Cari geometri, quest’anno la seconda prova è Topografia. Come per gli anni precedenti la disciplina è una di quelle che più frequentemente sono prove di esame ed è anche quella che, di norma, avete affrontato attraverso esercizi e grafici. Per svolgere il tema avrete a disposizione 6 o 8 ore di tempo, che possono sembrare molte, specialmente per chi non ha mai fatto simulazioni d’esame durante l’anno scolastico. Ma è un tempo che dovete saper organizzare!
Tempi e modalità di esecuzione – Tante sono le formule e i procedimenti da seguire, ma niente paura: è consentito l’uso del prontuario con tutte le formule necessarie e così la prova si rivela più facile da affrontare.
Prima di cominciare a fare calcoli o disegni è bene che leggiate due o tre volte il testo del compito per capirne le richieste. Una volta compresi e chiariti i punti più complessi è ora di prendere carta e penna, che vi fornirà la commissione (la carta naturalmente! – e mi raccomando, utilizzate solo quella perché poi dovrete riconsegnare tutto), e stilare una scaletta operativa numerando i passaggi con a fianco annotazioni e appunti che vi serviranno nel momento in cui darete mano alle formule ed alla calcolatrice per risolvere numericamente il tema.
La figura di prima approssimazione –Ragionando poi sulla scaletta operativa cominciate a disegnare una figura, uno schema fuori scala (ogni tema di topografia richiede una parte grafica consistente), che vi servirà per materializzare la richiesta e fissare i dati a disposizione.
Successivamente utilizzerete la stessa figura per cominciare ad eseguire quanto avete indicato sulla precedente scaletta operativa. Attenti! Questo è il momento di integrarla se vi accorgete che manca qualche passaggio o dato che dovete ricavare.
Calcolo numerico –Cosa avete per il calcolo numerico? La calcolatrice (non dal cellulare perché lo avrete già consegnato alla Commissione), il manuale del geometra ( lo sapete usare? Si spera di sì! Non arricchitelo con dei foglietti volanti, ma con degli appunti a matita, più credibili perché segno di studio), e le formule (un po’ a memoria, le altre nel manuale).
Adesso traducete in formule e calcoli la scaletta operativa ed integrate la figura schematica con i risultati acquisiti.
Quando avrete un congruo numero di dati determinati è bene che cominciate a definire la figura in scala o semplicemente in proporzione.
Come eseguire una figura che sia tecnicamente valida? Riga, squadra, compasso, goniometro, matita e gomma! Strano eh!? – e infatti qualcuno di voi li dimentica puntualmente a casa per poi elemosinarli dai compagni…
Mi raccomando, fin qui tutto in brutta copia. Anche questa deve essere consegnata, anche se non è “bella”.
Terminata la soluzione dei quesiti ricontrollate la brutta e cominciate a ricopiare in bella. Importantissimo: rispettate soprattutto nella bella copia la sequenza dei calcoli elaborati avendo cura di spiegare in modo sintetico i vari passaggi che andrete ad eseguire; beninteso non dovete dimostrare nessuna formula, ma solo motivare cosa state facendo nel calcolo.
Che bella “figura”! − Hai utilizzato le scale giuste? Se non lo hai fatto è ora di utilizzare la scala definitiva. Di solito si utilizza la scala 1:100, 1:200 o 1:1000 a seconda di ciò che si va a rappresentare.
Tra gli strumenti che dovete portare non abbiamo menzionato la lente di ingrandimento. Perché? Perché una figura per avere una valenza tecnica deve essere innanzitutto in scala ma anche sufficientemente leggibile ad occhio nudo. Questo vuol dire che non dovete risparmiare spazio né carta perché il vostro lavoro sia facilmente leggibile e correggibile.
Non disperdete i risultati spargendoli nel foglio o semplicemente lasciandoli sulle formule, ma compilate una tabella riassuntiva che li raccolga tutti, da affiancare alla figura finale. Questo serve a voi e a chi corregge l’elaborato, per avere chiaro il lavoro.
Quale può essere il tema? −Sperando che vi siate già esercitati durante l’anno sui temi degli anni passati, è tuttavia difficile indovinare cosa arriverà dal ministero. Al di là dei temi specifici, tra cui non escludiamo il più amato e temuto progetto stradale o parte di esso, armatevi di buona volontà perché dovrete almeno conoscere e saper risolvere i problemi planimetrici: dunque il calcolo della aree, rettifica e spostamento dei confini e problemi altimetrici, come dislivelli, sbancamenti, calcolo quote, etc.
Facciamo un esempio, senza svolgere un esercizio preciso, tanto per dare un’idea di lavoro: prendiamo il
Progetto stradale e affrontiamo il compito per fasi.
Problema planimetrico −Ricordatevi che ogni fase di calcolo ha la sua parte grafica collegata, ad esempio la fase planimetrica richiede la definizione del tracciolino, attraverso una corretta apertura del compasso che dovrete determinare in ragione della pendenza da non superare. Ricordatevi che l’equidistanza è il dislivello tra una curva e l’altra e non la distanza planimetrica.
Poi si passa alla poligonale d’asse, che è di fatto l’asse centrale della vostra strada (scelta della tipologia e calcoli sappiamo già farli!). Questi due passaggi devono essere restituiti graficamente. Obbligatorio!
Problema altimetrico −Elaborato il profilo longitudinale, possibilmente di un altro colore, realizzate le livellette, ovvero tratti a pendenza costante, e rappresentate questi due passaggi in un unico elaborato grafico facendo attenzione a mantenere il rapporto 1:10 fra i diversi valori da riportare su i due assi. Ad es. gli altimetrici in scala 1:100 e quelli planimetrici (ovvero le distanze) ad 1:1000 (altrimenti la carta che avete non vi basta!). Questa parte grafico-numerica è la più delicata, poiché contiene una grande quantità di dati (quote e distanze) che devono essere raccordate e quindi ben organizzate nella loro rappresentazione.
Non avete finito: mancano le sezioni!Dove calcolarle? All’inizio e alla fine del tracciato stradale (sempre!) ma anche nelle intersezioni tra tracciato e curve di livello ed all’inizio e alla fine di ogni curva. Se il testo non lo chiede non esagerate! Fatene almeno il 50%. Se il progetto presenta un notevole dislivello, è adesso cioè nelle sezioni che lo evidenzierete, e se dovesse occorrere rappresentate schematicamente opere contro terra (muri di sostegno). Ricordatevi sempre di usare due colori o campiture diverse per disegnare sterro e riporto.
Calcolo dei volumi − Ricordatevi i paleggi trasversali e il profilo di Brückner. A cosa serve il calcolo dei paleggi trasversali? Per compensare la fase di sterro con quella di riporto, cioè limitare i movimenti terra in senso longitudinale. Se arrivate a questa fase siete a buon punto. Anche qui fate bene il grafico distinguendo con colori diversi (gli stessi usati precedentemente) sterro e riporto in scala opportuna.
Difficile trovare un progetto stradale che non abbia bisogno di movimento terra, quindi integreremo il compenso dei paleggi già definito nel diagramma di Brückner. Anche qui la figura è importante: attenzione alla scala orizzontale, di solito 1:2000, e a quella verticale con la quale rappresenterete i volumi, solitamente 1 cm rappresenta dai 2 ai 5 mc.
Relazione −Anche se il tema non dovesse richiederla è buona cosa integrare il progetto con una relazione: siete dei tecnici! Simulate luoghi, committenza, problemi tecnici, descrivete l’opera da eseguire come se doveste far fronte a un problema reale. Non è importante il panorama che si vede dalla strada, ma come la strada che state per realizzare si inserisce in un ambiente fisico ben preciso, rispetta le norme vigenti, comprese quelle sulla sicurezza. Durante la correzione molti compiti si distinguono anche per questo e acquistano qualche punto in più.
Ancora sui temi: non è detto che non possa uscire un tema misto, basta dare un’occhiata a quelli degli anni precedenti.
Ricordate che alla prova orale vi verrà chiesto di evidenziare e correggere eventuali errori del compito, per cui è importante rivederlo e verificarne la correttezza per giustificare le scelte che avete fatto (troverete le soluzioni sulla stampa o in rete).
Il compito di Topografia, come ben sapete, richiede capacità di calcolo, capacità grafica, competenze tecniche e normative… un bagaglio di conoscenze che avete acquisito in cinque anni di scuola grazie ai vostri insegnanti. Tutto questo non sarà sufficiente se ora non sarete voi i protagonisti. Avete scelto una scuola per diventare Geometri, cioè professionisti: è arrivato il momento di cominciare ad esserlo. Sarà una bella avventura.
(Roberto Tassi e Mariapaola Puggioni, Istituto tecnico commerciale e per geometri “G.B. Carducci – G. Galilei”, Fermo)