Il suo peregrinare sembra giunto al termine; c’è, infine, l’intesa sull’emendamento all’articolo 50 del Dl semplificazioni sugli organici della scuola. Dopo una serie di rimandi, le commissioni Affari costituzionali e Attività produttive della Camera hanno dato l’ok alla norma. E’ stata espunta, tuttavia, dal testo, l’indicazione di assumere 10mila precari, già rigettata, in una prima fase, dalla commissione Bilancio e dal Governo dopo esser stata, invece, promossa dalla commissione Attività produttive. A questo punto, eventuali incrementi dell’organico competeranno al Fondo per il merito e la qualità detenuto dal ministero dell’Istruzione. Niente aumento delle accise su birra e alcolici, quindi, per coprire la stabilizzazione di nuovo personale scolastico. Mariastella Gelmini spiega lo spirito e la dinamica che hanno condotto alla messa a punto del provvedimento.
Perché i precari in questione non saranno assunti?
Si tratta di posti che non disponevano, anzitutto, di alcuna effettiva copertura. La proposta del Pd avrebbe sortito l’effetto di perpetrare gli errori di un tempo. Non proporzionare gli ingressi al fabbisogno effettivo, infatti, è una delle cause che ha determinato, nel passato, l’ingente debito pubblico di oggi.
Quali sono le ragioni effettive per cui il Pd aveva presentato un simile emendamento?
Credo si trattasse, prevalentemente, di una “marchetta” al suo elettorato. Ma ribadisco: è finita la stagione dell’ampliamento delle piante organiche e della stabilizzazione dei precari. Per il semplice motivo che non ci sono più i soldi.
Siete riusciti, tuttavia, a spuntarla sul Fondo per il merito.
E’ stato il frutto di una mediazione virtuosa che ha permesso di rendere permanente il Fondo quando, per come erano scritte inizialmente le norme in Finanziaria, il ministero dell’Istruzione avrebbe corso il rischio di doverlo cedere a quello dell’Economia.
Di cosa si tratta, esattamente?
Di un fondo da 950 milioni di euro utilizzabili per progetti relativi alla qualità, contro il bullismo, in favore dei disabili o per rafforzare l’offerta formativa. E’ possibile, come già avveniva in passato, utilizzare tali risorse in casi eccezionali; ovvero, assumendo qualche insegnante in più, laddove vi sia necessità di farlo perché in carenza di posti in organico. Va da sé che prendere qualche docente in più in casi di urgenza è cosa del tutto diversa dallo stabilizzare d’un tratto, come si faceva durante la Prima Repubblica, 10mila precari.
Non crede che, oltretutto, la pratica avrebbe sortito conseguenze negative per chi, in seguito allo sblocco dei Tirocini formativi attivi, ha visto riaccendersi un barlume di speranza circa la propria vocazione all’insegnamento?
Esatto. Continuare a stabilizzare i precari delle graduatorie, consentendo loro, quindi, di occupare tutti i posti disponibili, avrebbe precluso sin dal principio la possibilità per i giovani aspiranti insegnanti di accedere alla docenza.
Qual è la sua valutazione complessiva dell’esito della vicenda?
Personalmente, sono molto soddisfatta. Come Pdl, agendo di concerto con il ministero dell’Economia – in particolare con il viceministro Grilli – ci è stato possibile impedire l’assunzione e, al contempo, garantire i fondi per la qualità.
Il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, ha lamentato il fatto che un emendamento approvato dalla commissione di merito, giunto alla commissione Bilancio è stato rigettato dal governo; il quale, essendo la correzione espressione della volontà parlamentare, avrebbe dovuto fare il possibile per trovare la copertura. Fini, dal canto suo, si è mostrato del medesimo avviso, e ha affermato che più volte la questione si è riproposta in questi termini.
Tanto per cominciare, non è vero che in commissione Attività produttive, dove era stata affrontata la questione, ci fosse stata unità d’intenti; Pd e Pdl hanno votato in maniera differente. L’unanimità c’è stata esclusivamente sulla norma relativa all’organico funzionale. Ripeto: il Pdl è stato sempre contrario alla stabilizzazione dei 10mila precari.
Ora, come funzionerà la dinamica delle assunzioni nella scuola?
Da un lato sono stati sbloccati i Tfa, dall’altro resta in piedi la questione delle graduatorie che dovranno, prima o poi, esaurirsi. Il ministro Profumo, dal canto suo, ha manifestato l’intenzione di metter mano al reclutamento, attraverso dei concorsi. Si tratterebbe di un’operazione positiva. In tal caso, comunque, ci riserveremmo di valutare la sua proposta nel dettaglio.
Profumo sostiene che sta mettendo in atto la sua riforma. E’ così?
E’ vero. La normativa relativa ai Tfa applicata dall’attuale ministro è la stessa contenuta nella riforma varata dal governo di cui ho fatto parte.
(Paolo Nessi)