Un vero pasticcio. Ricorsi, sentenze di Tar e Consiglio di Stato che stanno portando al caos le 575, su un totale di 1227, scuole lombarde che ad oggi sono rimaste senza preside. Proprio così, una scuola su due nella nostra regione è senza dirigente scolastico a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico. Ormai è storia l’annullamento da parte del Tar del concorso per presidi che si è svolto a luglio e la conseguente decisione del Consiglio di Stato che dopo aver già bocciato la sospensiva richiesta dal Miur, si riserva di decidere sul da farsi entro il 20 novembre. Intanto, gli istituti scolastici navigano a vista barcamenandosi fra tagli richiesti dalla spending review (al netto dei risultati del concorso mancano all’appello 51 posti rispetto allo scorso anno) e doppie reggenze per cui molti presidi sono costretti a fare i salti mortali dirigendo contemporaneamente due scuole. Insomma, i conti non tornano. E tutto per un “vizio di forma” che vede al centro dello scandalo alcune buste giudicate troppo trasparenti. Per l’Assessore regionale lombardo, Valentino Aprea, intervistata da Il Sussidiario.net, il sistema dei concorsi con migliaia di candidati dovrebbe essere sostituito da metodi più snelli, efficienti e che puntino sull’autonomia delle singole scuole, nel pieno rispetto del titolo V della Costituzione.
Assessore Aprea, qual è la sua opinione in merito alla sentenza del Tar, prima, e poi quella del Consiglio di Stato che, di fatto, bloccano la nomina di 355 nuovi presidi?
La situazione è paradossale ed è l’ennesimo esempio di un vizio di forma che diventa preponderante rispetto agli aspetti sostanziali. Per un problema di buste che “astrattamente” avrebbero potuto mettere in discussione l’anonimato dei partecipanti si annullano gli enormi sforzi fatti dagli oltre 400 vincitori e si lascia la scuola lombarda in una situazione grave, con 500 scuole su 1227 senza dirigente. E’ evidente che non si può venir meno alla correttezza formale e che le responsabilità dovranno essere individuate, come ha chiesto con chiarezza anche il Presidente Formigoni, ma ciò non toglie che gli interessi prevalenti del sistema scolastico, delle famiglie e degli studenti devono avere la prioritaria considerazione.
Pensa che il sistema dei mega concorsi sia ancora valido, considerati i ricorsi che hanno innescato un meccanismo che ha bloccato l’immissione di nuovi dirigenti?
Sono anni che diciamo che un sistema come quello dei concorsi di migliaia di persone, anonimi e meccanici, non è più adatto per il sistema scolastico e, oltre a non essere garanzia di qualità, è sempre a rischio di qualche vizio formale. Come Lombardia abbiamo già proposto di sperimentare concorsi di reti di scuole: il personale scolastico non è tutto uguale, interscambiabile e le scuole autonome devono aver la possibilità di selezionare direttamente il proprio personale, sulla base delle concrete esigenze, del contesto locale, del proprio piano dell’offerta formativa. Ciò avviene già in quasi tutti i Paesi avanzati, dove l’autonomia scolastica ed il decentramento delle competenze sono realtà. L’Italia, anche se la nostra Costituzione sancisce l’autonomia delle scuole e competenze regionali sulla scuola attraverso il rinnovato Titolo V, continua a restare ferma a procedure barocche e ad un centralismo napoleonico. Non è più tollerabile che l’amministrazione centrale continui ad ignorare il dettato costituzionale e l’interesse dei cittadini.
Le scuole lombarde sono già state fortemente penalizzate dai tagli decisi dalla spending review. Non si rischia il caos proprio in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico? Come gestirà la situazione il suo assessorato?
Noi ci siamo già mobilitati e siamo in stretto contatto con l’ufficio scolastico regionale per l’assegnazione delle reggenze delle scuole con posto vacante ad altri dirigenti: purtroppo quasi ogni dirigente di ruolo dovrà avere una o più scuole in reggenza, ma al momento non vi è altra soluzione. Certo è che questa situazione non potrà essere che transitoria, perché dirigere un’istituzione scolastica è un lavoro impegnativo. Si consideri che in Lombardia abbiamo lavorato in questi anni per avere istituzioni scolastiche ampie, con un numero medio di 950 studenti e molte sedi territoriali, perché, oltre ad aumentare l’efficienza del sistema, si rafforza il ruolo della scuola autonoma nei confronti dei propri interlocutori. Istituti di questo tipo, con oltre cento dipendenti, necessitano di un dirigente competente e presente. Non subiremo passivamente: abbiamo già invitato per giovedì prossimo l’ufficio scolastico regionale, i sindacati, le rappresentanze dei dirigenti scolastici e delle famiglie per condividere soluzioni e creare un osservatorio permanente che monitori la situazione e prospetti eventuali azioni da mettere in campo a livello regionale e nazionale.
Lei è d’accordo con il presidente Formigoni che chiama in causa la mala gestione del Ministero e chiede più poteri alle Regioni?
Le gravi responsabilità per situazioni fuori controllo nella gestione del ministero sono ormai all’ordine del giorno: dalle domande sbagliate alle prove di ammissione al Tirocinio formativo attivo (Tfa), agli innumerevoli ricorsi presentati su questo concorso in diverse regioni. Ormai il ministero ha dimostrato di non essere più in grado di gestire un sistema così complesso. Bisogna portare il governo della scuola su ambiti territoriali regionali, più vicini alle reali esigenze delle persone ed avere il coraggio e la capacità di innovarlo. Regione Lombardia ha il sistema scolastico con i migliori risultati d’Italia, ma rischiamo di perdere questo primato se restiamo bloccati da una gestione burocratica ed inefficiente dipendente da Roma. Abbiamo dimostrato a sufficienza di avere le caratteristiche di buon governo, efficienza e competenza per una piena responsabilità sulla scuola pubblica. Sia ben chiaro, non vogliamo sostituire ad un centralismo romano un centralismo regionale: la nostra intenzione è valorizzare al massimo l’autonomia scolastica, vero perno del sistema. La scuola ha bisogno di essere liberata dai lacci burocratici che le impediscono di esprimere appieno il proprio potenziale.
La soluzione dei presidi-reggenti che, vista la situazione, si moltiplicheranno durerà sino alla fine dell’anno scolastico? Oppure potrebbe cambiare qualcosa dopo la sentenza attesa per il 20 novembre?
Spero innanzitutto che questo concorso possa giungere a conclusione positiva, se fosse necessario anche attraverso accordo extra giudiziali, pensando innanzitutto alle situazioni personali dei 400 vincitori, che hanno lavorato intensamente per un risultato positivo ora compromesso da responsabilità di altri. Riteniamo però che il ministero non debba aspettare la sentenza definitiva del 20 novembre per attivarsi: se il Consiglio di Stato dovesse confermare l’annullamento del concorso non avremmo infatti più alcuna alternativa non solo per questo anno scolastico, ma nemmeno per il prossimo. Partiamo dalla constatazione che se quest’anno i posti da dirigente vacanti sono 500 il prossimo anno saranno quasi 700 e che tutti devono essere coperti da personale di ruolo: proprio perché siamo una delle Regioni più virtuose d’Italia ed abbiamo proceduto responsabilmente ad una razionalizzazione del sistema scolastico non possiamo accettare di avere nemmeno una sede senza dirigente. Soprattutto desideriamo che la selezione della classe dirigente avvenga nell’ambito dei docenti della scuola lombarda.
Allora cosa propone?
Bisogna bandire immediatamente un nuovo concorso per altri 350 posti. Se il ricorso pendente venisse rigettato avremmo subito 355 dirigenti e nell’arco di qualche mese anche gli altri 350 di cui la Lombardia ha bisogno. Se il Consiglio di Stato al contrario confermasse l’annullamento, gli attuali vincitori avrebbero comunque una seconda possibilità, con forme di tutela e di precedenza o semplificazione delle prove atteso che il merito era già stato accertato. Ciò che non potremo accettare sono soluzioni di ripiego che mettano in crisi la funzionalità e la qualità della scuola lombarda e che vedano la nostra regione sottoposta a mobilità forzose pur di avere la funzionalità minima. Noi puntiamo in alto e quindi vogliamo dirigenti lombardi che conoscono già la qualità della nostra scuola e la garantiscano per il futuro.
(Federica Ghizzardi)