Si torna a parlare di esami di licenza media, gli stessi che il ministro Profumo voleva modificare e che adesso il Partito Democratico, attraverso le parole della responsabile Scuola Francesca Puglisi, propone di abolire definitivamente. Via quindi gli esami di terza media, spiega la Puglisi, che propone anche di eliminare le bocciature sia alle medie che alle superiori: «Con l’esame di terza media – ha spiegato – non si concludono gli studi perché i nostri alunni sono tenuti a proseguirli per l’assolvimento dell’obbligo per altri due anni. Quell’esame di terza media, che non conclude nulla da quando abbiamo innalzato a 16 anni l’obbligo scolastico, può essere eliminato». Il ministro dell’Istruzione Profumo aveva parlato a riguardo una quindicina di giorni fa, a margine di un incontro con la Rai, mostrandosi disponibile non a un’eliminazione, ma a un cambiamento degli esami conclusivi del primo ciclo scolastico. Secondo Profumo bisognerebbe distribuire questo esame «nel corso dei tre anni di scuole, con una prova finale che concluda il ciclo in maniera più naturale». La Puglisi lancia però la proposta shock, che riguarda anche l’eliminazione delle bocciature. Secondo la responsabile Scuola del Pd, infatti, «bocciare non serve a migliorare: sappiamo che solo il 2 o 3 per cento degli studenti avrà un beneficio reale dalla ripetizione di un anno scolastico, ma la maggior parte di essi finirà in quel 21 per cento di drop-out che penalizza l’Italia, una vera zavorra che peserà sulle spalle di tutti noi, quando dovremo tentare di includere coloro che avremo perso per la strada, in modo senz’altro meno efficace e senz’altro più costoso dell’Istruzione». Inoltre nelle bocciature potrebbero influire diversi fattori, come «le origini economico sociali della famiglia di origine e dal contesto territoriale in cui si è nati che in Italia ancora oggi incide sia sul rendimento e sul successo formativo e scolastico, sia sulle scelte dopo la scuola secondaria di primo grado». Secondo la Puglisi, «la scuola “selettiva” non fa altro che perpetuare all’infinito l’immobilità sociale di cui è affetto il nostro Paese. Per riattivare l’ascensore sociale di cui abbiamo bisogno, chiediamo agli insegnanti di combattere per la scuola del “non uno di meno”».
Francesca Puglisi vuole però specificare che «non bocciare non vuol dire permissivismo e lassismo, né significa abbassare la qualità, anzi è esattamente il contrario. Non bocciare significa valutare le competenze e, soprattutto, prevenire i disagi, significa seguire il cammino di ogni studente attraverso sistemi relazionali adeguati, supportare le difficoltà, creare percorsi di valorizzazione e incentivo».