Il tema di ordine generale, il classico “tema di italiano”, disponibile per tutti gli studenti a prescindere dall’ordine di studio, ha avuto un argomento che qualcuno ha già definito discutibile, o comunque potenzialmente in grado di scatenare discussioni in merito. Il titolo e l’argomento da dibattere nelle sei ore a disposizione è il seguente: “Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita”. La frase in questione è tratta dal libro scritto nel 1931 da Paul Nizan, “Aden Arabia”. Il ministero aveva quindi fornito questa indicazione: “Il candidato rifletta sulla dichiarazione di Nizan e discuta problemi, sfide e sogni delle nuove generazioni”. Nato nel 1905 e morto nel 1940, Nizan è stato uno scrittore e filosofo francese. La frase scelta per il tema “Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questo è il periodo migliore della vita ” è la stessa con cui inizia il suo romanzo più famoso pubblicato nel 1931, Aden Arabia. Il suo nome non è molto conosciuto sia per la breve vita, sia per il percorso politico, passato dalle simpatie verso il fascismo al comunismo per poi allontanarsi anche da questo con feroci critiche da parte degli aderenti del partito stesso. Muore in combattimento all’inizio della Seconda guerra mondiale. Una frase che appare assai cinica e negativa, nel condannare quel periodo della vita che per antonomasia per tutti è sempre stato definito il più bello e felice della vita, quando i sogni e le speranze che si accompagnano appunto alla giovinezza appaiono tutti intatti. Nel commentare appositamente per IlSussidiario.net questo tema, la giornalista Monica Mondo ha detto che “Non sono le condizioni a determinare la vita: possono renderla più dura, più difficile, ma proprio per questo più appassionata e piena. Possono scatenare tutta la voglia di cambiare, di costruire, di cercare comunque la positività che esiste, se sappiamo ben guardare. Ungaretti a vent’anni, in trincea, scopriva dei fratelli, imparava ad amare”. Aggiungendo anche che “La giovinezza non è l’età  del divertimento inteso letteralmente come distrazione, come sventatezza, svago. Sono termini che contengono l‘idea di una fuga, di uno scarto  timoroso dalla realtà. E’ invece l’età in cui le energie sono al massimo, fisiche e mentali; l’età in cui ci è chiesta una responsabilità, per noi stessi e per il mondo, qui ed ora.  Ci vuole un significato, per vivere e non adagiarsi a vivere”.



 Sarà interessante a questo punto capire come i giovani studenti impegnati nell’esame di maturità hanno commentato questa frase se contestandone la negatività oppure approvandola. Al momento non  si sa in che percentuale questo tema è stato scelto dal quasi mezzo milione di maturandi impegnati nella prova di oggi. 

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