Il diploma a 18 anni non è un sogno: si può ottenere subito, senza attendere il 2013. Infatti, le leggi ci sono e sono pronte per essere firmate. Basterebbe rendere esecutiva la riforma del titolo V della Costituzione con i relativi decreti attuativi già predisposti per l’entrata in vigore. Così almeno le regioni che non si sono opposte potrebbero dare ai nostri giovani la possibilità di competere realmente con i pari età del resto d’Europa. Per non parlare delle enormi potenzialità dell’apprendistato formativo che è meno sfruttato di quanto potrebbe. Certo, per voler dare un impulso reale e non mediatico alla “missione” del diploma under 18, il ministro Profumo dovrebbe prendere in pugno la situazione e rivedere la destinazione delle risorse disponibili. Affidare il lavoro ad una commissione di tecnici e docenti che opera per conto del ministero dell’Istruzione con l’obiettivo di presentare un piano entro dicembre, non sembra la soluzione migliore. Per andare oltre le indiscrezioni di stampa che danno il dicastero di Profumo al lavoro per abbreviare di un anno il percorso scolastico, abbiamo sentito Giuseppe Bertagna, ordinario di Pedagogia nell’Università di Bergamo e già coordinatore del gruppo di lavoro che ha elaborato i documenti preparatori della riforma Moratti sotto il governo Berlusconi tra il 2001 e il 2006.



Il ministro Profumo ha rilanciato l’idea di abbassare l’età del diploma da 19 a 18 anni. Cosa ne pensa?

Questa era la mia proposta già nel 2001 quando presiedevo il comitato voluto dall’allora ministro all’Istruzione Letizia Moratti; una proposta che prevedeva la ristrutturazione dell’intero sistema di istruzione italiano per far “chiudere” la maturità a 18 anni. Nel progetto erano previsti, infatti, un primo ciclo della durata di 8 anni e un secondo di 4 in un percorso di pari dignità tra licei e istruzione e formazione professionale. Ma allora tutti (sindacati, Udc, An e la sinistra intera) furono contrari a questa ipotesi e non se ne fece più nulla. Personalmente sono molto contento che si riproponga l’idea di far chiudere a 18 anni perché il nostro paese è l’unico al mondo dove si ottiene l’esame di stato a 19 anni. In altri paesi lo si ottiene a 18 o addirittura a 17.



La bozza allo studio degli esperti sarà pronta a dicembre e le elezioni sono ormai all’orizzonte. Profumo ce la farà?

Se il ministro volesse agire e non soltanto comunicare tramite agenzie o alimentare il dibattito, avrebbe già una possibilità istituzionale per poter rafforzare già adesso la possibilità per i giovani italiani di avere un diploma a 18 anni.

A cosa pensa?

Si tratta di applicare, dopo undici anni, il titolo V della Costituzione che ancora non si è applicato pur avendo predisposto tutti i decreti attuativi per l’entrata in vigore. Nel sistema di istruzione e formazione professionale delle regioni previsto dalla Costituzione del 2001 e poi normato dalla legge 53/2003, infatti, dopo il primo ciclo di istruzione di 8 anni, c’è la possibilità di avere una qualifica professionale a 17 anni e il diploma professionale a 18, per di più con riconoscimento europeo. Soltanto che, ormai da un decennio, è in corso un sabotaggio continuo, sistematico e ideologico sull’attuazione di questa normativa.



Con quali danni?

Regioni come la Lombardia, che potrebbero già assicurare a tantissimi giovani la possibilità di un diploma a 18 anni (diploma che poi può proseguire nella formazione professionale superiore o sfociare in un quinto anno con esame di stato) non riescono a farlo perché non ci sono i fondi. Questo perché il ministero ha investito tutto sui 19 anni e sul prolungamento del percorso scolastico. Con tutti i problemi che questo comporta.

Quali?

Provi ad entrare in un quinto anno qualsiasi della scuola secondaria superiore: vedrà ragazzi già responsabili, pienamente in condizione di lavorare e fare esperienze da affiancare agli studi. Applicare il titolo V della Costituzione, dicendo alle regioni: io vi do più soldi perché voi possiate soddisfare queste esigenze sarebbe un messaggio concreto e non retorico.

Cosa ne pensano gli studenti?

Tra di loro c’è sicuramente una domanda non evasa, ma socialmente molto diffusa, di poter avere qualifiche e diplomi professionali già a 18 anni. Questo infatti consentirebbe anche ai giovani italiani di competere con i colleghi di tutto il mondo in maniera adeguata. In Italia, il primo incontro con il mondo del lavoro avviene mediamente a 22 anni. Per i giovani tedeschi a 16 anni e mezzo. Faccia lei.

Profumo cos’altro potrebbe fare?

Avrebbe la possibilità ulteriore di far capire quanto conti avere il diploma a 18 anni se solo ampliasse l’esperienza dell’apprendistato formativo, che prevede che dai 15 ai 18 anni si può ottenere la qualifica, con un ulteriore anno il diploma e poi anche proseguire gli studi così come avviene nell’istruzione e nella formazione professionale. Ma sono tutte soluzioni percorribili se solo si vuole percorrere una strada realistica e non massmediatica o di annuncio ad effetto; una strada, quest’ultima, che muove solo l’aria ma non ara la terra in cui vivamo.

 

(Matteo Rigamonti)