Parte il liceo breve, la sperimentazione affidata per ora a tre scuole paritarie, il San Carlo di Milano, il Guido Carli di Brescia e l’Istituto Olga Fiorini di Busto Arsizio. Questa è la notizia riportata dai giornali qualche giorno fa che ha messo in allarme il mondo scolastico. Le scuole hanno ricevuto l’autorizzazione dal ministro Carrozza a mettere in atto una sperimentazione per verificare cosa potrà succedere riducendo da cinque a quattro anni la durata della scuola secondaria di secondo grado.



Il ministro, interpellato, ha dichiarato con chiarezza che il percorso sarà seguito e verificato con attenzione e che non bisogna avere paura di innovare. 

Il fatto che tre scuole paritarie si siano mosse in modo così determinato è un fatto importante, da non dare per scontato. È un fatto importante per tutto il sistema scolastico nazionale .Questo è un esempio concreto di compresenza nel sistema tra scuola statale e paritaria “alla pari”. La sperimentazione è una possibilità, forse piccola, rischiosa, ma interessante non solo per le scuole designate alla sperimentazione stessa ma per l’intero sistema pubblico. Infatti se una scuola lavora bene può esportare il metodo sperimentato, offrirlo ad altre scuole, confrontarsi in una clima di reale e fattiva collaborazione, spaccando schematismi e pregiudizi ideologici.



Si assiste da anni ad un resistenza dei sistemi scolastici al cambiamento, occorre maggior coraggio per liberare le scuole dai vincoli che hanno finora impedito all’autonomia scolastica di dispiegare le sue potenzialità. Certamente l’autonomia va preparata non si inventa, il ministro Profumo amava infatti parlare di autonomia responsabile.

Siamo di fronte ad un mondo di giovani effervescente, la facilità di scambi, opinioni e progetti rende questo mondo a sé stante, separato, con il rischio di diventare totalmente estraneo a quello istituzionale. Ben venga quindi qualche sobbalzo, il ripensamento di un nuovo modo di fare scuola che ci allinei all’Europa.



Scrive Norberto Bottani nel suo ultimo libro: “I sistemi scolastici attuali sono paragonabili ad un plotone di ciclisti in corsa: quando uno di essi capitombola, le biciclette volano per aria e si verificano cadute impressionanti sull’asfalto. Alcuni si rialzano, altri restano a terra con ferite più o meno gravi e dolorose. Taluni non possono proseguire, alcuni devono abbandonare la corsa”.

Noi genitori guardiamo alla scuola e ad ogni cambiamento con attenzione, siamo accanto ai docenti valorizzandone il ruolo professionale, auspichiamo un sistema di valutazione che premi chi lavora con responsabilità ed intelligenza, crediamo in un sistema scolastico plurale che metta al centro le capacità innate di ogni persona.

Una scuola di tutti, per tutti e quindi per ciascuno.