Per iniziativa di Diesse Lombardia, un gruppo di docenti e aspiranti docenti si sono ritrovati a Milano per orientarsi nella selva oscura di parole che si rincorrono in note, decreti, interviste da parte dei responsabili del Miur, le une spesso contraddicendo le altre e comunque tutte rimandando a indicazioni operative che tuttora mancano.
Il caso più eclatante – ormai conosciuto da tutti – è quello che riguarda l’apertura di un ipotetico Tfa straordinario riservato a docenti in servizio da tre anni a cui verrebbe data la possibilità di accedere direttamente alla formazione in aula e all’esame finale senza alcuna selezione preventiva. A pochissimi giorni dalla chiusura delle iscrizioni al Tfa ordinario (ieri, 4 giugno) è uscita infatti l’ennesima nota del Miur che recita testualmente: “L’avvio dei moduli aggiuntivi ai corsi di TFA, riservati ai docenti non abilitati, con servizio, richiede una modifica del D.M. n. 249/2010 con un altro provvedimento regolamentare di pari rango. L’ iter di approvazione, già avviato, non potrà concludersi in tempi brevi per la necessaria e prescritta acquisizione di tutti i pareri degli Organi Consultivi previsti. L’approvazione del regolamento consentirà nella programmazione 2012-13 l’istituzione di un doppio percorso di TFA, l’uno che prevede la selezione, la formazione in aula, il tirocinio e l’esame finale, l’altro che permette ai docenti con tre anni di servizio di accedere direttamente alla formazione in aula e all’esame finale. Si precisa dunque che le uniche procedure di abilitazione attualmente in corso sono quelle di cui al D.M. 14 marzo 2012 i cui termini di iscrizione scadono, come noto, il 4 giugno p.v.”
Come è possibile che solo il 29 maggio gli esperti del Miur si accorgano che per avviare moduli aggiuntivi ai corsi di Tfa è necessaria una modifica del D.M. n. 249/2010, che richiede la consultazione di vari organismi (le Commissioni parlamentari, il Cnpi, il Consiglio di Stato e la Corte dei Conti)? E come mai a nessuno è venuto in mente di avvisare il ministro Profumo della necessità di questo iter, evitandogli di diffondere, con una estemporanea intervista domenicale, promesse vane che hanno solo generato nuove e cocenti delusioni in tanti che da quattro anni stanno aspettando – invano – di verificare se l’impegno nella scuola è per loro un lavoro possibile?
In ogni caso, in queste ultime due settimane abbiamo imparato che non i decreti, non le note del Miur, né tantomeno le interviste di un ministro sono affidabili, ma solo le risposte alle Faq su un sito indicato dal Miur (link https://tfa.cineca.it/faqs.php).
La prima e fondamentale indicazione operativa data all’incontro è stata che anche chi già lavora si iscriva entro il 4 giugno alle prove selettive del Tfa ordinario, perché del “doman non c’è certezza”, come diceva il poeta, e non è detto che gli ostacoli che oggi impediscono la via del Tfa straordinario siano eliminati nei prossimi mesi. Così stanno facendo già in molti, se è vero che gli iscritti alle prove selettive (111mila alla data del 30 maggio) sono in aumento vertiginoso e forse si salirà verso i 200-250 mila previsti a suo tempo dal ministero e dalle università.
Per le università che dovranno organizzare le prove questo aumento consistente dei possibili iscritti comporta fin d’ora non pochi problemi organizzativi, sia sul piano della logistica sia sul piano del personale da utilizzare per la sorveglianza alle prove, che sicuramente allungheranno i tempi di realizzazione della seconda e terza prova, con un possibile slittamento ai mesi di settembre/ottobre.
In questa prospettiva diventa fondamentale la collaborazione fra le università e l’Usr, che secondo Michele Faldi, Direttore Alta Formazione e Alte Scuole dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è già positivamente iniziata in Lombardia e porterà in breve tempo ad alcuni risultati. In particolare le università prepareranno dei bandi per la selezione dei “tutor coordinatori ed organizzatori” incaricati di seguire il percorso dei tirocinanti.
Anche su questo campo siamo in una situazione di stallo perché il decreto firmato il 18 novembre 2011 dalla Gelmini è restato per molto tempo “nascosto” ed è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo il 21 maggio scorso senza le necessarie indicazioni operative per gli aspiranti tutor e per le università: come si fa a fare domanda? Ma quanti sono i tutor assegnati per ogni università e per ogni classe di concorso?
È ora fondamentale che le università – in accordo con l’Usr – inizino a preparare una bozza di bando poiché, se è vero che i tutor serviranno per l’avvio del Tfa dopo le prove selettive e quindi non prima di 6/8 mesi, è vero anche che coloro che saranno scelti dovranno essere sostituiti nelle loro classi e quindi sarebbe opportuno che ciò avvenisse prima dell’inizio del prossimo anno scolastico (per approfondire vedi il Punto della Settimana di Libednews, anno 2011/2012, n. 36 link http://www.diesse.org/default.asp?id=447).
Alle Usr spetta anche il compito di costruire un Albo regionale delle scuole sede di tirocinio e quindi è molto utile che le scuole (statali e paritarie) si facciano presenti, indicando la propria disponibilità a svolgere questo importante servizio senza attendere che vengano fornite le indicazioni operative per i tutor dei tirocinanti presso le scuole.
Anche la Conferenza dei Rettori delle Università, che si è riunita in questa settimana, ha preso decisioni importanti, come quella di emanare delle linee guida per lo svolgimento delle prove selettive.
All’incontro promosso da Diesse Lombardia sono intervenuti anche il responsabile scuola del Pd lombardo, Marco Campione, e del Pdl nazionale, Elena Centemero, dato che spetta alla politica non solo costruire un futuro in cui finalmente il problema del reclutamento dei docenti sia risolto, permettendo anche alle generazioni più giovani di entrare nella scuola, ma anche formulare richieste puntuali al ministro perché il percorso abilitante degli aspiranti docenti, che inizierà con la prova nazionale di luglio, non sia vano.
La prima condizione è che non si realizzi alcun concorso prima che anche i nuovi abilitati possano iscriversi e che il Tfa venga ripetuto ogni anno per non generare un nuovo periodo di vuoto come quello lunghissimo seguito alla chiusura delle Siss.
Su questi aspetti è emerso un sostanziale accordo anche tra i due esponenti politici ed è possibile che dalla Lombardia parta al più presto una proposta comune al ministro Profumo, nella convinzione che si possa collaborare in modo trasversale su alcuni cambiamenti prioritari nella scuola e della scuola.