Caro direttore,
Ancora una volta gli alunni di seconda e quinta della scuola primaria e a quelli di prima della scuola secondaria di primo grado hanno affrontato le prove Invalsi.
Ormai le prove rientrano nella normale attività didattica, e ciò è dimostrato dalla quantità di materiale “per le prove Invalsi” riversato nelle scuole dalle case editrici. I ragazzi le affrontano senza porsi problemi, così come l’organizzazione rientra ormai nella normale attività degli istituti, anche perché novità dal punto di vista organizzativo non ce ne sono state.
Nell’intervista rilasciata a IlSussidiario.net lo scorso 2 maggio, Roberto Ricci aveva anticipato “novità nei contenuti”: gli alunni avrebbero dovuto rispondere a domande aperte, di tipo argomentativo, domande che sarebbero servite a misurare le competenze; aveva parlato di proposte nuove rispetto alle tipologie testuali.In sostanza, secondo il direttore del Servizio nazionale di valutazione, attraverso le prove di quest’anno da una parte i ragazzi avrebbero potuto dimostrare ciò che sanno e sanno fare, dall’altra i docenti avrebbero ricevuto spunti e suggerimenti per la didattica.
A ben guardare, le novità sono state davvero interessanti: tante le domande a risposta aperta, attraverso le quali i ragazzi hanno avuto la possibilità di documentare le loro capacità di argomentare; inoltre, rispetto ai testi, è certamente innovativa la proposta ai ragazzi di prima media di un testo discontinuo, “La Grotta della Bàsura e l’orso delle caverne” tratto dal volume di Ezio Tongiorni e Nino Lamboglia La grotta di Toirano, un testo che per essere compreso prevede la lettura di una mappa: attività di questo tipo sono previste soprattutto durante le lezioni di geografia. Ciò dovrebbe far riflettere sul concetto di educazione linguistica come abilità trasversale: la lettura e la comprensione dei testi dovrebbero fare parte delle attività da svolgere in un contesto pluridisciplinare.
L’ambito grammaticale riserva, se non proprio sorprese, alcune rilevanti innovazioni rispetto alle prove precedenti. Se pensiamo a quanto propongono i quadri di riferimento Invalsi 2011, per esempio in merito alla definizione di frase minima, ripresa dalla grammatica valenziale, troviamo quesiti riferiti a tale modello grammaticale sia nella prova per i bambini di quinta sia in quella per i loro compagni di prima media; altrettanto significativi i quesiti riferiti al valore dei tempi verbali, o all’intenzione comunicativa espressa da alcune frasi.
Ma ciò che a mio parere è più rilevante è il fatto che, nell’insieme, i quesiti dedicati ad indagare le competenze sintattiche superano la tradizionale divisione dello studio grammaticale in analisi grammaticale, analisi logica, analisi del periodo. Possiamo perciò pensare che quest’anno tutti gli alunni, sia chi si è avvicinato alla riflessione grammaticale seguendo un metodo legato alla divisione di cui si è detto, sia chi ha seguito percorsi didattici alternativi a tale divisione, dimostreranno le loro competenze. Ma soprattutto i docenti che coraggiosamente hanno proposto ai loro alunni strade nuove si sentiranno appoggiati nel continuare la loro attività di ricerca e di sperimentazione.
(Germana Ricci, docente di Lettere nell’istituto comprensivo di Mozzate, Como)