Comincia oggi la consultazione online promossa dal Ministero dell’Istruzione. Sul sito internet del Miur viene infatti chiesto agli italiani che cosa pensano riguardo l’abolizione del valore legale del titolo di studio. Accedendo alla pagina web del Ministero, infatti, si legge innanzitutto una breve nota informativa che spiega i dettagli della consultazione e i suoi obiettivi principali. «È una scelta che segna un elemento distintivo importante rispetto al passato. Quella che, in Europa, è oramai una prassi consolidata, in Italia ha trovato solo timide e sporadiche applicazioni», si legge sul sito del Miur (il link per accedere al questionario è http://www.istruzione.it/web/ministero/consultazione-pubblica). «C’è, da parte di tutti i componenti del Governo, – continua la nota – la convinzione che debba essere tutta la cittadinanza (compresi i giovani) a contribuire alla ripresa economica, impegnandosi nella crescita e nello sviluppo. In quest’ottica, il contributo costruttivo di coloro che hanno un interesse o un’opinione diviene incentivo al miglioramento delle decisioni. Ne guadagnano le istituzioni, che accrescono la propria trasparenza; i cittadini, che guadagnano l’accessibilità all’attività del Governo; infine, ne guadagna il Paese intero, che si adegua agli standard dell’Unione europea». L’obiettivo, conclude la nota che introduce al questionario, è di «trasformare la consultazione in un percorso, un elemento portante dell’azione di Governo che, prima di decidere, si ferma ad ascoltare la voce dei destinatari delle decisioni: i cittadini». Poi, in basso a destra, ecco il banner per poter accedere al questionario vero e proprio, che potrà essere compilato fino al 24 aprile prossimo. Per partecipare saranno necessari il codice fiscale e un indirizzo mail valido dove poi verrà spedita la password per poter cominciare a compilare il questionario. Eccoci quindi arrivati all’area riservata, divisa in sei argomenti per poter approfondire al meglio la questione. Quindici domande e profilo naturalmente anonimo, anche se il Miur fa sapere che potrà utilizzare i dati di chi ha risposto al questionario per estrapolare dati statistici riguardo al suo utilizzo da parte degli italiani.



Il questionario del ministero ha anche scatenato numerose proteste da parte degli studenti, che adesso chiedono «l’immediato ritiro della consultazione e il coinvolgimento del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (Cnsu) e del Consiglio Universitario Nazionale (Cun) per verificare la possibilità di realizzare una vera consultazione e non una operazione di mistificazione di massa». Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari (Udu), ha definito il questionario «fazioso e strumentale: più che una consultazione pare un’arma di mistificazione di massa».  



 

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