Riceviamo e pubblichiamo un volantino diffuso nelle Università da alcuni specializzandi di medicina. Il documento è firmato da: Giulietta Riboldi, Michele Maffini, Karim Tewfik, Francesca Dessimone, Gaia Montanelli, Pietro Bianchi, Giulia Gambino, Carlo Resteghini, Damiano Chiari, Pietro Manotti, Alessandro Marchignoli, Stefano Siboni, Stefano Lipia, Francesca Moltrasio, Lorella Fagnani.
ASTENSIONE DAL LAVORO: COSA CI INTERESSA DAVVERO?
Nella confusione generata dalla recente approvazione al Senato del decreto che sottopone a regime contributivo IRPEF anche i contratti di formazione specialistica dei medici, ci preme affermare alcuni punti per noi imprescindibili:
1) CHE COSA SIAMO?
Medici in formazione o studenti
Esiste una decisiva confusione nella stessa stesura del nostro contratto tra “graduale acquisizione di responsabilità” ed “impossibilità ad essere sostitutivi del personale strutturato”.
Questa si riflette nella nostra attività lavorativa che ci vede a volte unici attori dell’assistenza al paziente senza esserne mai realmente responsabili.
2) CHE REGIME CONTRIBUTIVO CI COMPETE?
Tassami, ma lasciami guadagnare!
Occorre una chiarezza sul nostro ruolo per cui se siamo professionisti, si sia anche liberi di esercitare la pratica medica secondo un regime contributivo chiaro. Quindi, se sottoposti a regime contributivo IRPEF, si sia anche autorizzati ad una più ampia attività libero professionale ad esempio come gettonisti in PS e presso le RSA. Questo, in una situazione storica di crisi, offre la possibilità di trasformare gli specializzandi in una risorsa per i pazienti, per il SSN e per la stessa fiscalità. Inoltre, esempi di questo sono già in vigore in strutture pubbliche e private.
L’alternativa è essere “parcheggiato” in una formazione dilatata e diluita in anni, con la beffa di essere tassato.
3) COME CI MUOVIAMO?
Liberi di lavorare!
Per quanto detto ci sembra ragionevole:
– aderire a manifestazioni che, salvaguardando la necessaria assistenza ai pazienti, pongano all’attenzione di tutti le problematiche formative, professionali ed economiche che ci interessano;
Individuare forme di confronto tra noi specializzandi e con i responsabili delle Scuole di Specializzazione sulla natura del nostro ruolo e sulle forme più adeguate di formazione;
– dialogare con la politica, nelle persone del Ministro dell’Istruzione e della Salute, per affrontare a livello nazionale la natura della nostra condizione.