Caro maturando,
riflettiamo insieme sul colloquio orale della maturità. Permettimi di usare questo termine che ci è ancora caro, malgrado tutto, perché in fondo noi professori vorremmo capire la consistenza di una personalità, la solidità, la fiducia in quello che si è, e in quello che si fa. La prima cosa da dire è che la tesina non è tutto del colloquio orale, ma solo una parte. Non puoi pensare di preparare solo quella trascurando lo studio delle singole materie, perché poi, nella maggior parte del colloquio, i commissari vorranno verificare che la loro singola disciplina non sia stata da te trascurata.



Procurati una copia del programma svolto di ogni materia di esame, e accertati di sapere qualcosa su tutti gli argomenti presenti in quei programmi. È fondamentale che non ci siano tematiche su cui non sapresti dire nulla, o almeno devi dimostrare di essere consapevole di quello che non sai, nel senso che devi renderti conto dei tuoi eventuali sbagli. Poi, quando prepari il lavoro sulla tesina, devi puntare sulla quantità, non sulla quantità del lavoro. Evita quindi di stampare malloppi di decine e decine di pagine, che oltretutto i commissari non sarebbero ben disposti a leggere integralmente. Ricordati che questo è un percorso di approfondimento per l’orale, non per lo scritto. 



Comunque, è pur vero che il colloquio inizia proprio con il percorso di approfondimento, per cui, come si dice, chi ben comincia è a metà dell’opera. Ricordo che uno dei formatori più importanti per la mia professione di docente, cioè il professor Alberto Brasioli, amava ripetere che alla maturità la prima risorsa sei tu. In quei dieci minuti, o quindici (ben raramente potrai spingerti fino a venti), i commissari avranno davanti non solo e non soprattutto un tuo lavoro, un tuo fascicolo o una tua presentazione multimediale, ma avranno davanti una persona, e tu dovrai guardarli negli occhi, e fare capire che non sei lì per una convenzione, per una farsa stupida, con una certa sufficienza o solo con una parte di te, ma sei lì con tutto te stesso, convinto di poter dare un tuo contributo utile, interessante, originale. 



Per questo una cosa fondamentale da capire della tesina è che deve essere una cosa tua. Non puoi capitare lì con un testo preso da altri, che non è farina del tuo sacco. Fai vedere il meglio di quello che tu hai prodotto, di quello che sai fare, di quello che hai capito e approfondito nel corso degli ultimi anni. Non aver paura di rifare una cosa che magari i tuoi professori interni già conoscono: stai tranquillo che loro non saranno infastiditi dalle eventuali ripetizioni. Non aver paura di confessare le tue passioni o inclinazioni, temendo di contrariare qualcuno. Abbi il coraggio di essere quello che sei, e non cercare di apparire un altro. 

Ho assistito ad un colloquio orale di un ragazzo appassionato di calcio, che portava una tesina sul suo sport preferito, con alcune poesie di Saba come collegamento in italiano, ed un lavoro nel complesso dignitoso e originale. Ebbene, questo suo colloquio è stato valutato molto positivamente, rispetto a quello di altri del suo stesso livello, che hanno cercato a tutti i costi di portare un argomento che potesse maggiormente assecondare i gusti dei professori. Maturità è anche questo: essere convinti di quello che si è, di quello che si pensa, di quello che si fa. 

A proposito, cerca di non perdere troppo tempo nelle prefazioni e nelle introduzioni, vai subito al dunque, perché di tempo non ce n’è molto. Evita di riempire la tua tesina di vita, morte e miracoli degli autori, e spiega subito cosa c’entra quell’autore con il tuo argomento di approfondimento. Lo so che in fase di studio la prima cosa che compare è sempre la biografia, ma in sede di esame, quando, oltre tutto, i minuti sono contati, vale proprio la pena di non temporeggiare su aspetti secondari. 

Infine, scegli un titolo strano o particolare per la tua tesina, anche se non eccessivamente lungo, per incuriosire e stimolare i commissari, che, se sono davvero dei bravi insegnanti, saranno disposti ad acquisire nuove conoscenze dal tuo percorso. Ricordo come una delle cose più interessanti della mia vita professionale l’esposizione di un candidato volontario della Croce Rossa, che spiegava le caratteristiche del servizio di emergenza del 118, o di una candidata che lavorava per uno studio di tatuaggi, e spiegava le operazioni di sterilizzazione degli aghi. Insomma, parla di quello che ti interessa, che ti appassiona veramente, e di cui sei spesso più esperto rispetto ai commissari. Poi ci sarà tempo nel resto del colloquio per verificare le tue conoscenze nell’ambito delle materie. 

Nello stesso tempo, vale la pena di trovare gli opportuni agganci ad alcune materie, senza esagerare, perché tutti sono consapevoli che non potrai esporre l’intero scibile umano in quei dieci minuti. Interessante, ad esempio, la tesina di un giovane ragazzo di origini egiziane, che racconta la rivoluzione egiziana del gennaio 2011, non senza gli opportuni raffronti fra il totalitarismo di Mubarak e quelli di Hitler o Mussolini. 

In definitiva, scrivi una tesina chiara, ordinata, con un titolo generale, un sottotitolo, e titoli dei singoli paragrafi, di dieci-venti pagine circa, su tre materie e non di più, con una bibliografia e sitografia finale, prova a dirla ad alta voce da solo, oppure ad un tuo amico o professore, e sii orgoiglioso di poter iniziare il colloquio con qualcosa che farà subito capire quello che vali.