltà proprio alle famiglie con figli. In questo quadro risultano particolarmente gravi alcune storiche ingiustizie italiane: la famiglia che sceglie la paritaria paga due volte la scuola (con la retta e con le tasse), le spese scolastiche non sono detraibili dalle imposte (mentre lo sono quelle per gli animali…), la libertà di scelta educativa – a differenza della gran parte dei paesi europei – continua ad essere ostacolata in modo diretto e indiretto.

E’ una questione di civiltà e di passione per il bene comune. Il recente dibattito sull’ Ici ha portato tanti a riconoscere il servizio pubblico svolto dalle scuole paritarie, che garantiscono allo Stato un risparmio annuo di circa 6 miliardi di euro. Eppure, ogni anno, i “ragionieri” di turno propongono di tagliare tali contributi per “migliorare i conti pubblici”.

E’ un paradosso: la fragile presenza delle paritarie assicura al nostro paese un risparmio di più di  6 miliardi di euro all’anno, e metterla ulteriormente in crisi porterebbe un evidente aggravio di costi per le finanze pubbliche. Ha senso il tentativo continuo di tagliare i pochi fondi oggi previsti per le paritarie, in nome della necessità di ridurre i costi dello Stato?

 

Per il programma dettagliato dell’evento, consultare il sito Foe