Caro direttore,
ha perfettamente ragione Giorgio Israel a protestare contro chi lo accusa ingiustamente di essere contrario alla valutazione del sistema scolastico. Tutti in Italia dicono di essere favorevoli a qualche forma di valutazione. E Israel non ha mai detto di non voler alcuna valutazione.

L’argomento del contendere però è un altro: ossia se test standardizzati e confrontabili come le prove Invalsi (o Pisa) debbano far parte o no dell’insieme di strumenti necessari per valutare scuole, dirigenti e insegnanti.



Nel suo recente articolo su ilsussidiario.net, Israel non dice nulla riguardo a questo vero argomento del contendere. In passato ha però espresse numerose e accese riserve sull’operato dell’Invalsi e sulle prove standardizzate e confrontabili. Simili riserve sono state espresse da altri membri del comitato che dovrà selezionare la rosa di candidati alla presidenza dell’Istituto, tra cui il ministro Carrozza sceglierà.



Giudicheremo dai risultati, come Giorgio Israel ci chiede, di nuovo giustamente, di fare. Ma comprenderà anche lui come molti possano aspettarsi da questo comitato un deciso cambio di tendenza rispetto all’Invalsi. Poiché i membri del comitato non sono certo stati scelti a caso, se questo cambio di tendenza ci sarà davvero il ministro dovrà rendere conto della sua decisone di invertire la rotta. Anzi avrebbe dovuto annunciare e spiegare precentivamente e in modo trasparente questa sua decisione. Finora invece continua da parte sua un silenzio sospetto.

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