In seguito alla proposta formulata venerdì 3 maggio dal ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, gli studenti dell’Universita Vita-Salute San Raffaele restano fiduciosamente in attesa che, grazie all’intervento ministeriale, si arrivi alla risoluzione della drammatica situazione in cui versa il loro Ateneo.



L’Ateneo da oltre sei mesi è in una situazione di grave stallo che non può più garantire la formazione di studenti e specializzandi in medicina a causa della mancanza – ad oggi – di una convenzione con l’Ospedale. Il centro del conflitto è in questo momento rappresentato dall’assenza di un’intesa sulla composizione del nuovo Cda dell’Università.



Gli studenti e gli specializzandi avevano sospeso le attività di didattica e di lavoro nei reparti, con il sostegno unanime dei professori, a seguito dei decreti ministeriali del 24 aprile, che hanno bloccato le immatricolazioni per il nuovo anno accademico e per le scuole di specializzazione.

Mentre più di 500 studenti e specializzandi venerdì manifestavano in piazza San Babila, una loro delegazione ha incontrato il neo-ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il ministro Carrozza ha deciso, come sua prima uscita pubblica, di affrontare il caso San Raffaele incontrando i vertici di Ospedale e Università, proponendo un accordo che possa salvaguardare il percorso di studi e le legittime aspettative di studenti, dottorandi e specializzandi, senza svendere l’eccellenza scientifica costruita attorno al San Raffaele in questi anni.



Gli studenti, incoraggiati dalla serietà con cui il ministro Carrozza ha preso a cuore le loro istanze, hanno risposto positivamente alla sua richiesta di sospendere le azioni di protesta iniziate lunedì in attesa che le due parti accettino la proposta ministeriale. Speriamo che tanto l’entusiasmo e la correttezza con cui gli studenti hanno realizzato l’occupazione, con la sorpresa di professori e personale amministrativo, quanto la ragionevolezza con cui il nuovo ministro è intervenuto, siano di esempio a chi ora è chiamato ad assumersi le sue responsabilità (vale a dire le due controparti in gioco, Ospedale San Raffaele e Università Vita-Salute).

Il comportamento dell’Ospedale e, soprattutto, della presidenza dell’Università negli ultimi mesi hanno messo in luce una grave mancanza di responsabilità, rifiutando più volte i reiterati tentativi di mediazione già messi in atto da parte dell’allora ministro Profumo. 

Tali comportamenti appaiono assolutamente non curanti delle sorti di studenti, dottorandi e specializzandi, oltre che del patrimonio di eccellenza ereditato, giustificabili unicamente in nome di interessi di parte che, pur legittimi, sono diventati l’unico criterio delle rispettive prese di posizione. Tali comportamenti stanno rischiando di condannare l’Università alla chiusura.

Come tutti gli studenti vogliamo sperare che venerdì, nuova data fissata dopo il rinvio di martedì come termine perché Università e Ospedale prendano una decisione rispetto alla proposta ministeriale, il San Raffaele possa iniziare ad avviarsi verso una fase di stabilità che renda giustizia all’impegno di chi vi lavora e vi studia.

Marco Pisa, Consiglio di facoltà di Medicina e chirurgia