Caro ministro Profumo,
sono un giovane insegnante non abilitato alle prese, in questi giorni, con lo studio per partecipare alle prove preselettive del Tfa del prossimo mese di luglio. Ho letto con molto interesse la Sua intervista al Corriere della Sera dello scorso 6 maggio nella quale annunciava, giustamente e in modo chiaro e netto, che «non dovranno sostenere alcuna prova preselettiva, né ci saranno selezioni di ingresso per [coloro che insegnano da almeno tre anni], perché sono persone che nella realtà il tirocinio l’hanno già fatto».
Le successive Note a margine del Tfa dello scorso 8 maggio, poi, ribadivano ufficialmente le Sue affermazioni, comunicando la prossima ideazione di un «diverso percorso abilitante previsto per i docenti con 36 mesi di servizio, laureati ma senza il possesso della prescritta abilitazione». E aggiungevano che «la procedura per i docenti con 36 mesi di servizio sarà costituita da un percorso formativo e da un esame da sostenere e superare per conseguire l’abilitazione». Per concludere sottolineando che tale procedura «cerca di dare risposta all’esigenza di regolarizzare la situazione di migliaia di persone che hanno permesso negli ultimi anni alle scuole statali e paritarie di funzionare nonostante l’assenza di abilitati».
Finalmente un pubblico riconoscimento del lavoro svolto in questi anni da migliaia di docenti che non hanno potuto abilitarsi per la mancanza di una legge, quindi? Macché! Le parole sembravano chiare, ma da qui in avanti, solo il caos.
Chi, come me, aveva iniziato a prepararsi alle prove preselettive del Tfa ha visto nelle Sue dichiarazioni lo spiraglio di un riconoscimento del lavoro di questi anni: ma come continuare a studiare con la tranquillità dovuta e la giusta concentrazione in un momento di così grande incertezza normativa? Quali i requisiti necessari per il percorso riservato? 36 mesi di contratto? 180 giorni per tre anni come indicato dai resoconti sindacali dopo l’incontro al ministero dello scorso 14 maggio? 360 giorni come richiesto da altri? E ancora: è opportuno iscriversi al Tfa ordinario o attendere quello speciale? E infine: cosa è accaduto tra il 6 maggio e oggi, che ha reso così difficoltosa la realizzazione di un intento così chiaro e ragionevole? Si tratta solo di alcune delle domande che ci interrogano nelle ultime settimane, e alle quali nessuno, a dieci giorni dalla scadenza ufficiale delle iscrizioni al Tfa ordinario (prevista per il prossimo 4 giugno) sembra saper dare risposta.
Ho deciso, quindi, di scriverLe, per avere informazioni precise rispetto a tutte le aspettative che le Sue dichiarazioni hanno suscitato in migliaia di giovani docenti non abilitati come me; in un periodo di crisi economica come quello che il nostro Paese sta attraversando, inoltre, per noi giovani insegnanti con contratti limitati nel tempo fa non poca differenza dover investire molto denaro in prove preselettive, che magari si scoprirà in seguito che non era necessario sostenere.
Penso sia necessario, e urgente, un Suo giudizio chiaro e netto sulla confusa situazione attuale. È in gioco il futuro lavorativo di molte persone che, come me, vorrebbero continuare a svolgere questo mestiere. Una normativa certa e sicura, che fughi ogni perplessità e dubbio, è un punto di partenza imprescindibile per investire energie, e soldi, nei prossimi mesi.
Luca Tizzano