Si vota oggi, dalle ore 8 alle 22 (lo scrutinio avverrà subito dopo, il risultato è quindi previsto per la tarda sera) per il referendum consultivo senza quorum sui fondi alle scuole paritarie dell’infanzia di Bologna. I cittadini potranno quindi recarsi nei 199 seggi aperti da questa mattina per rispondere al seguente quesito, promosso dal comitato “Articolo 33”: “Quale fra le seguenti proposte di utilizzo delle risorse finanziarie comunali che vengono erogate secondo il vigente sistema delle convenzioni con le scuole d’infanzia paritarie a gestione privata ritieni più idonea per assicurare il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini che domandano di accedere alla scuola dell’infanzia?”. Si potrà quindi scegliere tra le seguenti opzioni: A) Utilizzarle per le scuole comunali e statali. B) Utilizzarle per le scuole paritarie private. Potranno esprimere la propria preferenza tutti i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali del Comune di Bologna, tutti i cittadini italiani iscritti nell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, tutti i cittadini italiani, non ancora iscritti nelle liste elettorali, che avranno compiuto il diciottesimo anno di età nel giorno della votazione e tutti i cittadini dell’unione Europea iscritti nelle liste elettorali aggiunte dei cittadini comunitari per l’elezione del Sindaco, del Consiglio Comunale e dei Consigli Circoscrizionali. Per votare è necessario esibire un documento di riconoscimento anche se scaduto, non è necessario portare la tessera elettorale. Per il rilascio e il rinnovo dei documenti di riconoscimento l’ufficio Documenti Personali di via don Minzoni, 8 resterà aperto domenica 26 maggio dalle 8 alle 21. In mancanza di documento, l’identificazione può avvenire anche attraverso un altro elettore del comune provvisto di documento valido, che ne attesti l’identità. Non si voterà nei seggi dove si è votato per le ultime elezioni politiche e si potrà votare solo nel seggio che è stato abbinato al proprio indirizzo di residenza. Il Comune di Bologna dovrebbe aver inviato a ciascun elettore una lettera con l’indicazione del seggio in cui potrà votare. Per conoscere qual è il seggio dove recarsi a votare è anche possibile consultare il sito internet del comitato Articolo 33 che ha promosso il referendum.
Proprio il comitato, ha scritto su queste colonne Lorenzo Bandera, ha quindi messo in discussione il sistema integrato delle scuole d’infanzia della città di Bologna che “da circa vent’anni offre un servizio educativo di elevata qualità agli abitanti del capoluogo emiliano. Attiva dal 1994, la sinergia tra le diverse scuole d’infanzia – paritarie comunali, paritarie private e statali – nel corso degli anni si è sviluppata in maniera molto positiva. Questa collaborazione ha dato vita ad un riconosciuto modello di secondo welfare, che ha permesso di rispondere coerentemente alla crescente richiesta dei cittadini per servizi dedicati ai bambini tra i 3 e i 6 anni”. Il modello creato a Bologna, spiega ancora Bandera, “si fonda principalmente sulle scuole paritarie comunali, che garantiscono circa il 61% dell’offerta complessiva in un settore in cui storicamente lo Stato non ha mai sviluppato policies strutturate”. Andrea Pasquali, invece, presidente della scuola steineriana di Bologna che gestisce una realtà scolastica che coinvolge 170 famiglie e che si ispira ai principi pedagogici di Rudolf Steiner, ha definito “lecita” la richiesta del Comitato Articolo 33, ma “è lo strumento adottato, è questo referendum, che è sbagliato”. “È sbagliato – ha aggiunto – perché parte dal presupposto che la scuola paritaria porti via risorse alla scuola comunale e statale. Non è così. Con gli stessi soldi che il Comune dà alle paritarie non si riuscirebbe a garantire il servizio a tutti i bambini che adesso le frequentano”.